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Terni, alla Marconi anche la Pet Therapy si fa a distanza

L’istituto comprensivo racconta la sfida dell’inclusione e della didattica “virtuale” attraverso percorsi pensati per ogni ragazzo e ragazza

L’anno scolastico sta ormai per terminare. Un anno diverso, decisamente complesso, in cui la didattica a distanza non è stata più una sperimentazione ma un obbligo.
Le scuole ternane non si sono fatte trovare impreparate e tutte hanno fronteggiato la DaD, seppur tra le mille criticità del caso, tra connessioni, piattaforme, tablet e pc.

Una sfida che ha portato a ripensare la scuola per tutti: il tema dell’inclusività, anche a livello nazionale, è stato al centro di discorsi e polemiche, ma poi sono state le singole scuole ad essersi dovute ingegnare per permettere ai bambini e ai ragazzi con disabilità di proseguire l’anno scolastico.
Probabilmente non tutto è andato bene, ma le esperienze positive vanno senz’altro raccontate.

E’ il caso dell’istituto comprensivo Marconi: 1200 tra bambini e ragazzi, tante situazioni da affrontare ma anche tanto spirito “di adattamento” per far andare tutto bene: “I ragazzi hanno svolto almeno due ore di didattica a distanza al giorno – afferma Paola Maccaglia, responsabile di plesso della scuola secondaria di primo grado – oltre al recupero, anche in piccoli gruppi. Abbiamo fornito pc e connessione a chi ne ha fatto richiesta e devo dire che abbiamo avuto un’ottima risposta da parte dei ragazzi, anche dei bambini della primaria, grazie anche alla collaborazione dei genitori”.

Una sfida particolare ha riguardato l’inclusione: “La didattica a distanza – afferma Sabrina Ranucci, responsabile e coordinatrice del dipartimento inclusione e per il sostegno della scuola - è stata riorganizzata adattandola in modo inclusivo e ogni ragazzo ha avuto un suo percorso. Laddove è stato possibile, sono stati impiegati in casa degli operatori scolastici per facilitare le attività, con tutte le norme di sicurezza del caso”.

Tra le esperienze più particolari e significative c’è senz’altro quella legata alla pet therapy: “La scuola Marconi – continua la professoressa Maccaglia – è stata la prima a sperimentare la pet therapy già 6-7 anni fa. E’ iniziata un po’ per gioco, ma in breve tempo ha ottenuto un buon successo, anche in ottica inclusiva, con l’entusiasmo di tutti i bambini e ragazzi”.

didattica a distanza 2-2-3Durante il lockdown, quindi, non si è voluto rinunciare a un’esperienza importante: “La pet therapy con Luna e Greta, guidate da Antonella Barone – continuano le docenti – è stata “adattata” a questa nuova situazione. In particolare, è stata una ragazza di terza media, Anna, a sperimentare questa nuova modalità, e dobbiamo dire che è andata bene”. Anche grazie alla presenza degli educatori in domiciliare, Benedetta Manciucca e Claudia Paolucci, Anna ha potuto partecipare agli incontri con i due golden retriever seppur in modo un po’ particolare perché a distanza, ma comunque utili: puzzle, schede, proiezioni, power point, attività da svolgere attraverso foto, video, approcciando semplici percorsi che lei aveva già fatto anche dal vivo. 

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Quello di Anna non è l’unico caso in cui si sono individuate modalità didattiche innovative con una forte spinta inclusiva. Queste attività didattiche, che vengono programmate in base all’Icf (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute), hanno alla base l’obiettivo dell’inclusione e del “progetto di vita” di ciascuno. E così sono nate progettualità specifiche e multidisciplinari che i ragazzi e le ragazze hanno portato avanti – spaziando dalla Divina Commedia a Sherlock Holmes e passando per i templi greci – che poi sono stati condivisi con la classe tramite la piattaforma Meet

Esperienze nate di fronte alla necessità ma che possono rappresentare una nuova base da cui partire per sviluppare progettualità diversificate, da continuare a sperimentare anche da settembre quando, si spera, docenti, ragazzi e bambini potranno tornare a guardarsi negli occhi senza utilizzare uno schermo.

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