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"Sull'area di crisi complessa Terni-Narni la Regione perde l'ennesima occasione di confronto con le parti sociali". L'affondo dei sindacati

Nella nota firmata dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil l'amarezza per un mancato confronto sulla progettualità relativa all'area di crisi complessa: "Auspichiamo si metta da parte l'autoreferenzialità"

Un vero e proprio sfogo, che fa eco a quello già diramato dopo la riunione della presidente Tesei con gli apicali della Cassa di risparmio di Orvieto, quello messo nero su bianco da segretari proviniciali di Cgil, Cisl e Uil, a seguito dell'iniziativa progettuale per dare nuovo impulso all'area di crisi complessa di Terni e Narni, che coinvolge, in tutto, 18 comuni della provincia.

"In queste ore - scrivono i segretari delle sigle sindacali - siamo venuti a conoscenza, tramite l social network, di rinnovi di avvisi e bandi relativi all’utilizzo delle risorse regionali assegnate al progetto dell’Area di Crisi Complessa Terni-Narni. Supponendo che tali avvisi riguardino la parte di fondi non ancora elargiti da parte della Regione, relativi allo strumento di Area di Crisi Complessa “Terni-Narni” in scadenza 31 Marzo 2021, siamo per l’ennesima volta a denunciare un problema di inesistenti relazioni istituzionali e sindacali.

CGIL-CISL-UIL dopo aver promosso ed ottenuto il riconoscimento dell’Area di Crisi da questa Giunta Regionale non sono state mai né coinvolte né informate dello stato di presentazione, approvazione e avanzamento dei progetti con conseguente impiego di risorse destinate ai progetti stessi.

Riteniamo - osservano - che nonostante i numerosi appelli al confronto, alcuni dei quali anche formalizzati, fatti dalle organizzazioni sindacali, la Regione Umbria abbia perso l’ennesima occasione per coinvolgere le parti sociali sul rendere noto l’aggiornamento della situazione relativa all’Area di Crisi. Vorremmo ricordare che da oltre sei mesi CGIL-CISL-UIL stanno chiedendo nelle diverse sedi, e non ultimo attraverso la piattaforma territoriale presentata, un rinnovo dello strumento dell’Area di Crisi, vista la sua scadenza al 31 marzo 2021, a fronte del persistere delle gravi e percepibili difficoltà industriali territoriali.

Speriamo sia possibile confrontarsi in fretta - aggiungono  -per avviare una nuova richiesta dello strumento, riconoscendo i limiti che si sono riscontrati, ridefinendolo e rendendolo attuale e rispondente a quello di cui ha bisogno oggi il sistema industriale ternano anche a fronte delle sfide indicate dall’Europa. Auspichiamo che le attuali amministrazioni mettano da parte l’autoreferenzialità e la sufficienza nel voler fare tutto da soli o peggio ancora scegliendosi gli interlocutori, mettendo in campo una nuova volontà nel confrontarsi con le parti sociali per affrontare - concludono - i tanti e troppi temi aperti per il bene del territorio e delle persone che in esso vivono e lavorano".

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