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Consumo di suolo, così Terni negli anni si è “mangiata” un comune come Polino

Indagine del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente: nel 2021 “usati” 2.677 ettari, erano 2.505 nel 2006. “Il nostro Paese perde 2,2 metri quadrati di suolo ogni secondo, con la scomparsa irreversibile di aree naturali e agricole”

“Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 69,1 km/quadrati, ovvero, in media, circa 19 ettari al giorno, il valore più alto degli ultimi 10 anni. Un incremento che mostra un’evidente accelerazione rispetto ai dati rilevati nel recente passato, invertendo nettamente il trend di riduzione degli ultimi anni e facendo perdere al nostro Paese 2,2 metri quadrati di suolo ogni secondo e causando la scomparsa irreversibile di aree naturali e agricole”.

È uno dei commenti contenuti nell’edizione 2022 del Rapporto su consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, la nona dedicata a questi temi. I dati aggiornati, prodotti su scala nazionale, regionale e comunale, sono in grado di rappresentare anche le singole trasformazioni individuate con una grana di estremo dettaglio, grazie all’impegno del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) che vede l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) insieme alle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome, in un lavoro congiunto di monitoraggio.

Secondo l’indagine, “il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 69,1 km/quadrati, ovvero, in media, circa 19 ettari al giorno, il valore più alto degli ultimi 10 anni. Un incremento che mostra un’evidente accelerazione rispetto ai dati rilevati nel recente passato, invertendo nettamente il trend di riduzione degli ultimi anni e facendo perdere al nostro Paese 2,2 metri quadrati di suolo ogni secondo e causando la scomparsa irreversibile di aree naturali e agricole”.

A livello regionale, in Umbria nel 2021 sono stati “consumati” poco più di 44.500 ettari di suolo: la parte del “leone” la fa il Perugino con circa 35mila ettari, mentre nel Ternano gli ettari sono circa 9.800. A stringere la lente si vede che buona parte del suolo consumato in provincia, ricade sul territorio comunale di Terni con 2.677 ettari, pari a poco meno di 27 chilometri quadrati, una superficie più estesa rispetto a quella del Comune di Polino (19,57 km/quadrati).

L’indagine Ispra consente anche di verificare l’evoluzione del consumo di suolo dal 2006. I numeri dicono che allora gli ettari di suolo consumati a Terni furono 2.505, diventati poi 2.607,09 nel 2012 e 2.649 nel 2015. Nel 2016 gli ettari diventano 2.651 (+2.61) e restano stabili nel 2017 fino ai 2.654 del 2018 e 2.669 del 2019. Il Covid non ha fermato la crescita: 2.672 ettari (+3.54) saliti a 2.677 nello scorso 2021 (+5.13).

A questo link sono disponibili tutti i dati e le tabelle.

Il “degrado del territorio” conseguente “alla perdita di servizi ecosistemici che un suolo sano è in grado di offrire” ha anche “conseguenze economiche e i costi nascosti, dovuti alla crescente impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo degli ultimi 15 anni – riflette l’indagine - sono stimati in 8 miliardi di euro l’anno che potrebbero incidere in maniera significativa sulle possibilità di ripresa del nostro Paese”.

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