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La storia di un’artigiana ternana, dal riciclo del materiale di scarto alla trasformazione in pezzi unici: “Collane, bracciali, orecchini su misura”

L’attività denominata ‘Le Chic d’Ari’: “La personalizzazione di ogni singolo prodotto all’interno di un’attività svolta in modalità prettamente manuale”

Il racconto di Arianna Massimi e della sua attività artigianale consiste nel realizzare attraverso materie prime naturali pezzi unici come borse, collane, orecchini, bracciali; tutto su misura e personalizzato poiché fatto in modalità prettamente manuale. La sua attività artigianale si trova nel cuore del centro di Terni; è una storia professionale ricca di spunti e curiosità, originata dalla passione per il settore della moda, dell’accessorio e di tutto ciò che appartiene alla sfera dell’ornamento femminile. Per raccontarne la storia occorre andare a ritroso di circa 15 anni, con la nascita del logo “Le cose di Arianna” poi trasformato nel brand “Le Chic d’Ari”. Il lavoro si basa soprattutto sul recupero del materiale per una questione di riciclo e sostenibilità, esordisce l’artigiana.

Una nuova vita prende forma, derivata anche da un minimo scarto che può essere indispensabile per creare un bell'oggetto. Il costo?: “Se dovessi quantificare il tempo impiegato nel pensare e realizzare ogni singolo oggetto non riuscirei a dargli un prezzo”. “Quando compri da un artigiano stai comprando centinaia di ore di esperimenti, non compri solo un oggetto ma stai comprando una passione, un momento di vita di una persona” sostiene Arianna. “La scelta della pelle come materiale prevalente nella realizzazione dei miei oggetti nasce da una passione ereditata dal mio passato universitario vissuto a Firenze, capitale dell’artigianato e maestra nella lavorazione del cuoio e della pelle. Trattasi di un materiale indistruttibile che nel tempo acquista sempre piu' fascino e, secondo me, e' l'antitesi del consumismo”.

“Il mio lavoro e' fatto anche di studio e ricerca di nuove tecniche e materiali, sempre più sostenibili. Negli ultimi tempi mi sono orientata sulla pelle vegetale, ossia quella pelle trattata solo con sostanze naturali ma esistono delle nuove startup che producono pelli con scarti vegetali di funghi, arance, ananas etc e non escludo in un futuro prossimo l'utilizzo anche di questi nuovi materiali”.

Produzione e trasformazione: “Dal pezzame intero con un taglio attraverso un cartamodello si realizza una borsa. La creazione di una collana, di un bracciale, di un orecchino è fatto a mano senza grandi macchinari; la manualità è l’aspetto prevalente. I miei strumenti di lavoro sono le forbici, i taglierini, la macchina da cucire, l'intuizione, la creatività e soprattutto la passione per quello che faccio. Oggi più che mai c'è bisogno di sensibilizzare le persone ad un acquisto consapevole. Acquistare un prodotto artigianale significa acquistare qualcosa di unico, lontano dalle grandi catene di distribuzione. Un’unicità che contraddistingue; spesso le mie clienti chiedono di lavorare sulla personalizzazione del prodotto, e questo rende le mie creazioni ancora più uniche”.

La tipicità del mestiere: “Amo definirmi artigiana e quando le persone mi etichettano come artista rispondo che lo divento solo nel momento in cui acquistano ed apprezzano le mie creazioni. Il mio pubblico è molto variegato, si va dalle giovanissime alle signore age' ma sicuramente un denominatore comune e' quello della donna consapevole che cerca qualcosa di unico ed irripetibile”. 

Il lockdown e le difficoltà incontrate: “Non mi ha aiutata dal punto di vista creativo. Non riuscivo a produrre, il periodo da marzo a maggio è stato un momento di forte riflessione. Quando ho avuto la possibilità di riaprire la mia attività ho notato con grande stupore che le persone avevano voglia di novità, di leggerezza, di tornare a vivere la normalità. Ho la fortuna dopo tanti anni di lavoro e impegno di avere una schiera di clienti fidelizzate che apprezzano il mio lavoro e la mia disponibilità. Nonostante i canali social noto che il passaparola al livello locale è la cosa che funziona di più. Quando entra in negozio una nuova cliente cerco sempre di fare un feedback e spesso mi viene detto che hanno visto indossate le mie creazioni a colleghe ed amiche o che le sono stata consigliata da altre persone. Un piccolo spiraglio: “Pensavo che questo sarebbe stato un Natale tragico, ma alla fine è andata abbastanza bene, anche se ho conosciuto Natali migliori. Nel mio lavoro bisogna guardare avanti sempre con positività e coraggio.

Infine una riflessione: “Credo che sia necessario prestare maggiore attenzione nei confronti di chi fa un mestiere creativo. Un occhio di riguardo per le botteghe artigiane.

La nostra città non ha una cultura prettamente artigianale però, negli ultimi anni, c’è stata sicuramente un’apertura. Prendendo spunto dal mio modello di laboratorio ho visto che ci sono state nuove aperture, nuovi laboratori e artigiani coraggiosi. Mi piacerebbe una maggiore collaborazione, riuscire a fare rete tra di noi e creare nuovi percorsi. Ad esempio – suggerisce Arianna – si potrebbe inserire sul sito del comune una mappatura delle botteghe artigiane presenti in città. Anche se siamo in pochi, quelli presenti sono tutti molto bravi”.

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