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L'amore per la cultura a Terni ha il "braccino corto", flop dell'Art Bonus

Appena 50mila euro raccolti per la fontana di piazza Tacito e la Passeggiata, nessuna donazione per il Verdi. La nuova Giunta vuole rilanciare gli sgravi fiscali per chi investe nel settore: "Contatti avviati"

"Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese", diceva nel 1961 l'allora presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy. La frase torna in mente osservando come la città di Terni si scalda e si indigna quando si parla della fontana di piazza Tacito incartata da anni, del teatro Verdi chiuso o dei vandali che devastano la Passeggiata ma poi difficilmente sembra far qualcosa di concreto per cambiare - nei limiti del possibile  e con le dovute proporzioni - le cose. Perché i ternani per la cultura avranno anche un cuore grosso ma anche il braccino corto. Almeno a giudicare dal flop delle donazioni previste nell'Art Bonus, il piano di sostegno al mecenatismo a favore del patrimonio culturale che prevede sgravi fiscali per i donatori, siano essi aziende o singoli cittadini.

Per i cinque progetti inseriti nel piano dell'Art Bonus, infatti, sono stati raccolti appena 50mila euro sugli oltre 15 milioni di euro che sarebbero necessari. Certo, non è possibile immaginare che siano soltanto i privati a finanziare gli interventi in questione e non si può negare come alcune situazioni si siano venute a creare per la cattiva gestione delle amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi anni, ma magari un segnale più forte sarebbe stato auspicabile. Per la serie, lo diamo noi il buon esempio. 

Tra i progetti in questione poco più di 30mila euro - su un costo complessivo di oltre 1,1 milioni di euro - sono stati donati per il rifacimento del mosaico del Cagli della fontana di piazza Tacito e 21mila euro - su un intervento da 1 milione di euro - per il recupero del parco della Passeggiata. Niente, zero carbonella - almeno secondo quanto riporta ufficialmente il sito artbonus.gov - per il teatro Verdi che tanto ha animato e anima il dibattito culturale cittadino e per il quale servono, come noto, circa 13 milioni di euro. Una cifra importante ma nemmeno i 68mila euro per la rifunzionalizzazione della diroccata biblioteca comunale o i 12mila euro per la riqualificazione dell'area archeologica di Carsulae, hanno trovato uno straccio di mecenate. Nell'elenco dei donatori tra 10mila e 100mila euro figura poi solo la Fondazione Carit che ha messo un cip qua e la in diversi interventi tra Terni e Narni. 

Eppure di mecenati mai come ora, con le casse dissanguate a palazzo Spada, ci sarebbe bisogno di soldi privati per rimettere in sesto alcune situazioni. Su Art Bonus e più in generale sul credito d'imposta per chi investe sul patrimonio culturale vuole tornare a battere il neo assessore alla Cultura, Andrea Giuli, che già in questi primi giorni di governo ha cominciato a pressare l'assessore al Bilancio, Fabrizio Dominici, per reperire risorse per il settore. "Va bene rifare le strade e ripulire la città dai rifiuti - dice Giuli - ma una delle missioni di questa amministrazione e anche quella della rinascita culturale della città nelle sue varie forme e una svolta per il turismo. Si sta già lavorando per recuperare qualche risorsa da Agenda Urbana e dai fondi europei ma siamo convinti che anche con lo strumento del credito di imposta possa arrivare qualcosa. Qualche donatore già c'è, altri soggetti hanno chiesto di accederci, insomma i contatti ci sono magari per poter riaprire qualche sala di palazzo Carrara o organizzare un festival internazionale piuttosto che mettere a rete il sistema museale". 

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