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Piano periferie, il Governo non molla e il Comune pensa al piano B

Comincia la discussione alla Camera, l'esecutivo non è intenzionato a modificare l'emendamento che ha congelato i finanziamenti anche per Terni. Anci sul piede di guerra, Palazzo Spada "chiama" la Regione

Le notizie che arrivano da Roma sono tutt'altro che confortanti. Il Governo non intende mollare sull'emendamento al Decreto Mille Proroghe approvato nei giorni scorsi al Senato che ha congelato per due anni i fondi per 96 delle 120 convenzioni attivate per il Piano periferie. Tra queste, come noto, anche Terni che rischia di veder sfumare importanti progetti di riqualificazione per circa 13 milioni di euro.

Oggi pomeriggio è iniziata alla Camera la discussione sugli emendamenti tra cui quelli che chiedono appunto una modifica del testo approvato al Senato per riattivare i finanziamenti oggi sottratti a gran parte delle città inserite nella graduatoria. Nei giorni scorsi il sindaco Latini, insieme a quello di Benevento Clemente Mastella,  e Potenza Dario De Luca, avevano scritto al Governo per chiedere in particolare una deroga per quei Comuni in dissesto finanziario che verrebbero ulteriormente penalizzati da tale provvedimento vista l'impossibilità a contrarre mutui. Ma l'esecutivo non sembra intenzionato a correggere la rotta tracciata a palazzo Madama "forte" della necessità di far rispettare una sentenza della Corte Costituzionale che avrebbe sancito l'incostituzionalità del Piano periferie. 

Aspetto contestato - insieme ad altri - dal presidente nazionale dell'Anci Antonio Decaro nel corso dell'audizione in commissione bilancio alla Camera dalla quale si è usciti con poche speranze sul fatto che il Governo possa ritornare sui propri passi. "La norma inserita nel decreto Mille proroghe - ha detto De Caro - presenta profili di illegittimità e viola gli obblighi convenzionali. Se dunque la Camera non la cancellerà, siamo pronti a fare ricorso al Tar e alla Corte Costituzionale e tutti i sindaci dei comuni capoluogo sono pronti a sfilare davanti a Montecitorio con le fasce tricolore e con rappresentanze dei 20 milioni di cittadini che abitano nei Comuni coinvolti".

Terni prepara il piano B

Nella Conca la preoccupazione aumenta, il sindaco Latini è in continuo contatti con i parlamentari della Lega ma nel frattempo si comincia a pensare anche a un'alternativa come ha fatto capire l'assessore ai Lavori pubblici, Enrico Melasecche nel corso dell'audizione di martedì pomeriggio in terza commissione. "E' presto per parlarne - ha detto - ma vorremmo proporre alla Regione di subentrare almeno in quelle situazioni dove siamo nella fase del progetto esecutivo come ad esempio per Largo Cairoli".  

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