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Ternani nel mondo. La storia di Noemi: “Il ristorante ambitissimo a pochi passi dall’aurora boreale, la famiglia e la ripartenza in Svezia”

La scelta di trasferirsi dapprima in Svezia poi in Norvegia, insieme al marito conosciuto al matrimonio di una sua amica. Il racconto di Noemi che ora è tornata temporaneamente a Terni per le vacanze estive

Una storia da raccontare costellata da molteplici sfaccettature, colpi di scena e scelte di vita, anche dolorose da compiere. Correva l’anno 1998 quando Noemi Ortenzi, giovane studentessa ternana, conobbe una ragazza svedese che viveva a Terni. “Con Jenny ci siamo incontrate per caso. Dalla successiva frequentazione rimase piacevolmente sorpresa dalla capacità della sottoscritta, nel saper parlare correttamente la lingua inglese. Dopo circa un anno e mezzo tornò in Svezia con il suo compagno ternano. Mi chiese di raggiungerla a Stoccolma” racconta Noemi alla nostra redazione di www.ternitoday.it. “Tuttavia avendo appena finito l’università e con un lavoro precario da portare avanti, non era proprio semplice riuscirvi”.

La prima svolta nella vita di Noemi: “Andai al suo matrimonio e conobbi Michael, tra l’altro amico dello sposo. Da lì nacque un primo approccio che proseguì, a distanza, con il trascorrere del tempo. Ci siamo sentiti via messaggi per una quarantina di giorni. Con il rinnovo del matrimonio ci fu la possibilità di rincontrarci a Terni e da lì cominciò la nostra storia. Per i primi sei mesi abbiamo fatto la spola entrambi, poi l’ulteriore decisione di trasferirmi in Svezia”.

Un paese organizzato nei minimi dettagli: “In quel periodo Michael lavorava in un’azienda che si occupava dello smistamento dei rifiuti. Riuscii ad ottenere un primo contratto, l’apertura di un conto corrente, la carta di identità ed iniziai anche a studiare la loro lingua. Per quattro anni ho lavorato nella medesima azienda di Michael, approfondendo la materia mediante un corso di lingua per adulti ed iscrivendomi ad un corso per diventare guida turistica autorizzata.”

Il matrimonio e la nascita della piccola Tecla: “Dopo aver convissuto per diversi anni ci siamo spostati al duomo cattolico di Stoccolma. Sono entrata in maternità, appena completato il viaggio di nozze, avendo successivamente una serie di complicanze con le quali convivere. Il desiderio è stato quello di partorire a Spoleto e così è andata. Siamo rimasti due mesi a Terni per poi tornare in Svezia. Tuttavia la città era cambiata poiché c’è stato un momento in cui l’immigrazione non era sotto controllo. Un paio di episodi negativi – racconta Noemi – vissuti direttamente hanno provocato una profonda riflessione in noi”.

Le ulteriori esperienze: “Presso l’ufficio del cittadino di medborgarkontor dove ho lavorato per qualche mese con colleghi da tutto il mondo e avevamo una clientela alquanto difficile dal punto di vista dell'integrazione. Poi quella dell'insegnamento, un totale di due anni, terminata a causa della gravidanza e degli orari scomodi per una donna con una bimba piccola. Mi ha dato molte soddisfazioni, sia tra gli studenti che tra i direttori delle scuole che mi adoravano”.

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Un nuovo passaggio cruciale: “Mio marito è sempre stato appassionato di cucina. Aveva molti contatti nella ristorazione per esperienze e formazione pregresse. Attraverso facebook arrivò una proposta alquanto allettante. Un contatto dalla Norvegia dove si cercava una coppia di persone ambiziose che conoscevano almeno una lingua scandinava, abili in cucina e con buona predisposizione verso il settore del turismo. A quel punto - osserva Noemi – dopo aver valutato pro e contro l’ulteriore svolta. Percorremmo 1800 km in macchina, ci recammo sul posto per verificare lo status del ristorante. Il posto era stupendo poiché collocato all’interno delle isole di Lofoten, famosissime per l’aurora boreale ed il sole di mezzanotte. Un ampio restyling della struttura anticipò l’apertura avvenuta nel 2015”.

Oltre quattro anni di grandi successi: “Siamo stati menzionati in diversi libri tedeschi, inglesi, francesi. Una giornalista dell’Oregon ha realizzato un ampio servizio. Abbiamo conosciuto i fotografi più importanti del mondo. Era diventato il ristorante di pesce numero uno: la patria dello stoccafisso. Lavoravamo prettamente con gruppi di turisti e gli impegni si moltiplicavano con il trascorrere del tempo. Purtroppo, a causa di problemi di salute sopraggiunti, siamo stati costretti a chiudere l’attività”.

L’arrivo della pandemia: “Per staccare con la routine quotidiana ci siamo presi un anno sabbatico, girando varie parti del mondo. L’arrivo dell’emergenza sanitaria però ha scompaginato tutti i nostri piani. Siamo rimasti bloccati in Italia per otto mesi. L’intento era quello di ritornare in Svezia ed acquistare una nuova casa. Non è stato possibile fino al viaggio in aereo, una volta allentate le restrizioni”. Il presente: “Entrambi lavoriamo in Comune, sebbene con mansioni molto diverse poiché Michael è tornato in cucina mentre io sono educatrice negli asili”.

Un giudizio su Terni per concludere: “Entrambi seguiamo la Ternana e mio marito è diventato tifoso delle Fere da anni. A lui la città piace tantissimo per storia, buon cibo ed affetto che i ternani sanno diffondere. Difficile vedere i lati negativi non vivendo la quotidianità. A mio avviso – conclude Noemi – sussiste un qualcosa di incompiuto. In Svezia ad esempio premiano essenzialmente i meriti detenuti, andando a guardare in un cv esperienze e professionalità. Il giudizio è meramente e prettamente oggettivo. Pertanto occorrerebbe prendere esempio e non soffermarsi in superficie”.

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