Ternani con l’acqua alla gola, quasi quattromila domande per pagare a rate la bolletta del servizio idrico
Il bilancio del Sii: “La crisi ha avuto effetti negativi su famiglie, artigiani e commercianti che a volte si sono trovati senza alcuna tutela. Tendenza a crescere notevolmente”. Circa 150 distacchi in un anno
La crisi in un bicchiere d’acqua. Il terremoto iniziato nel 2008 e che continua a far sentire i suoi scossoni può essere letto anche attraverso le pieghe del bilancio del Servizio idrico integrato di Terni.
Approvato non senza polemica qualche settimana fa, il documento fornisce non solo elementi che fanno capire lo stato di salute dell’azienda che nel Ternano si occupa della gestione di acquedotti e fognature, ma anche quello di famiglie e imprese.
“Una considerazione è doverosa – è scritto nel bilancio 2019 - e riguarda la crisi economica, sociale e finanziaria nella quale è caduta, in modo grave, la realtà territoriale ternana nell’ultimo decennio ma, soprattutto, a partire dalla crisi generale esplosa nel 2008 che ha di fatto avuto effetti molto negativi su ogni aspetto della vita dei cittadini e delle famiglie, ma anche delle piccole realtà artigianali e commerciali. Una crisi veramente devastante che potremmo definire, talvolta, anche senza tutela alcuna, senza difese e senza paracadute istituzionali, dato che gli strumenti classici di sostegno alle famiglie, i servizi sociali delle amministrazioni pubbliche locali e provinciali, in questo periodo sono andati progressivamente diminuendo fino a scomparire del tutto in alcuni comuni”.
Il numero delle utenze attive è passato dalle 109.348 del 2003 a 120.909 del 2019. In un arco di tempo più ristretto, è anche cresciuta in maniera esponenziale la quota di quegli utenti che con difficoltà riescono ad onorare le fatture.
Il bilancio rileva infatti che il numero totale di rateizzazioni presentate dagli utenti dal 2006 al 2019 è “incrementato significativamente”, passando da circa 930 a 3.925. Quasi quattro volte. Le sospensioni di fornitura per morosità nel 2019 sono state 149
E il peggio sembra debba ancora venire. “Siamo consapevoli che, soprattutto nei prossimi anni, questa tendenza è destinata a crescere notevolmente”.