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Teatro Verdi, botta e risposta sulla progettazione. Fiorini: annullare tutto.  Salvati: solo fango, il percorso è trasparente

Terni, il consigliere comunale di Forza Centro: rapporti tra un componente della commissione giudicatrice e chi ha vinto il bando. La replica dell’assessore: ci risiamo coi soliti sospetti fuori luogo, soprattutto non provati

“Conflitto di interessi”. “No, solo fango e sospetti fuori luogo. Soprattutto, senza prove”. Il Teatro Verdi è ancora un bozzetto, ma sul suo palcoscenico va già in scena la polemica. Coda al veleno di una serie di contestazioni che stanno accompagnando la rinascita del tempio della cultura della cultura di Terni.

Stavolta, il botta e risposta porta la firma – da una parte – del consigliere comunale di Forza Centro, Emanuele Fiorini, e dall’altra di Benedetta Salvati, assessore comunale ai lavori pubblici.

Il primo chiede di “annullare in autotutela il concorso di progettazione del Teatro Verdi” e sollecita “l’intervento della magistratura per accertare eventuali responsabilità”. Questo perché, sostiene Fiorini, l’assegnazione del bando sarebbe segnata da alcune irregolarità. Fiorini prima torna ad esprimere dubbi sul fatto che l’amministrazione comunale abbia “voluto ristrutturare il teatro trasformandolo realmente in un cinema-teatro, distruggendo la sua vera identità, quando invece, se vogliamo che Terni abbia un valido rilancio culturale, sicuramente precursore anche di quello economico, dobbiamo realizzare qualcosa di ambizioso per il futuro senza dimenticare il nostro passato”.

“Allo stesso tempo – aggiunge Fiorini non mi è mai stato chiaro come si faccia a reperire - se per ristrutturare il teatro Giuseppe Verdi è prevista una spesa di circa 12 milioni di euro e ad oggi ci sono solo poco più di 4,5 milioni - i restanti 7,5 milioni di euro per evitare il rischio di creare una nuova opera incompiuta. In passato l’amministrazione comunale ha speso circa 200mila euro per progetti di ristrutturazione, quei progetti che fine hanno fatto? Soprattutto quei soldi, considerando anche il momento che stiamo attraversando, chi li restituirà alle casse comunali?”.

“Altra anomalia che balza agli occhi è proprio quella che riguarda il mancato impiego dei tecnici comunali nella stesura del progetto. Non capisco per quale motivo il Comune di Terni abbia deciso di ricorrere alla procedura del concorso di progettazione, procedura sì consentita, ma molto dispendiosa per le casse comunali, quando invece il legislatore predilige il ricorso al personale interno per le varie fasi di progettazione anche mediante l’attribuzione agli stessi di incentivi”.

Le considerazioni arrivano al “cuore” della vicenda nel momento in cui Fiorini ricostruisce l’iter che ha portato all’aggiudicazione del bando per la progettazione del teatro. “Il vincitore del concorso di progettazione del Teatro Verdi è stato A+M2A studio associato degli architetti Marcello Galiotto e Alessandra Rampazzo. Dalla lettura del curriculum della A+M2A balsa agli occhi come, in occasione del WaVe 2015, il workshop di architettura organizzato dall’Università Iuav di Venezia, vi è stata una collaborazione alla didattica con il professor Francesco Chiellini, lo stesso professore che è stato membro della commissione giudicatrice su concorso di progettazione vinto guarda caso proprio dalla A+M2A”.

“Sempre facendo una ricerca su internet nel sito Icea - Dipartimento ingegneria civile edile e ambientale dell’Università di Padova, fra i docenti per l’anno 2016 del master Forme dell’abitare contemporaneo figurano, strano ma vero, ancora il professore Cellini e gli architetti dell’A+M2A Galiotto e Rampazzo”.

Fiorini dunque solleva “uno dei principi costituzionali su cui poggia l’azione amministrativa” ossia quello di “imparzialità e buon andamento, principi che innervano anche il codice dei contratti pubblici e di cui costituiscono applicazione tutte quelle norme che contengono una disciplina minuziosa della composizione delle commissioni giudicatrici nelle procedure di gara”.

“Si cerca in tal modo di garantire un giudizio dei commissari terzo, esente da possibili condizionamenti che ne possono compromettere l’imparzialità, con conseguente obbligo in capo ai membri della commissione giudicatrice di dichiarare l’inesistenza di ipotesi di conflitto di interessi e laddove le stesse sussistono di non assumere l’incarico”.

“Come si concilia quanto detto con quanto si legge nel curriculum della A+M2A? Il membro della commissione giudicatrice, professor Cellini, ha dichiarato, prima di assumere l’incarico, l’attività di collaborazione alla didattica con la A+M2A? Ha dichiarato di essere docente insieme agli architetti dello studio associato A+M2A nel master Forme dell’abitare contemporaneo organizzato dall’Università di Padova? Il Comune di Terni ha accertato l’esistenza di un eventuale conflitto di interessi in capo al professore Cellini che impedisce la sua nomina a membro della commissione giudicatrice?”.

“Ci risiamo – è la replica dell’assessore Salvati - Di nuovo le solite polemiche strumentali per cercare di bloccare, ostacolare, mettere i bastoni tra le ruote alle iniziative per la crescita della città. Il consigliere Emanuele Fiorini tenta di ingarbugliare un percorso chiaro, limpido, attraverso un metodo ormai conosciuto: gettare fango e sospetti fuori luogo e soprattutto non provati, annebbiare il panorama, senza mai entrare nel merito delle questioni e senza neanche esprimersi sulla qualità del concorso e del progetto vincitore. Fiorini si limita a insinuare possibili scorrettezze o, ancora peggio, illeciti con modalità davvero poco responsabili. Lo fa, peraltro, dopo che proprio sulla procedura adottata dal Comune nella massima trasparenza, si sono espressi favorevolmente – anche a livello nazionale molte ed importanti voci nell’ambito degli Ordini professionali”.

“A proposito della correttezza nei percorsi intrapresi e portati a compimento, è bene ricordare che quello scelto dalla nostra amministrazione per il teatro Verdi – sottolinea Salvati - è stato indicato dal consiglio comunale, di cui il consigliere Emanuele Fiorini fa parte, che rappresenta la volontà di un’intera comunità, indirizzando l’amministrazione stessa”.

“Fiorini e altri criticarono aspramente l’opera della struttura tecnica del Comune (senza peraltro comprenderne il senso) sul metaprogetto, e ora lo stesso Fiorini chiede come mai il progetto esecutivo del teatro non sia stato commissionato proprio alla stessa struttura tecnica del Comune. Allora viene da chiedersi: ma il consigliere Emanuele Fiorini cosa pensa veramente?”.

“Per quanto riguarda i soldi spesi dall’amministrazione comunale per precedenti progetti, invito Fiorini, come è suo diritto, ma anche suo dovere, a leggere i numerosi atti prodotti nei quali viene minuziosamente spiegato per quale motivo si è ritenuto errato proseguire la procedura scelta in precedenza. In sostanza si era finiti in una situazione di stallo, perché la strada che si stava percorrendo avrebbe portato ad avere un teatro non sicuro nel tempo con spreco di ingenti risorse economiche, tra l’altro le uniche disponibili”.

“Ma arriviamo all’accusa più pesante: adombrare illeciti nella scelta dei vincitori del concorso in quanto questi sarebbero nelle conoscenze di uno dei membri della commissione, il professor Francesco Cellini. Questa appare un’accusa grave. Peccato che il consigliere Emanuele Fiorini non ci spieghi come il professor Francesco Cellini abbia potuto conoscere in anticipo i nomi dei partecipanti al concorso che, come è facile documentarsi, erano in forma assolutamente anonima. È bene infatti ricordare – ed è facilmente dimostrabile - che i nomi dei partecipanti al concorso internazionale sono stati decrittati successivamente alla stesura della graduatoria. A meno che il consigliere Emanuele Fiorini non ritenga che il professor Francesco Cellini sia stato d’accordo con i vincitori del concorso; se questo è il suo pensiero, gli chiediamo di essere più esplicito con la sua accusa diffamante, dando la possibilità al professor Cellini di poter rispondere utilizzando le sedi opportune”.

“Purtroppo – dice ancora Salvati - l’intervento del consigliere Emanuele Fiorini non è l’unico, ma solo l’ultimo in ordine di tempo, tra quelli avanzati per chiedere all’amministrazione comunale ed al sindaco di interrompere il percorso individuato. Un sindaco che, per fortuna, contrappone alla logica dell’immobilismo quella della crescita di una città che ha bisogno di levarsi di dosso la polvere stantia di tanti anni di chiacchiere infruttuose”.

“Credo che in una situazione come quella che tutti stiamo vivendo non sia davvero più il tempo di distruggere senza mai proporre un’idea alternativa, con l’obiettivo sempre chiaro di lasciare le cose come stanno, forse perché politicamente conveniente; la città e i cittadini di Terni meritano di più. È il momento di fare meno polemiche e di mettersi in gioco. Abbiamo dato la possibilità a professionisti, anche andando fuori dei confini nazionali, di farci conoscere la loro idea di teatro partecipando ad un concorso di progettazione serio, organizzato in collaborazione con gli ordini professionali, dove le migliori realtà professionali locali, nazionali ed internazionali si sono confrontati, giudicati da una commissione di grande spessore; abbiamo fatto tutto nella massima trasparenza, curando la meticolosa comunicazione di ogni passaggio; immaginiamo una grande mostra alla fine di questo percorso dove si potrà finalmente riparlare solo di architettura e di città e con il contributo di tutti tornare a sedersi all’interno del teatro Verdi emozionandoci. Siamo dunque più che sereni e anzi orgogliosi per le scelte fatte e per il percorso intrapreso, verificato ad ogni livello e frutto di un grande lavoro, nell’unico interesse della città, lo stesso che ci auguriamo muova le azioni di ogni rappresentante dei cittadini”.

“Il nuovo teatro Verdi siamo sicuri che finalmente si farà – conclude Salvati - sarà una grande opera architettonica e soprattutto sarà una nuova casa della cultura di questa città, che ha davvero tanto bisogno. Oggi più che mai”.

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