Trasporti, l’accusa: linee tagliate e cittadini discriminati. È sciopero, ecco quando si fermano i bus a Terni
Domani Usb incrocia le braccia “per dire no alla gestione privatistica di Busitalia” e “tornare a parlare di un reale servizio pubblico, gestito direttamente dalla Regione”
“Un governo regionale deve avere una visione generale del territorio e deve permettere lo sviluppo e la crescita di tutti i comuni della regione, per questo il trasporto pubblico, che pubblico ormai non è più ma regolato secondo la logica del profitto privato, è un servizio primario ed essenziale come anche enunciato dal referendum del 2011. Assistiamo invece all’emarginazione forzosa di un’ampia fetta del territorio umbro, sempre più relegato ad essere periferia economica e sociale”.
La Rsu Usb in Busitalia e la federazione Usb lavoro privato Umbria incroceranno le braccia domani, 18 giugno, aderendo allo sciopero nazionale del settore proclamato dalla Usb, “per dire no alla gestione privatistica di Busitalia, per tornare a parlare di un reale servizio pubblico, gestito direttamente dalla Regione, che sappia essere davvero fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio e sicuro per i cittadini e i lavoratori”.
“La rimodulazione dei servizi, avvenuta lo scorso 8 giugno, ad opera della Regione Umbria, di concerto con Busitalia – sostiene Usb - non garantisce il pieno collegamento dell’intero territorio regionale e non va nella direzione di un investimento serio nella strategicità del trasporto pubblico locale. La nuova pianificazione, che colpisce il settore meno redditizio per Busitalia e cioè il trasporto extraurbano, ha scontentato infatti molti sindaci che vedranno tagliati, nel proprio territorio, i servizi di collegamento, come del resto da noi più volte denunciato. I cittadini dell’Umbria pagano tutti le stesse tasse, ma alcuni hanno i servizi ed altri pagano solo le tasse”.
“C’è anche una questione legata all’emergenza sanitaria in atto: l’8 giugno sono stati rimessi in circolazione autobus fermi da circa due mesi, i quali non sono stati dotati di sistemi di sicurezza sufficienti a garantire l’isolamento degli operatori di esercizio. Infatti il posto guida su questi mezzi è privo di pannelli isolatori e in questo modo, in autobus sigillati e senza finestrini, siamo certi che la distanza di un metro non sia assolutamente sufficiente ad evitare possibili contagi da Covid19”.
“In tale scenario – rileva il sindacato - forte è la preoccupazione di tutti gli operatori di esercizio in previsione della nuova organizzazione che subirà il settore in vista delle prossime scadenze di riapertura generalizzata delle attività e in particolare dei servizi scolastici”.
“Tutto questo si somma al fatto che Busitalia continua a ricorrere al fondo bilaterale di solidarietà, sottoscrivendo accordi con Cgil Cisl Uil che sottraggono risorse utili per la garanzia dei livelli occupazionali e aggrediscono i salari degli addetti al settore ridotti già di circa il 50%. Ancora una volta assistiamo alla logica predatoria da parte del privato, che pensa di poter fare profitto anche in una condizione pericolosa come questa”.