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Sicurezza a Terni, la ‘ricetta’ dei Giovani Dem: “Maggiore libertà di scelta. Gli spazi del centro fatti per essere vissuti”

La nota dei Giovani Democratici dopo la presa di posizione del circolo Pd Terni Centro “Ludovico Montani” sui temi della sicurezza e vivibilità del centro storico

“Il problema evidenziato dal circolo PD Terni Centro ‘Ludovico Montani’ è comprensibile e reale. La soluzione non può però essere condivisa. Così come non possono essere condivise le non-soluzioni dell’amministrazione locale.” I Giovani Democratici, intervenendo sul tema, si smarcano dalle possibili soluzioni - poste in essere - per garantire una maggiore sicurezza del centro città. Nello specifico il circolo Montani proponeva di: “Limitare, negli orari serali di maggior afflusso, l’accesso pedonale alle suddette zone al fine di contingentarne le presenze esclusivamente per i residenti e per coloro che intendano consumare nei locali delle aree interessate e quindi anche in base al numero dei posti a sedere”.

Secondo i Giovani Dem: “Se è vero che esiste un problema di assembramenti in centro e di episodi di violenza non è possibile adottare come “soluzione” il contingentare le presenze nello spazio pubblico o il massiccio schieramento di forze dell’ordine. Gli spazi del centro sono fatti per essere vissuti dalla cittadinanza, sono luoghi che non possono essere riservati a chi ha prenotazioni al ristorante o a chi è residente in quelle zone: si rischierebbe di tagliare fuori da importanti spazi chi al ristorante non ci va e chi non può permettersi una casa in centro storico. È una soluzione che riserverebbe gli spazi del centro a chi se li può permettere economicamente. Oltre a questo, per principio, non è possibile vietare l’accesso a spazi pubblici solo perché possono eventualmente diventare spazi in cui si compiono atti di violenza. Significherebbe riconoscerli per quello che sono episodicamente e non per quello che sono abitualmente: spazi in cui si intessono rapporti sociali importanti, in cui ci si diverte e anche in cui si sviluppa il tessuto economico della città non legato necessariamente a prenotazioni”.

Ed ancora: “Non possiamo nemmeno pensare di risolvere il problema degli assembramenti con ulteriori presidi delle forze dell’ordine in giro per la città perché non si può militarizzare un centro storico per tenere a bada ‘la movida’ e perché nonostante il dispiegamento di forze dell’ordine che c’è stato nel centro continuiamo a vedere sempre più frequentemente fenomeni che non dovrebbero manifestarsi. Il problema della violenza è sociale e individuale, se si toglie uno spazio si può comunque consumare in un altro, se si vigila un luogo ne rimarranno comunque molti non vigilati. Il problema è serio ed è peggiorato con l’avvento della pandemia. L’unica soluzione è curarlo alla radice, magari prevedendo un aiuto gratuito e facilmente accessibile da parte di psico-terapeute che possano intervenire sul disagio prima che si trasformi in violenza”.

Nel contempo: “Mentre si lavora sul fronte sociale, portare a vivere il centro ad orari differenti o in luoghi normalmente non interessati dagli eventi sociali aiuterebbe a risolvere il problema degli assembramenti, per esempio organizzando, con le dovute precauzioni, eventi che valorizzino Terni e allo stesso tempo allentino la pressione dalla sera. Il controllo e la repressione sono vie facili e immediate ma non possono mai essere le vie preferenziali dell’azione politica. Anche perché non sono efficaci. La soluzione – concludono - non può essere ancora più controllo ma deve essere più libertà di scegliere”.

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