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“Una donna dolce e tenace, sempre alla ricerca della giustizia”, Terni piange Lidia Piccolini Secci

Morta a 96 anni, era la madre di Sergio, una delle vittime della strage di Bologna. Il sindaco Latini: determinata e con una grande carica di umanità. Ferranti: una ternana di grande energia. Anpi: grande esempio di impegno civile

Terni piange Lidia Piccolini Secci. Morta nelle scorse all’età di 96 anni, era madre di Sergio, vittima della strage di Bologna del 2 agosto 1980, e moglie di Torquato, primo presidente della associazione delle vittime dei fatti dell’agosto di 40 anni fa.

Tanti gli attestati di stima che in queste ore si susseguono per ricordare la figura di Lidia Secci nel suo impegno civile alla ricerca della verità e della giustizia per quella assurda mattanza, ma anche il lavoro portato avanti per la diffusione della cultura e dell’arte, seguendo le orme del marito Torquato.

“Come sindaco mi associo al cordoglio per la scomparsa della signora Lidia Piccolini Secci, una donna determinata, gentile e con una grande carica di umanità, la cui storia personale si è legata a quella di Terni. Di lei ricordiamo la forza con la quale, insieme al marito Torquato, si è battuta per cercare di comprendere e individuare la verità sulla strage di Bologna del 1980 nella quale perse la vita il figlio Sergio”.

Lo scrive in una propria nota il sindaco Leonardo Latini. “Intendiamo anche ricordarla - prosegue il sindaco - per le sue attività culturali, per aver condiviso e proseguito le passioni del marito per l’arte e per il nostro territorio, oltre che per le attività della Fondazione Secci, che continueranno e per le donazioni a favore della nostra biblioteca comunale”.

“A nome dell’intero consiglio comunale - dichiara in una nota Francesco Maria Ferranti, presidente dell’assemblea di Palazzo Spada - mando un carissimo saluto a Lidia Secci che è venuta a mancare in queste ore. Si tratta - suo malgrado - di una testimone e di una protagonista di una delle pagine più buie e dolorose della storia dell’Italia repubblicana, la strage di Bologna con la morte del suo amatissimo figlio Sergio. Lidia Secci è stata una ternana di grande energia, resistenza, generosità che ha fatto di tutto per portare avanti il ricordo di Sergio, di Torquato, sottolineando i valori di libertà, di democrazia, di giustizia, che fanno parte del patrimonio di ognuno di noi. Ho avuto il piacere di essere per tanti anni vicino di casa della famiglia Secci, li ringrazio per le loro chiacchierate, per le parole tra un giovane ragazzo che entrava in politica e un esponente della classe dirigente della Terni del passato. Mi auguro con tutto il cuore che la famiglia Secci possa finalmente ritrovarsi e vivere quella vicinanza che le è stata fino ad ora barbaramente e tragicamente impedita”.

L’Anpi provinciale di Terni partecipa “al dolore della città, per la perdita di Lidia Piccolini Secci. Gli eventi tragici che hanno colpito la sua vita le hanno consegnato una missione, condivisa con suo marito Torquato, che lei ha scelto di vivere pienamente e a cui non si è mai sottratta, neanche quando le forze iniziavano a diminuire: la ricerca di verità e giustizia, per suo figlio Sergio ma anche per tutte le altre vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980”.

“L’abbiamo incontrata per l’ultima volta proprio a ridosso della giornata di commemorazione dell’agosto 2019. Le abbiamo manifestato la nostra vicinanza – scrive Anpi Terni in una nota - e condiviso il nostro comunicato ufficiale. Una donna dolce, mite e riservata, grata, perché pensava, quasi, di non aver fatto abbastanza per meritare quella tessera ad honorem, come antifascista, che ogni anno sentivamo il dovere di riservarle. Eppure resta per noi e per tanti, un grande esempio di tenacia, di impegno civile e collettivo, finché la vita glielo ha permesso. Un riferimento importante che non dimenticheremo”.

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