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Ventuno morti e quattro ordinazioni, così la chiesa di Terni sta invecchiando: c’è un parroco ogni 1.400 fedeli

I “numeri” della diocesi: oggi in servizio ci sono 114 sacerdoti, 71 diocesani e 43 religiosi, per una popolazione di oltre 165mila persone: “Scarsità del ricambio con nuove risorse”

La crisi delle vocazioni sta tutta in questi numeri: da marzo 2015 a gennaio 2021 nella diocesi di Terni Narni Amelia ci sono state 4 ordinazioni: 3 sacerdoti religiosi e un diocesano. Le ultime due risalgono al 2019. Nello stesso arco di tempo – l’ultimo quinquennio – sono stati 21 i sacerdoti tornati alla casa del Padre.

La fotografia emerge dalla “Elaborazione dati statistici di sacerdoti diocesani, religiosi e diaconi permanenti 2015-2021” redatta dalla diocesi. Un lavoro piuttosto dettagliato e che si pone un triplice obiettivo. Anzitutto, “fornire uno sguardo complessivo che indichi come si è modificato il quadro delle risorse umane nel suo insieme nell’arco di cinque anni. Ovviamente tenendo conto degli avvicendamenti, dell’avanzamento dell’età e dei decessi di vari soggetti e considerando nello stesso tempo la scarsità del ricambio con nuove risorse”.

Pochi sacerdoti, spesso in età avanzata, che devono fare fronte non solo alle attività “ordinarie” delle parrocchie: battesimi (sempre meno), funerali, matrimoni, celebrazioni eucaristiche. Ma anche a tutta quella “pastorale” dedicata alla comunità parrocchiale.

A marzo 20015 il panorama della diocesi era questo: 83 i sacerdoti diocesani (58 italiani e 25 stranieri), 35 i religiosi (25 italiani, 10 stranieri) per un totale di 118. La maggior parte aveva un’età compresa fra 50 e 60 anni, seguiti dai 40-50enni. Nessun sacerdote era under 30.

Cinque anni dopo – dice la statistica – il quadro si è così modificato: 71 sacerdoti diocesani (49 italiani e 22 stranieri), 43 religiosi (33 italiani e 10 religiosi) per un totale di 114 che devono occuparsi di 80 parrocchie (64 tenute da sacerdoti diocesani) e 16 da religiosi per una popolazione complessiva di 165.832 persone, così suddivise: 115.970 nella forania di Terni, 28.800 in quella di Narni e 21.062 in quella di Amelia. Orvieto, pur essendo in provincia di Terni, fa parte – appunto – della diocesi di Orvieto Todi.

Un quadro che porta a “ripensare le articolazioni all’interno della chiesa locale: zone pastorali, vicariati, unità pastorali” senza però procedere con quella che don Salvatore Ferdinandi, vicario generale della diocesi, definisce “ingegneria ecclesiastica”, ossia “senza coinvolgere le persone e le comunità, immaginando soluzioni decise solo a tavolino”. Il futuro porterà inevitabilmente a “superare l’immagine della parrocchia autarchica che funziona secondo la logica del tutte le parrocchie hanno tutto e fanno tutto. La pastorale integrata di cui spesso si parla, non può non tradursi in scelte che invertano il processo degli anni precedenti quando, l’abbondanza di clero non ha portato a considerare il riposizionarsi sul territorio dei flussi della mobilità antropologica e sociale. Per cui, un’attenzione particolare e diversificata, riveste due temi: l’abitare la città, che domanda un’attenzione differenziata ai quartieri, alla loro storia e geografia. Come anche l’attenzione ai piccoli centri, dove attraverso le comunità pastorali, si possano assicurare unitariamente dei servizi a più parrocchie che occupano lo stesso territorio, attraverso l’apporto di diverse figure ministeriali”.

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