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San Valentino, la festa degli innamorati in ricordo del ‘Pirata’ Marco Pantani

Il ciclista romagnolo è scomparso il 14 febbraio del 2004, a distanza di 15 anni sono ancora tantissimi gli sportivi che lo ricordano

La festa della città di Terni e di tutti gli innamorati del mondo. Il giorno di San Valentino, dal 2004, è diventato anche quello del ricordo. Un pensiero rivolto ad un uomo amato da milioni di sportivi che ha concluso nel modo più drammatico la propria vita: da solo ed in circostanze ancora tutte da decifrare. Il suo nome è Marco Pantani il ‘Pirata’ colui che è stato capace di infiammare la platea del ciclismo tra il 1994 ed il 2002.

Otto anni da brividi ed affermazioni, milioni di telespettatori incollati alla tv, altrettanti ad attenderlo sulle salite più impervie. Cuori palpitanti, ogni battito scandito da una pedalata, brividi indimenticabili ed a tratti anche qualche lacrima scesa, trattenendo a stento l’emozione. Lo scalatore di Cesenatico metteva un po' tutti d’accordo. Non esistevano giochi di squadra o nazionalità: si era un po' tutti tifosi di Marco Pantani.

Il 4 giugno 1994, davanti ad oltre 4 milioni di telespettatori, il Pirata si mostrava al mondo intero: ad un chilometro dal passo del Giovo la stoccata decisiva e la successiva discesa a ‘rotta de collo’ come si dice da queste parti. Uno spettacolo poi bissato sul Mortirolo, scattando in faccia ad Indurain e conquistando il terzo posto al Giro d’Italia. Al Tour de France riuscì ad ottenere il terzo gradino del podio vestendo anche la maglia bianca e confermandosi tra i più forti di tutti in salita. A Marco è associata anche tanta sfortuna, come il primo incidente prima del Giro 1995. In quella circostanza avremmo avuto modo di vederlo anche a Terni, in una prima frazione caratterizzata dalla pioggia e dal successo di Mario Cipollini. Così non è stato purtroppo e da quel 13 maggio in poi c’è stata solo occasione di osservarlo in mezzo al gruppo, nelle attraversate in città.

Il ritorno alla Grand Boucle e la fantastica doppietta all’Alpe D’Huez e Guzet Neige. “Ecco parte”, la storica frase del compianto Adriano De Zan, tra due ali di folla in delirio. La medaglia di bronzo ottenuta a Duitama ai Mondiali in Colombia prima dell’incidente alla Milano-Torino. Sembrava dovesse chiudere la carriera nel modo più assurdo e sfortunato, investito da una macchina. Il ritorno in sella, il terzo posto ottenuto al Terminillo, dopo passaggio a Terni, ed ancora tanta sfortuna con il ritiro dopo la caduta al Valico di Chiunzi. Il 1997 però ha regalato una delle emozioni più grandi ai tifosi del Pirata. La vittoria all’Alpe, bis straordinario, nel giorno della sua rivincita e del tripudio generale. Il preambolo alla storica doppietta Giro-Tour del 1998 rimasta ancora negli annali. Il 27 luglio 1998 Marco ha scritto forse la pagina più bella del ciclismo contemporaneo. Un attacco a 60 km dall’arrivo sul Galibier, sotto la pioggia, ed il trionfo a Les Deus Alpes consapevole di aver regalato a milioni di italiani, molti di questi in vacanza, un pomeriggio indimenticabile.

Il 5 giugno 1999 ha rappresentato il punto di svolta in negativo della carriera di Pantani, quando ormai si stava avvicinando alla vittoria della corsa rosa. Lo stop di Madonna di Campiglio e la parabola discendente, parzialmente acuita da due successi di tappa al Tour. Dopo 15 anni dalla sua scomparsa ci sono ancora migliaia di appassionati che lo ricordano, e non potrebbe essere altrimenti. Quella notizia apparse all’improvviso, diffusa la sera del 14 febbraio 2004 tra lo stupore e il cordoglio generale. Terni festeggiava il suo Patrono, tra fuochi artificiali, eventi e feste di ogni genere. Oggi come 15 anni fa il ricordo rimane impresso, impossibile dimenticarlo, impossibile non associare la festa al cordoglio.

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