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Palazzo Spada diventa smart, lavoro agile per i dipendenti comunali: chi riguarda e cosa cambia

Tra gli obiettivi del progetto varato dalla giunta “conciliare i tempi di vita e lavoro” e “promuovere la mobilità sostenibile”. Gli uffici interessati e i dipendenti che potranno “spostare” l’ufficio a casa

“Lavoro agile o smart working: una modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato finalizzata ad incrementare la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.

Parte da questa definizione la delibera della giunta comunale di Terni che introduce lo smart working per i dipendenti di Palazzo Spada e che in particolare interesserà alcune categorie di lavoratori, seguendo una serie di indicazioni, a cominciare dal fatto che “lo svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile non deve in alcun modo pregiudicare o ridurre la fruizione dei servizi resi all’amministrazione a favore degli utenti”. Inoltre, spiega la delibera di giunta, “l’amministrazione deve garantire un’adeguata rotazione del personale che può prestare lavoro in modalità agile, deve aver previsto un piano di smaltimento del lavoro arretrato, ove sia stato accumulato” e deve assicurare “il prevalente svolgimento in presenza della prestazione lavorativa dei soggetti titolari di funzioni di coordinamento e controllo dei dirigenti e dei responsabili dei procedimenti amministrativi”.

Chi può andare in smart working

In base alla delibera predisposta dall’esecutivo di Palazzo Spada, il regolamento “è rivolto a tutto il personale dell’amministrazione, ivi compresi i dirigenti, che rivestano profili professionali che si prestano allo svolgimento della suddetta attività sulla base della valutazione effettuata dal dirigente della direzione di appartenenza” a patto che le funzioni svolte rientrino tra quelle che possono essere assolte anche “a distanza”.

Assumeranno carattere di priorità “le richieste formulate: dalle lavoratrici madri nei tre anni successivi alla conclusione del periodo di congedo per maternità; dai lavoratori con figli in condizioni di disabilità o che abbiano nel proprio nucleo famigliare una persona con le medesime disabilità; dai lavoratori famigliari conviventi di immunodepressi”.

Ancora, “i lavoratori in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità (lavoratori fragili) fino al 31 marzo 2023, salvo proroghe normative, svolgono di norma la prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto.

Quali uffici saranno interessati

Secondo la delibera e il regolamento, “potranno essere espletate, di norma, in modalità agile” le attività che fanno riferimento a “predisposizione pareri e pratiche; attività connesse alla partecipazione a riunioni; attività di studio, analisi e stesura di provvedimenti amministrativi, di decreti, di relazioni; attività di cura, di redazione e di preparazione dei dossier; attività di approfondimento normativo e/o di elaborazione dati; gestione di attività su portali web esterni all’ente (Inps, Inail ,..); espletamento di attività istruttoria relativa ad istanze che determina l’avvio di un procedimento; attività lavorativa svolta in back office”.

Come funziona

L’articolo 6 del regolamento precisa che “il personale selezionato per il lavoro agile può svolgere la prestazione lavorativa al di fuori della sede di lavoro, di norma, per una sola giornata alla settimana, salvo particolari esigenze che saranno valutate dal datore di lavoro, secondo un calendario che dovrà essere preventivamente concordato con il dirigente della direzione di appartenenza. Ove necessario, per motivi connessi a specifiche e documentate esigenze del singolo lavoratore, in accordo con il dirigente, o per specifiche esigenze di servizio, è possibile modificare la distribuzione delle giornate nell’arco del mese già definite nel progetto individuale, garantendo, ove possibile, un preavviso non inferiore a due giorni. Al fine di garantire un'efficace interazione con l’ufficio di appartenenza e un ottimale svolgimento della prestazione lavorativa, il personale, con qualifica non dirigenziale, deve garantire, nell'arco della giornata di lavoro agile, la contattabilità per l’intero orario della giornata lavorativa, o comunque in fasce orarie anche discontinue (…). L’amministrazione si riserva di richiedere, con un congruo preavviso, la presenza in sede del dipendente in qualsiasi momento per esigenze di servizio”.

Perché lo smart working?

Sono diverse le motivazioni che hanno portato Palazzo Spada a incentivare la scelta del lavoro agile. Come ad esempio “introdurre soluzioni organizzative che favoriscano lo sviluppo di una cultura gestionale orientata al risultato e, al tempo stesso, mirata ad un incremento di produttività e al benessere organizzativo” ma anche “ottimizzare l’introduzione delle nuove tecnologie realizzando economie di gestione” oltre a “rafforzare le misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, agevolando un corretto equilibrio tra gestione dei tempi di vita/lavoro, esigenze organizzative, valorizzazione e sviluppo delle risorse umane e capacità di lavorare per progetti”. Lavoro agile che ha anche un risvolto “verde” in quanto dovrebbe “promuovere la mobilità sostenibile tramite la riduzione degli spostamenti casa-lavorocasa, nell’ottica di una politica ambientale sensibile alla diminuzione del traffico urbano in termini di volumi e di percorrenze”.

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