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Asili nido, opposizione e sindacati in rivolta

Pd e Terni Immagina portano la questione in Consiglio, critiche dal M5S: continuità con la vecchia amministrazione. L'Usb: mancato confronto, serve un incontro urgente

La riorganizzazione dei servizi educativi comunali e il temporaneo accorpamento dell'asilo nido "Cucciolo" finiscono nel mirino dell'opposizione e dei sindacati. In un atto di indirizzo firmato da Pd e Terni Immagina si chiede al sindaco e alla Giunta “la ripresa dell’attività del Nido Cucciolo dopo la sospensione, al fine di coprire le esigenze della zona nord della città, organizzando attraverso la Direzione l’offerta tramite il reperimento di eventuali nuove domande fuori termine e possibili esuberi da altri nidi, a verificare ai fini della continuità del servizio la possibilità di organizzare attività laboratoriali nel periodo di sospensione al fine di giustificare gli investimenti dell’amministrazione e la sopportazione dei costi di gestione della struttura”. 

Critiche dal M5S. “Le fasce più deboli sono quelle più bastonate dall'ennesimo taglio sui servizi educativi comunali - affermano i pentastellati - la triste fine de 'il Cucciolo' segue solo in ordine di tempo Campitelli, Grillo Parlante e Trebisonda. Un nido e ben tre scuole dell'infanzia che per anni hanno accolto complessivamente quasi 200 bambini. Siamo costretti a registrare da parte dell'assessore alla scuola e ai servizi educativi – si legge nella nota - una inequivocabile continuità con le politiche dell'ex Giunta del Pd. Si chiude per 'risparmiare' dopo che sono stati spesi oltre 70mila euro per lavori di adeguamento senza neanche chiarire se l’affitto dei locali che ospitavano Il Cucciolo si interrompe o verrà ancora corrisposto. Vengono in un sol colpo resi vani i sacrifici richiesti ai dipendenti che avevano portato a veri risparmi per oltre 80 mila euro".

Lamenta invece  la mancanza di confronto e teme per il mantenimento futuro dei servizi educativi comunali il sindacato Usb che chiede un incontro con l'amministrazione. "Deve essere evidente a tutti - dicono - che la scelta fatta porterà, in un prossimo futuro, alla chiusura dei Servizi educativi comunali. Se con la passata Giunta la perdita di un servizio pubblico così importante sembrava essere una minaccia, con la Giunta attuale è divenuta una certezza, espressa in modo inequivocabile nell’ultimo atto amministrativo. Ovvio, non sfugge ad alcuno il problema determinato dalla condizione di dissesto e delle esigue risorse finanziarie a disposizione, ma da una classe politica che si presentava come portatrice del cambiamento tanto agognato dalla città, agire ora in perfetta continuità con il vecchio sistema, dimostra quanto sia facile rivendicare immediate soluzioni ai problemi dei servizi quando si è sui banchi dell’opposizione, ed invece quanto sia difficile smarcarsi dalla banalità di dover percorrere le stesse scelte che prima si avversavano". 

"Ora, a parte le responsabilità politiche e gestionali che hanno condotto a questa situazione note a tutti - proseguono - seguita a colpire la metodologia con la quale l’amministrazione assume decisioni così importanti attraverso la quale evita, non solo qualsiasi tipo di confronto con le parti sociali, ma affida addirittura la comunicazione alle indiscrezioni di stampa, evidenziando un sistema di gestione delle relazioni opaco ed una pervicacia volontà di non rendere edotta la cittadinanza su quanto avviene. Noi pensiamo che si stia effettuando un grande errore di valutazione politica circa il diritto all’informazione, partecipazione e condivisione delle scelte con i cittadini-utenti e con le rappresentanze sindacali del Comune, stante le significative ricadute che le stesse determinano a danno anche dei lavoratori per i quali non solo viene messa in discussione la condizione ambientale o logistica del proprio lavoro, ma anche la stessa possibilità occupazionale, da oltre un decennio garantita con elevata e comprovata professionalità presso i servizi educativi comunali. Convocare un incontro con le parti sociali e con le associazioni dei cittadini per informare della situazione di servizi fondamentali quali sono i Sec, dovrebbe essere la stella polare di qualsiasi amministrazione che voglia basare le proprie azioni sui valori della democrazia e sul vero significato di comunità.

"Si stanno invece assumendo decisioni sulla razionalizzazione (tagli) dei Sec - aggiungono dall'Usb - che peseranno come macigni sulle famiglie, sulle donne lavoratrici in particolare, le quali rischiano di poter usufruire dei servizi essenziali solo se riusciranno a sopportarne il crescente costo economico, che inevitabilmente scaturirà dal sempre più ampio terreno lasciato in mano ai privati nella gestione di questi servizi strategici. Per questo, e per poter meglio entrare nel dettaglio di un processo di riorganizzazione che sta per disegnare uno scenario nel quale l’azzeramento dei Sec ne rappresenta la “spada di Damocle”, chiederemo un incontro urgente all’amministrazione".

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