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"Terni esca dall'Umbria, una regione che l'ha ingabbiata e strangolata". La proposta di TerniOltre

Il presidente dell'associazione, Leo Venturi, lancia una proposta dirompente: far diventare Terni l'ultima propagine del Lazio: "Fuori dall'Umbria che ha ingabbiato e strangolato la città"

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota del presidente dell'associazione "TerniOltre", Leo Venuturi, che lancia una provocazione forte: fuori Terni dall'Umbria. 

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"Azienda unica ospedaliera, è ovvio con sede a Perugia. Certo, l’alta specialità garantita e potenziata a Terni, ci mancherebbe. Per il resto, sul nuovo Ospedale, nuova Clinica e con essa la realizzazione del nuovo stadio a decidere sarà il Consiglio Regionale!

La solita politica accentratrice, la politica del carciofo, togliere una foglia per volta perché il tutto sia, apparentemente, indolore. L’elenco delle foglie? Infinito: Banca d’Italia, Camera di Commercio, Azienda Unica dei Trasporti con relativo assorbimento dell’Atc, Centri Direzionali, sedi Associazioni regionalizzate, Agenzia Regionale della Forestazione, strutture e competenze della Regione dell’Umbria ecc.

Ci hanno lasciato il Consorzio di Bonifica, la carota del riequilibrio territoriale, le infrastrutture il cui completamento viaggia con decenni di ritardi e i progetti da realizzare a Terni e cioè due centri regionali per la raccolta dei rifiuti, fanghi e residuo del secco. E’ chiaro, inoltre, che l’asse dello sviluppo della regione si sposta verso le Marche. A riconferma l’accordo fra Università di Perugia, Camera di Commercio dell’Umbria(!), Università Politecnica delle Marche e Camera di Commercio delle Marche con la benedizione delle due regioni.

"Terni tagliata fuori"

Terni, snodo di collegamento del Tirreno con l’Adriatico, che guarda verso Roma, verso l’alto Lazio e il porto di Civitavecchia, tagliata fuori con le infrastrutture che viaggiano con decenni di ritardi.

La stessa sorte che stanno vivendo le redazioni dei giornali, radio e televisioni locali testimoniano l’impoverimento culturale e identitario della città e non è altro che l’ultimo stadio di un suo declino irreversibile.

Non ci sono più le ragioni per rimanere in Umbria. Appena la pandemia allenta la presa necessario promuovere un movimento popolare per uscire dalla gabbia di una regione che ha strangolato Terni. Meglio essere l’ultima città di una regione di milioni di abitanti che ultimi in una di 882.000 anime, un quartiere di Roma. Vorrà dire che Perugia sarà “un’autorevole” provincia delle Marche".

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