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Progetti Sprar, un lavoro per i migranti

Tagliato il programma per disagi mentali a causa delle criticità tecniche riscontrate. Ordinari e minori saranno 'impiegati' negli orti urbani e per rimuovere le scritte dai muri cittadini

Richiedenti asilo, rifugiati, minori non accompagnati e persone con disagi mentali. Sono queste le categorie che beneficiano dei progetti Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati). In tutto le persone interessate sono 89: 70 ordinari (cioè migranti e richiedenti asilo in genere), 14 minori non accompagnati e 5 affette da disagi mentali.

Questa mattina, l’assessore ai Servizi sociali Marco Celestino Cecconi, durante la conferenza stampa a palazzo Spada ha illustrato le nuove politiche della giunta Latini sui migranti intervenendo su questi numeri. Ha, infatti, spiegato che “il meccanismo dei progetti Sprar è quantificabile in 5 milioni di euro provenienti in parte dal Ministero dell’Interno (3 milioni per gli ordinari, mille e 200 per i minori e più di 600mila euro per le persone con disagi mentali) e in parte dal Comune, il quale impegna circa 150mila euro per gli ordinari, 62mila euro per i minori e 35mila euro per le persone con difficoltà”.

A causa del dissesto però l’assessore ha spiegato che verranno tagliati i fondi che fino ad ora sono stati destinati alle 5 persone con disagio mentale. Infatti, mentre gli altri progetti sono stati rinnovati a Novembre 2017 e saranno attivi fino a giugno 2019, questo è stato portato avanti finora grazie a delle proroghe che però sono scadute il 30 giugno e non possono più essere rinnovate. La sospensione, escluso il problema del continuo rinvio della scadenza, è dovuta ad alcune criticità riscontrate dal Ministero dell’Interno. Sono stati evidenziati problemi tecnici riguardo alla formazione del personale che dovrebbe occuparsi del recupero di queste persone. In ogni caso le unità interessate non sono più 5, ma soltanto una, visto che 3 sono state recuperate e una non si avvale più del servizio.

Quello che stanno tracciando insieme alle associazioni e ai gestori dei programmi ha detto Cecconi: “È un circolo virtuoso. Questa mattina, 28 agosto, abbiamo comunicato alle associazioni e ai gestori dei programmi in essere. Vogliamo fare un passo in avanti. Vogliamo che i migranti ci aiutino a far ripartire la città. Vorremmo ‘impiegarli’ per coltivare gli orti urbani, dai quali potrebbero anche in parte ricavare una parte del loro sostentamento, e per la rimozione delle scritte su edifici pubblici e luoghi cittadini. In questo modo il Comune risparmierà di 35mila euro e risorse umane che verranno destinate ad attività di sostegno soprattutto nei confronti di cittadini italiani”.

Ha poi spiegato perché è necessario cambiare approccio. “Lo Sprar non può avere solo una dimensione assistenziale, una dimensione che non ha alcuna utilità per i richiedenti né tantomeno per la comunità ospitante. Occorre infatti gestire con grande attenzione tutti gli aspetti legati alla sicurezza e tutte le risorse economiche messe in campo, sia quelle del cofinanziamento comunale ma anche quelle dello Stato, i soldi della tasse dei cittadini italiani”, ha concluso.

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