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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Una studentessa del liceo Donatelli di Terni tra gli “ambasciatori” della salute in Italia

Inclusione, innovazione e prevenzione tra le aspettative e i desideri dei ragazzi per la sanità di domani: si tratta della seconda edizione di Fattore J, progetto ideato da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce la salute come uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale. Non solo, quindi, assenza di malattia. Un principio che ha ispirato la costruzione del primo “Manifesto della salute” scritto dai giovani per dare voce alla loro visione sui temi della salute e della scienza, con uno sguardo rivolto al futuro. Il documento, già consegnato all’Istituto superiore di sanità, è stato presentato pubblicamente questa settimana nella sede del consiglio regionale della Lombardia. A sottoporre all’attenzione delle istituzioni i dieci punti programmatici del manifesto sono stati i venti “ambasciatori”, autori del testo, in rappresentanza di 11mila studentesse e studenti, provenienti da 16 regioni d’Italia, che hanno partecipato al progetto Fattore J, promosso da Fondazione Mondo Digitale insieme a Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson.

Dal manifesto emerge con forza la richiesta da parte dei ragazzi di investire su persone, ricerca e innovazione per favorire il progresso scientifico, che – grazie anche al ruolo della scuola – possa essere portato alla conoscenza di tutti.

La presentazione del “Manifesto della salute” ha segnato la conclusione della seconda edizione di Fattore J, che ha coinvolto oltre 11mila studenti delle superiori, per un totale di 111 scuole in 16 regioni d’Italia, in approfondimenti e dibattiti su temi chiave in diverse aree terapeutiche (oncologia, ematologia, immunologia, infettivologia, ipertensione arteriosa polmonare e neuroscienze). Tra questi, c’è anche Sara Pelle, studentessa del liceo Donatelli di Terni.

Grazie al coinvolgimento di 13 associazioni di pazienti, all’autenticità delle storie condivise e alla capacità di comunicare con empatia di esperti e medici, Fattore J è riuscito nell’ambiziosa sfida di portare salute e benessere al centro del processo educativo. Con l’obiettivo di accompagnare le nuove generazioni, fortemente colpite dalla pandemia, allo sviluppo di competenze e strumenti per diventare protagonisti del cambiamento e costruttori di fiducia nella scienza, Fattore J è diventato anche un originale strumento di ascolto. Lo testimoniano i risultati finali della ricerca “I giovani e la fiducia nella scienza”, elaborata dal Dipartimento di economia politica e statistica dell’Università di Siena. L’indagine esplorativa, composta da quattro questionari mensili con diversi focus (cambiamenti negli stili di vita, fiducia nelle istituzioni, modifica di comportamenti in base alle opinioni di esperti, bias cognitivi su temi scientifici), ha rilevato l'attenzione dei giovani ai temi del benessere e della salute, la necessità di una comunicazione scientifica sana ed equilibrata, la capacità di selezionare le fonti affidabili, l'impegno a condividere la fiducia nella ricerca per un futuro di scienza più inclusivo per tutti.

In particolare, dal quarto questionario tematico su bias cognitivi in ambito medico-scientifico, emergono nuove sfide formative per migliorare tra le nuove generazioni la capacità di interpretare informazioni statistiche più complesse, tra incertezza, probabilità e rischio, e riconoscere gli stereotipi di genere sulla salute. Anche tra i giovani, infatti, esistono bias di genere e di autorità (per i dettagli si rimanda alla scheda ricerca).  

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