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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Disabili, ecco le carte sul “taglio” da 650mila euro: “Senza fondi sarà necessaria la rimodulazione dei servizi”

La nota del distretto sanitario al commissario straordinario della Usl Umbria 2 e al sindaco di Terni: “Prevedibile deficit in tre aree d’intervento, non sostenibile esclusivamente con le risorse economiche dei fondi Prina”

È il 30 luglio scorso quando dal distretto sanitario di Terni parte una missiva indirizzata al commissario straordinario della Usl Umbria 2, Massimo De Fino, e al sindaco di Terni, Leonardo Latini, in quanto la città dell’acciaio è il comune capofila della zona sociale 12. L’oggetto della lettera è eloquente: piano di rientro in ambito servizi socio-sanitari anno 2020. Seguono giorni e polemiche, da destra a sinistra. I fatti sono quelli riassunti nel documento. Eccolo.

lettera asl-2“In riferimento a quanto discusso nell’ultima riunione effettuata il 28 luglio 2020 in videoconferenza per la verifica della spesa del secondo trimestre 2020, ove si è confermata la necessità di contenere la spesa sociale dei servizi socio-sanitari – scrivono dal distretto sanitario di Terni - si sottolinea che la quota economica del Piano regionale integrato per la non autosufficienza - Prina 2020 (non ancora deliberata dalla Regione Umbria) entro la cifra presunta di 1.505.135 euro (corrispondente alla quota assegnata per l’anno 2019) di cui il 50% è destinato alle gravissime disabilità”.

Il fondo viene dunque calcolato su uno “storico” di spesa. “Nel merito – si legge nella missiva - si sottolinea come la proiezione dell’impegno economico per fine anno 2020 raggiunga la cifra complessiva di 2.150.000 euro, comprensiva sia di assistenza diretta che indiretta. Pertanto, si evidenzia un prevedibile deficit di 650mila euro distribuito nelle tre aree d’intervento (anziani, disabili adulti e minori) non sostenibile esclusivamente con le risorse economiche dei fondi Prina”.

La spesa complessiva supera dunque le risorse stanziate ed è per questo che il distretto parla di deficit. Un ammanco, che però il distretto suggerisce come limitare.

“Al fine di poter rientrare nella quota Prina presunta del 2020, si propone di ridurre l’erogazione dei seguenti servizi, come da tabella di seguito riportata, cercando di garantire il mantenimento fino alla fine dell’anno di quanto previsto per l’assistenza indiretta, nonché di tutto ciò che riguarda l’ambito qualificato come gravissima disabilità”.

L’assistenza “non garantita” con i fondi Prina riguarda dunque l’assistenza domiciliare per le gravissime disabilità (180mila euro da agosto a dicembre), l’assistenza domiciliare per i "non gravissimi" (130mila euro da agosto a dicembre) e l’assistenza semiresidenziale (340mila euro da agosto a dicembre) per un totale - appunto - di 650mila euro.

“Qualora non venissero assicurati ulteriori fondi ‘sociali’ – sollecita il distretto - sarà necessario procedere alla rimodulazione dei servizi a partire dal mese di agosto”. Cioè già da oggi.

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