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Storica attività ternana, tradizione e futuro: “Forte identità con il passato per creare un caffè letterario post moderno”

Il racconto di Francesco Santocchi: “Siamo in piena trasformazione in previsione del 2024 quando porteremo a compimento il progetto di restyling”

La storia della città di Terni può e deve essere raccontata anche attraverso le attività imprenditoriali. Dal 1890 l’edificio edificato a metà del seicento e collocato all’interno dell’abitato di Poscargano, rientra nella narrazione più affascinante del commercio ternano. In quell’abitazione infatti nacque il lungo percorso compiuto dalla famiglia Venturini. A raccontare i passaggi più significativi di questo cammino, arrivato ai giorni nostri, è Francesco Santocchi che gestisce, con la sua famiglia Poscargano cibo ed ospitalità dal 1890.

Dagli albori allo sviluppo: “L’attività commerciale nacque alla fine del diciannovesimo secolo. Il plesso era stato edificato a metà seicento ed il bisnonno decise di trasformarlo in uno spaccio di prodotti agroalimentari, seguendo il rosso delle botteghe italiane ossia adibire la propria casa ad uso commerciale. Le guerre causarono l’interruzione dell’attività. Al contempo mio nonno che lavorava a Montoro, dopo il secondo conflitto bellico, abbandonò il lavoro in fabbrica per rilevare l’azienda del padre e dar vita al classico bar di campagna. Fu tra i pochi nel dotarsi di una televisione, concentrandosi sulla somministrazione delle bevande, fino agli anni novanta”.

Il passaggio seguente: “Subentrarono i miei genitori trasformando il locale attraverso una ristrutturazione, riassemblaggio, riadattandolo al momento. Correva il 1989 quando si sviluppò tutta la parte dedicata alla gelateria e cocktail bar che tutti conoscono”. Ulteriore step: “Nel corso 2015 abbiamo deciso di procedere ad un ulteriore rinnovo focalizzandoci sul cocktail bar come aspetto predominante, andando a sviluppare l’enogastronomia mantenendo comunque il servizio gelato. Abbiamo proceduto al rebranding, denominando il locale Poscargano, recuperando pertanto l’aspetto storico risalente ai decenni precedenti. Un claim per raccontare la nostra identità, dimensione offrendo prodotti che rispecchiano la storia della gastronomia andando a far emergere la connotazione a livello prettamente europeo, contestualizzando il tutto al territorio.”

Il ritorno al passato: “Lo si evince tale passaggio, nell’ultimo periodo storico, grazie a Carlo Petrini fondatore dell’associazione Slow Food con la quale collaboriamo. Una riscoperta delle bevande ottocentesche legate alla dimensione dei costumi, dell’eleganza. Ci siamo incentrati su alcuni trend per poi dare una nostra personale interpretazione. Il presente dunque è a forti tinte enogastronomiche. Il prossimo anno – afferma Francesco Santocchi – vorremmo fare un ulteriore restyling del locale andando a ricreare l’atmosfera di un locale letterario, post moderno, recuperando l’importanza del caffè”.

Il motivo? “Ha rappresentato un punto di rottura in Europa entrando nelle case aristocratiche e borghesi. Una dimensione elitaria, aristocratica e borghese, dei luoghi dove avvenivamo le conversazioni nelle raffinate case nobili, passa dalla casa al caffè nel centro città, aperta a tutti, aperta al popolo. Il caffè anche inteso come luogo dello sviluppo della democrazia e cultura liberale e l’incontro tra cultura borghese e cultura popolare. Poiché si assiste a questo ritorno al passato l’idea è proprio dar vita a quel design ed arredo che richiama i caffè letterali, senza perdere l’elemento identitario della gelateria".

"A tal proposito il gelato è il prodotto figlio della tradizione popolare palermitana, diventa borghese servito nelle eleganti coppe al Procope di Parigi, portato nella capitale francese dal nostro connazionale Francesco Procopio Coltelli, da cui il caffè prende ispirazione per il nome. Perciò il gelato nella narrazione d’impresa che stiamo costruendo, oltre perché è un prodotto che ci identifica, vogliamo che sia un prodotto di punta. Il nostro intento è quello di offrire un servizio che non si limiti alla mera attività stagionale”.

Il riconoscimento: “Il prossimo 23 gennaio la rivista specializzata BlueBlazer ci dedicherà uno spazio ed invitato a Milano per entrare all’interno di questo circuito. Qualche loro collaboratore è venuto nel nostro locale anche se non possiamo sapere quando, fornendo una recensione. Successivamente è stato possibile entrare farne parte”.

Essendo un’attività tramandata di generazione in generazione ci sono dei motivi ‘speciali’ per svolgere al meglio la professione: “Se non ci fossero stati i nostri predecessori non avremmo mai sviluppato tutto ciò. Un dovere morale proseguire ma anche il piacere di farlo per la passione che ci mettiamo. Ad esempio – ricorda Francesco – sto terminando il percorso di studi in scienze enogastronomiche, ricercando i trend di settore. Inoltre quando fai impresa ti devi confrontare con il macroambiente per creare un rapporto di pubbliche relazioni. In passato ho avuto l’opportunità di trasferirmi a Londra – conclude – ma proprio per l’affetto, il legame ed il senso di riconoscenza nei confronti di tutta la famiglia sono rimasto in città”.

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