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Mai più incontinenti, operazione all'avanguardia all'ospedale di Terni

Al "Santa Maria" impiantato il primo sfintere urinario artificiale. Un problema per molti anziani e la Conca detiene uno "strano" record

Un'operazione per risolvere il problema dell'incontinenza maschile. Oggi è possibile anche all'ospedale "Santa Maria" di Terni dove giovedì è stato impiantato il primo sfintere urinario artificiale in un uomo affetto da grave incontinenza urinaria, dopo l’asportazione della prostata a causa di un tumore. L'operazione di impianto, un tipo di chirurgia altamente specialistica che pochissimi centri in Italia sono in grado di effettuare, è stata eseguita dalla professoressa Elisabetta Costantini, direttrice della Clinica di Urologia ad indirizzo Andrologico ed Uroginecologico, coadiuvata dal dottor Alessandro Zucchi.

Destinato ai pazienti con incontinenza urinaria severa - dicono dall'azienda ospedaliera - lo sfintere urinario artificiale è un dispositivo costituito da uno speciale anello di silicone, che si apre e si chiude tramite un sistema idraulico attivato all'occorrenza dallo stesso paziente, che viene posizionato all’interno del corpo umano e non è visibile all’esterno. In questo modo il paziente risulta completamente continente e disattiverà il dispositivo solo ed esclusivamente al momento opportuno ovvero solo quando avrà lo stimolo di urinare.

L’incontinenza urinaria è una delle complicanze più frequenti e debilitanti dopo la chirurgia prostatica, in genere per patologie tumorali a volte anche benigne. Terni peraltro detiene uno "strano" record in questo settore con la più alta percentuale di incontinenti in Italia rispetto alla popolazione. Al "Santa Maria" non a caso è in fase di definizione un grande progetto di studio e un nuovo protocollo di trattamento dell’incontinenza urinaria rivolto alla popolazione ternana over 60 che inizierà entro il 2018.

 “La ripresa della continenza dopo prostatectomia radicale ha una tempistica estremamente variabile e avviene per gradi - spiega il Alessandro Zucchi - ma tale condizione persiste a 12 mesi nel 5 - 30% dei pazienti dopo chirurgia robotica, e ancora di più dopo interventi a cielo aperto". "L’incontinenza urinaria maschile e femminile è un problema sociale rilevante spesso sottostimato - sottolinea la profesoressa Elisabetta Costantini – perché il paziente pensa che non ci sia una soluzione, invece può essere curata con successo in una buona percentuale di casi, l’importante è rivolgersi sempre a centri dedicati”.  

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