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Piano periferie, Terni rischia di prendere solo le briciole

Il Governo intende recuperare 800 milioni di euro ma finanzierà solo i progetti esecutivi. Palazzo Spada ne ha appena quattro e sarà scavalcata da Perugia, scatta il piano B. E Melasecche si sfoga: "Urbanistica bloccata, occorre intervenire"

Piuttosto che niente meglio piuttosto, recita l'adagio. Ma sul bando periferie l'ennesima beffa per Terni è dietro l'angolo. Il Governo infatti sembra intenzionato a recuperare 800 milioni di euro rispetto ai 3,8 milioni di euro inizialmente stanziati e poi congelati ma saranno finanziati solo quei Comuni che hanno progetti esecutivi approvati. E Terni ne ha al momento solo quattro su quelli che erano stati presentati e avevano ricevuto un finanziamento complessivo di circa 13 milioni di euro. Meglio dovrebbe andare a Perugia, che pure era finita sotto a Terni nella prima graduatoria nazionale, ma ha tutti i progetti esecutivi approvati. E allora a palazzo Spada sono pronti a far scattare il piano B.

"Stiamo lavorando su due fronti - dice l'assessore ai Lavori pubblici, Enrico Melasecche - uno politico, insieme al sindaco Latini che ha già chiesto una deroga per le amministrazioni in dissesto, per capire come recuperare e spalmare nei prossimi anni i fondi che erano stati stanziati, l'altro regionale. Insieme al Comune di Perugia vogliamo aprire un confronto sereno con la Regione per verificare se i progetti del piano periferie possano essere finanziati con altri filoni di fondi europei in attesa di quello che deciderà il Governo".

"Perugia ha un sindaco da cinque anni - continua - qui per colpa del dissesto e delle inchieste giudiziarie abbiamo accumulato dei ritardi che non dipendono da noi. Abbiamo solo quattro progetti esecutivi approvati, tra cui quello per la riqualificazione di largo Cairoli, ma ce ne sono altri, molto importanti e complessi come quello relativo all'area della stazione ferroviaria, che richiedono un'interlocuzione più lunga e graduale visti i soggetti coinvolti quali Rfi. Non sempre la qualità va di pari passo con la velocità". E qui parte lo sfogo. "Non ho un dirigente all'Urbanistica da 4 mesi - afferma l'assessore - il settore è stato affidato all'ingegner Pierdonati che ha tante altre responsabilità, che tra un anno e mezzo andrà in pensione ed ha sette mesi di ferie arretrate da smaltire. C'è un bisogno assoluto di una riorganizzazione totale della macchina amministrativa, servono dirigenti che si assumano la responsabilità e che garantiscano la Giunta dal punto di vista normativo. Per le progettazioni non c'è personale interno, non abbiamo i soldi per fare consulenze esterne, nel personale ci sono ancora evidenti sacche di resistenza al cambiamento. In questi primi tre mesi abbiamo fatto miracoli - prosegue - ma ora occorre agire e prendere decisioni veloci. E non è possibile che dopo essere riusciti a sbloccare dopo 10 anni le 135 pratiche della variante diffusa al prg da 12-13 giorni sia ancora tutto fermo perché la delibera non è pubblicata". 

La mozione in Senato 

Tornando al piano periferie è una mozione approvata in Senato, firmata dal capogruppo della Lega a palazzo Madama Massimiliano Romeo, a tracciare le mosse del Governo. “Il Senato ha approvato la mozione che entra nelle maglie del Bando Periferie - spiega il senatore del M5s, Fabrizio Trentacose - così da mantenere l’impegno assunto dal presidente Conte con l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, e che garantisce 500 milioni necessari al finanziamento dei 24 progetti del bando periferie già approvati. Per quanto riguarda gli altri 96 progetti che ammontano a 1,6 miliardi di euro totali – continua Trentacoste – quelli esecutivi verranno finanziati tramite una norma ad hoc, mentre gli altri saranno attentamente monitorati nei prossimi mesi. I fondi per questi ultimi, pari a 800 milioni, verranno recuperati tramite la convocazione della Conferenza unificata che unisce Stato, Regioni e Comuni, al fine di sanare l’incostituzionalità della legge che ha istituito il bando, per violazione del principio di sussidiarietà. Con queste azioni – aggiunge il senatore 5 Stelle – abbiamo rimediato al contempo agli errori commessi dai governi precedenti. Infatti, a parte il fatto che le risorse previste dal bando per le periferie creato sono state stanziate sulla base di una norma dichiarata illegittima da una sentenza della Corte costituzionale, era stato finanziato dal Governo PD per metà dell’importo complessivo. Si trattava quindi di promesse più che di risorse messe realmente a disposizione: molti progetti presentati devono ancora essere valutati e quindi i fondi non sarebbero stati spesi in tempi brevi. Nelle condizioni economiche attuali non possiamo permetterci di tenere fermi centinaia di milioni di euro”.

L'Anci: "Un primo passo"

"È un primo passo - ha commentato il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio De Caro - un riconoscimento, che aspettavamo, alla battaglia che come associazione dei Comuni abbiamo condotto. Quando l’ho incontrato la settimana scorsa, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti mi aveva assicurato che durante la discussione delle mozioni in Senato ci sarebbe stata una presa di posizione che andava nella direzione del ripristino dei fondi per le periferie. Non ci sfugge - aggiunge - che non siamo ancora davanti a una norma o una circolare interpretativa e che i lavori continuano a essere bloccati. Tuttavia la presa di posizione politica dei partiti che sostengono il governo c’è e ci aspettiamo che ad essa, ora, segua lo sblocco dei finanziamenti. Questa mozione è un primo passo concreto per ristabilire le naturali e necessarie relazioni istituzionali tra governo e Comuni”

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