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Martedì, 23 Aprile 2024
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Pendolari, "regalo" per le vacanze: abbonamenti più salati

Fino a 5 euro in più nella tratta tra Terni e Roma per via degli effetti del calcolo delle tariffe sovraregionali. Il comitato: "Ora la Regione recuperi i soldi che gli umbri pagano al Lazio"

Un "regalo" per le vacanze. Amara sorpresa per i pendolari ternani che in questi giorni si sono trovati a rinnovare il loro abbonamento mensile e lo hanno trovato più "salato". E non è certo colpa della salsedine. Aumenti medi del 7%, fino a 5 euro in più per la tratta tra Terni e Roma frutto dell’applicazione sovraregionale delle tariffe regionali per i viaggi attraverso due o più Regioni come previsto dal Contratto di servizio con Trenitalia.

Al momento non ne ha risentito chi aveva acquistato un abbonamento annuale ma per coloro che invece avevano scelto il frazionamento mensile la scoperta al botteghino scattata il primo agosto è stata frustrante soprattutto alla luce dei soliti problemi con ritardi e disservizi che migliaia di viaggiatori affrontano quasi quotidianamente per recarsi dalla Conca alla Capitale. Tra l'altro in questi giorni i pendolari si erano messi in fila agli sportelli delle stazioni per ottenere i rimborsi sui costi degli abbonamenti a partire dall'ottobre scorso frutto di un errato calcolo. Rimborsi che di fatto rischiano di essere minimi se non azzerati. 

"A questo punto vale ancor di più la necessità di far chiarezza sui soldi che la Regione Umbria deve incassare dalla quota di abbonati Metrebus Lazio che utilizzano i biglietti integrati giornalieri Metrebus utilizzando da e per Orte i treni sovraregionali pagati dalla Regione Umbria", attacca Gianluigi Giusti, portavoce del coordinamento dei comitati pendolari umbri che da tempo sta portando avanti questa battaglia ed ha presentato anche un esposto alla Corte dei conti.

"Dalle stime che abbiamo fatto - prosegue - il mancato versamento da parte della Regione Lazio all'Umbria in rapporto a coloro che con il titolo di viaggio Metrebus Lazio utilizzano i treni umbri che fermano ad Orte è superiore ai 500mila euro e vicino al milione. Soldi che potrebbero servire da una parte ad abbassare i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti e soprattutto a fare gli investimenti sulla rete ferroviaria per colmare le lacune che ancora oggi ci sono. Ad esempio, nella tratta Foligno-Terni-Orte-Roma dalle 13.50 alle 17.45 non ci sono collegamenti verso la Capitale mentre nelle festività da calendario sia religiose che civili e la domenica non c'è nessun servizio da Roma tra le 7.58 e le 13.28".

Sulla questione sono invervenuti anche i deputati umbri di FdI, Prisco e Zaffini. "Prima di aumentare i prezzi del biglietto - dicono - Trenitalia avrebbe dovuto provvedere a sostituire gli attuali convogli con altri nuovi e più confortevoli aumentando la qualità del servizio». Tra le lamentele dei pendolari – riferisce FdI in una nota - viene segnalato lo stato delle carrozze vecchie, l’impianto di aria condizionata speso rotto e gocciolante, i bagni non funzionanti, le porte bloccate, le prese di corrente inutilizzabili, i vagoni talvolta sovraffollati per i ritardi e l’utilizzo obbligato delle vecchia linea ferroviaria in caso di intoppi. "Disagi continui che centinaia di pendolari subiscono quotidianamente da anni – commenta il coordinatore provinciale di Terni, Eleonora Pace - Questo è un problema sentito da tantissimi lavoratori che negli anni hanno fatto appelli troppo spesso rimasti inascoltati. Ci vogliono azioni concrete per alleviare i disagi a coloro che tutti i giorni sono costretti a viaggiare non certo per piacere. Non stiamo chiedendo carrozze extra lusso ma servizi minimi come carrozze pulite, aria condizionata o riscaldamento attivo, bagni funzionanti, corrente elettrica e sicurezza". 

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