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Sabato, 20 Aprile 2024
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Case popolari, c'è la commissione: le assegnazioni possono partire

Completate le nomine, ci sono cento alloggi da affidare: ecco chi deciderà. Il Sunia: non ci sono risposte per l'emergenza abitativa

Completata la commissione comunale per l'assegnazione degli alloggi popolari, cento le case da affidare. Nell'ultima riunione la Giunta ha deliberato la composizione della commissione con le ultime nomine che mancavano. Presidente sarà la dirigente dell'Ufficio edilizia pubblica residenziale, Vincenza Farinelli, mentre gli altri membri, oltre ai consiglieri comunali Lucia Dominici (FI) e Tiziana De Angelis (Pd), saranno il responsabile unico del procedimento dell'ufficio edilizia residenziale pubblica, Erminia Bonini, Rossano Iannoni, segretario regionale del Sunia Cgil in rappresentanza dei sindacati, e gli avvocati Romina Pitoni e Daniele Proietti, scelti in qualità di esperti in materia giuridico-amministrativa tra una rosa di nomi proposta all'amministrazione comunale dall'Ordine degli avvocati. 

Ora può dunque cominciare il lavoro di assegnazione dei circa 100 alloggi popolari a disposizione a fronte delle 500 domande presentate di cui circa 300 sarebbero risultate valide. Una copertura non sufficiente secondo il Sunia Cgil di Terni che sposta l'attenzione anche sulla mancanza di case da destinare alle situazioni di emergenza abitativa "quelle che richiedono una soluzione immediata e che, per loro natura, spesso non sono neanche in condizioni di poter attendere le lungaggini burocratiche della commissione che assegna gli alloggi pubblici, come ad esempio chi subisce uno sfratto esecutivo", dice il segretario provinciale di Terni, Romolo Bartolucci.

"Per le situazioni di emergenza abitativa non ci sono alloggi riservati - prosegue - nonostante la legge regionale preveda proprio che una parte del parco alloggi pubblici disponibili debba essere riservato per far fronte a tali situazioni". Nel mirino anche l’annunciata vendita di 50 case popolari da parte dell’Ater. "La decisione dell’Ater Umbria di vendere 50 alloggi popolari - afferma - invece di destinarli a scopi socialmente sensibili risulta incomprensibile. La ragione istitutiva di un ente come l’Ater è quella di rispondere alle esigenze abitative delle fasce sociali più in difficoltà, non di trasformarsi in un’agenzia immobiliare che dismette alloggi per motivi puramente 'gestionali' e non economici, come lo stesso presidente dell’ente, Almadori, ha dichiarato sottolineando che il bilancio dell’ente è in attivo. Al posto di venderli al mercato – conclude Bartolucci – quegli alloggi potrebbero essere messi a disposizione e utilizzati per affrontare il problema delle emergenze abitative". 

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