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Sportello della Soprintendenza, svanisce il ‘sogno’ dell’ufficio decentrato: “Impossibilità a riaprire per carenza di personale”

L’annuncio del capogruppo di Terni Civica Michele Rossi: “Non si sarebbero dovuti lasciar scemare i mesi della sperimentazione ma ci si sarebbe dovuti preoccupare del da farsi prima della scadenza”

Una missiva, nero su bianco, per annunciare l’impossibilità di riaprire l’ufficio decentrato della Soprintendenza. Ad enunciare tale novità il capogruppo di Terni Civica Michele Rossi che si era prodigato insieme all’ex assessore alla cultura Andrea Giuli, attraverso delle iniziative politiche ed interlocuzioni, ad agevolare l'apertura sperimentale del servizio, a supporto di tecnici e cittadini.

“La conquista di uno sportello decentrato della Soprintendenza a Palazzo Mazzancolli, aperto per alcuni giorni al mese per ricevere ed ascoltare tecnici e cittadini, con la presenza di due funzionari - un architetto ed un archeologo - si concretizzò a seguito della richiesta fatta con un mio atto di indirizzo votato dall'intero Consiglio Comunale” esordisce Michele Rossi. “Tutto questo perché convinto che il patrimonio della nostra città meritasse e meriti la medesima considerazione di tutte le aree dell’Umbria, in termini di tutela e salvaguardia”. Ed ancora: “Del resto lo sportello avrebbe permesso anche quel serrato controllo diretto ed immediato che il territorio merita, potendo seguire meglio in loco le tante emergenze culturali che ci vedono oggi impegnati”.

Il ricordo del consigliere: “E così è stato per i sei mesi di sperimentazione, precisamente dal luglio 2019 a gennaio 2020. A scadenza della sperimentazione, nonostante i documentabili e incoraggianti risultati in termini di frequentazione ed utilità alla città, non si formalizzò il servizio attraverso opportuno protocollo di intesa tra i soggetti coinvolti né si chiese, prima dell'arrivo della pandemia, un prolungamento o la sua stabilizzazione. Qualche mese fa – osserva – mediante una interrogazione chiedevo di conoscere i motivi che avevano portato alla chiusura, portando così all'attenzione del nuovo assessore competente quanto accaduto e chiedendo di attivarsi per il ripristino. Ci si dedicò immediatamente, recuperando il tempo perso, cercando di riallacciare i rapporti al fine di capire la possibilità di far riattivare il servizio da parte della Soprintendenza”.

Novità delle ultime ore: “Con la consapevolezza che a distanza di quasi due anni tutto fosse più difficile tanto che attraverso una missiva arriva la risposta – messa nero su bianco – di impossibilità a riaprire per carenza di personale. Una posizione del Soprintendente di oggi, che nel frattempo non è lo stesso che concesse il servizio, che sembra non permettere ad oggi grandi margini di trattativa. Ciò che rammarica – sostiene il capogruppo – è che non si sarebbero dovuti lasciar scemare i mesi della sperimentazione ma ci si sarebbe dovuti preoccupare del da farsi, prima della scadenza stessa, dimostrando veramente di tenere al servizio e capirne l’importanza, ragionando per una prosecuzione dell’attività. Questo insieme al sopraggiungere della pandemia, forse ha contribuito allo smantellamento dell'importante servizio e sembra cozzare con le imprese di una passata gestione delle tematiche culturali, di cui giornalmente si ricordano i successi".

La riflessione: "Al di là delle possibili mancanze rimane solo tanto rammarico per esserci fatti sfuggire in questo modo un primo segnale di riconoscimento, considerazione e giusto rispetto per la nostra città. Perché in termini di storia e valore, Terni non è e non può essere considerata seconda a nessuno. Compito della politica – conclude - è continuare a lavorare per questo”.

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