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La scuola dopo il virus, le regole per tornare in classe a settembre: banchi distanziati di un metro e “lunch box” per la mensa

Tutti i dettagli del documento del comitato scientifico: ingressi e uscite scaglionate, distanziamento sociale anche per palestre e spazi comuni. Lo “scoglio” delle mascherine: in Umbria ne serviranno oltre 137mila al giorno | IL DOCUMENTO

Distanziamento sociale e sistemi di protezione individuale sono i capisaldi del percorso che porterà gli studenti di tutta Italia di nuovo in classe a settembre. Il comitato tecnico scientifico ha ultimato l’elaborazione del documento che contiene le indicazioni per riaprire la scuola dopo la chiusura a marzo contro la diffusione della pandemia da Covid19.

In Umbria sono presenti 24 direzioni didattiche, 65 istituti comprensivi, 5 istituti principali di primo grado per un totale di 138 istituzioni scolastiche e 808 sedi scolastiche (314 prima infanzia, 287 primaria, 112 di primo grado, 95 di secondo grado) e 116.516 alunni (di cui 4.217 con disabilità) divisi in 5.767 classi. Le scuole paritarie sono 96 e raccolgono 4.288 alunni. Gli insegnanti sono 13.403.

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“La precondizione per la presenza a scuola di studenti e di tutto il personale a vario titolo operante – indica il Cts - è l’assenza di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37.5°C anche nei tre giorni precedenti; non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni; non essere stati a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni”.

All’ingresso della scuola non sarà necessaria la rilevazione della temperatura corporea. “Chiunque ha sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37.5°C dovrà restare a casa. Pertanto si rimanda alla responsabilità individuale rispetto allo stato di salute proprio o dei minori affidati alla responsabilità genitoriale”.

Ingresso e uscita saranno scaglionati sia a livello orario che “rendendo disponibili tutte le vie di accesso, compatibilmente con le caratteristiche strutturali e di sicurezza dell’edificio scolastico, al fine di differenziare e ridurre il carico e il rischio di assembramento”. Spetterà ai singoli istituti e alle direzioni didattiche se modificare, per questo, anche gli orari di presenza a scuola, immaginando di allungare la possibilità di ingresso e, conseguentemente, anche quella di uscita fino alle 15 o alle 16 del pomeriggio.

“Si dovrà porre in atto ogni misura organizzativa finalizzata alla prevenzione di assembramenti di persone, sia che siano studenti che personale della scuola, negli spazi scolastici comuni (corridoi, spazi comuni, bagni, sala insegnanti, etc.)” e “dovrà essere ridotta al minimo la presenza di genitori o loro delegati nei locali della scuola se non strettamente necessari (es. entrata /uscita scuola dell’infanzia)”.

La presenza in classe è il punto più delicato visto che “il layout delle aule destinate alla didattica andrà rivisto con una rimodulazione dei banchi, dei posti a sedere e degli arredi scolastici, al fine di garantire il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro, anche in considerazione dello spazio di movimento”. Mediamente, nelle classi dell’Umbria la presenza media degli alunni è di circa 20 persone, con punte che però arrivano anche a 26/27. Difficile immaginare spazi tanto grandi da poter accogliere un numero così elevato di studenti. La questione da risolvere prioritariamente sarà dunque quella degli spazi.

E infatti, il Cts suggerisce che “ciascuna istituzione potrà definire, in virtù dell’autonomia scolastica, modalità di alternanza / turnazione /didattica a distanza proporzionate all’età degli alunni e al contesto educativo complessivo. In particolare, per gli ordini di scuola secondaria di primo e secondo grado, al fine di ridurre la concentrazione di alunni negli ambienti scolastici, potranno essere in parte riproposte anche forme di didattica a distanza”.

“In tutti gli altri locali scolastici destinati alla didattica ivi comprese aula magna, laboratori, teatro, rispetto alla numerosità degli studenti dovrà essere considerato un indice di affollamento tale da garantire il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro anche in considerazione delle attività didattiche specifiche proprie degli istituiti tecnici o professionali; per gli Istituti coreutico musicali le attività didattiche che prevedano l’utilizzo di strumenti a fiato o attività corali dovranno essere effettuate garantendo un aumento significativo del distanziamento interpersonale”.

Negli spazi comuni, aree di ricreazione, corridoi, dovranno essere previsti percorsi che garantiscano il distanziamento tra le persone, limitando gli assembramenti, anche attraverso apposita segnaletica.

Per lo svolgimento della ricreazione, delle attività motorie e di programmate attività didattiche, ove possibile e compatibilmente con le variabili strutturali, di sicurezza e metereologiche, privilegiarne lo svolgimento all’aperto, valorizzando lo spazio esterno quale occasione alternativa di apprendimento.

Per le attività di educazione fisica, qualora svolte al chiuso (es. palestre), dovrà essere garantita adeguata aerazione e un distanziamento interpersonale di almeno 2 metri.

Per quanto riguarda le mense, “le singole realtà scolastiche dovranno identificare soluzioni organizzative ad hoc che consentano di assicurare il necessario distanziamento attraverso la gestione degli spazi (refettorio o altri locali idonei), dei tempi (turnazioni), e in misura residuale attraverso la fornitura del pasto in “lunch box” per il consumo in classe”.

Il documento affronta poi la questione relativa ai dispositivi di protezione individuale. A scuola dovranno essere disponibili “prodotti igienizzanti (dispenser di soluzione idroalcolica) o a base di altri principi attivi per l’igiene delle mani per gli studenti e il personale della scuola, in più punti dell’edificio scolastico e, in particolare, in ciascuna aula per permettere l’igiene delle mani all’ingresso in classe, favorendo comunque in via prioritaria il lavaggio delle mani con acqua e sapone neutro”.

Nodo fondamentale è quello legato alle mascherine. Che dovranno essere indossate ogni giorno da personale amministrativo, docenti e studenti – tranne gli alunni della scuola dell’infanzia – “per l’intera permanenza nei locali scolastici, fatte salve le dovute eccezioni (ad es. attività fisica, pausa pasto)”.

Il riferimento è a mascherine chirurgica che, per il personale docente verranno fornite dalla scuola, o di comunità di propria dotazione per gli alunni. La questione è però cruciale e si innesta nelle polemiche di queste ultime settimane relative alla effettiva disponibilità dei presidi e al loro costo. In linea generale, con la ripresa della scuola, l’Umbria potrebbe avere bisogno di oltre 137mila mascherine chirurgiche monouso ogni giorno.

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