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Ternani in fila per il jackpot da 200 milioni, ma non è tutto oro quello che luccica

Secondo studi i 'baciati dalla fortuna' diventano poveri prima di molti altri, intanto il jackpot per la prossima giocata del “Superenalotto” ha riacceso la voglia di gioco d’azzardo

Anche a Terni sale la febbre per il prossimo Superenalotto. Intanto i dati aggregati del Mef dimostrano che ogni cittadino spende in media 480 euro l’anno tra lotterie, gratta e vinci e slot-machine. Il jackpot per la prossima giocata del “Superenalotto”, che avrà un premio superiore ai 200 milioni di euro, ha dunque riacceso, la voglia di gioco d’azzardo in tutta la penisola, se ce ne fosse bisogno. Chiunque però approcci il tema dal punto di vista statistico sa che le probabilità individuali di vincita sono prossime allo zero.

Che cosa succede ai pochi che vincono? La ricerca ha dimostrato che l'87% dei “fortunati vincitori della lotteria”, ritorna povero entro 24 mesi. È un dato confermato da molti studi, tra cui la metanalisi recentemente pubblicata da Jordan Ballor. I “baciati della dea fortuna” diventano più poveri di prima in meno di 2 anni.

Perché le persone perdono completamente il controllo quando acquisiscono grandi somme inattese? Una risposta scientificamente fondata e convincente arriva dal campo di studi che lega neuroscienze e finanza comportamentale.

Il premio Nobel per l’economia Richard Thaler, ha studiato il concetto di “Mental accounting”. Le ricerche dimostrano che la propensione al rischio cambia completamente in funzione della fonte da cui proviene il denaro. Come se nel cervello il denaro ottenuto senza fatica, venga inserito in una voce di bilancio “ad alto rischio”. Mentre se la cifra deriva dal lavoro o da altri investimenti complessi allora la quota viene registrata nella sezione “basso rischio”. Chi vince alla lotteria si trova a gestire un valore enorme conseguito senza sforzo, pertanto la percezione del rischio salta completamente. Un approccio aggressivo e spesso poco diversificato determina ingenti e rapide perdite nel vincitore.

La maggioranza di chi vince la lotteria, è un “ricco a tempo determinato”. Le distorsioni cerebrali legate alla sottovalutazione del rischio, l’ottimismo irrealistico ed il senso di colpa sono una mina nel cervello del “fortunato” pronta a esplodere. Le neuroscienze applicate ai comportamenti finanziari confermano, se ce ne fosse ancora bisogno, l’uso di meccanismi cerebrali emotivi e del tutto irrazionali nella gestione del denaro, estremizzati nei casi di “vincitori alla lotteria”. Per dirla con uno slogan: la fortuna è cieca, le distorsioni cerebrali legate al denaro, vedono benissimo.

Nessuna invidia quindi per chi vincerà il jackpot da oltre 200 milioni, il possessore dei numeri fortunati ha un’altissima probabilità di tornare più povero in 24 mesi.

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