rotate-mobile
Attualità

Turismo, la metà dei visitatori è "fantasma"

In Umbria preoccupa il fenomeno dell'abusivismo, il vicepresidente Paparelli: "Se fossero tutti registrati avremmo quasi il doppio delle presenze". Terni maglia nera malgrado la cascata, Confartigianato lancia un patto tra imprese e territorio

Il turista c'è ma non si vede. Almeno sulle statistiche. "Se venissero registrate tutte avremmo in Umbria quasi il doppio delle presenze rispetto a quelle che vengono censite attualmente", ha detto il vicepresidente della Regione con delega al Turismo, Fabio Paparelli, preoccupato per il fenomeno dell'abusivismo nel settore extralberghiero e dalla "concorrenza sleale" nei confronti degli operatori che lavorano regolarmente. "Pensiamo a tutte le strutture che si trovano su AirBnb o agli stranieri che acquistano casa nella nostra regione e la affittano ai loro connazionali, tutti numeri che sfuggono alle statistiche" ha spiegato Paparelli sottolineando anche le misure per arginare il problema che si sono introdotte con il recente regolamento regionale. 

L'occasione per parlare di questa "piaga", denunciata più volte anche dalle associazioni di categoria, è stato l'incontro promosso da Confartigianato Terni su "Imprese e turismo" con l'obiettivo - ha evidenziato il presidente Mauro Franceschini - di mettere il turismo al centro dello sviluppo anche per un territorio meno vocato come quello ternano che però può contare su uno dei "fuoriclasse" delle Penisola, come la cascata delle Marmore, e su situazioni che potrebbero essere meglio e maggiormente valorizzate. 

I dati

Lo dicono i numeri. Nonostante la cascata delle Marmore sia una delle mete preferite per i turisti italiani e stranieri, il Ternano è l'unica zona insieme allo Spoletino a far registrare il segno meno nelle presenze nei primi mesi del 2018. Secondo le più recenti statistiche disponibili della Regione, infatti, nel periodo gennaio-agosto 2018 rispetto allo stesso lasso di tempo dell'anno precedente c'è stato un calo del 6,5%, vale a dire 254.522 presenze contro le 272.437 del 2017. In leggero aumento le presenze 106.288 contro 101.595 anche se il più 4,6% registrato è il peggiore dato dell'Umbria dopo quello dell'Amerino, appena 2% di arrivi in più. Insomma, dietro la cascata, che raccoglie oltre 300mila visitatori all'anno c'è poco altro e chi arriva qui poi non si trattiene. Del resto anche il "mordi e fuggi" è una degli altri marchi di fabbrica del turismo umbro ma non può essere tuttavia questa una consolazione.  

Il dibattito

Ieri sera intorno a un microfono a parlare, oltre a Paparelli e Franceschini, anche il vicesindaco di Terni, Andrea Giuli che ha evidenziato in particolare la necessità di "mettere a rete tutti gli attrattori turisti e gli stakeholder, lo si dice da troppo tempo ed è ora che si faccia qualcosa di concreto". Già, perché una delle pecche del turismo in questo territorio, ma più in generale in Umbria, è la mancanza di un vero coordinamento nella promozione turistica capace di fornire un'unica immagine vincente delle pur varie peculiarità. Negli ultimi due anni la Regione, dopo il terremoto, ha investito molto sulla promozione dell'Umbria con risultati positivi che si stanno riscontrando in questi ultimi mesi, dalla primavera in poi. Ma in realtà le singole amministrazioni della provincia, sia quelle maggiormente vocate al turismo come può essere Orvieto o quelle più indietro, come appunto Terni, continuano a muoversi in maniera autonoma, a volte poco e male, ingenerando confusione. Alle iniziative istituzionali si aggiungono poi quelle di altri soggetti come la Camera di commercio (presente al dibattito anche il presidente Giuseppe Flamini), che recentemente ha rilanciato il marchio "Terre di San Valentino" e ora punta forte anche sul pampepato come attrattore turistico, o le varie Fondazioni bancarie del territorio che ciclicamente mettono un cip più o meno importante ed efficace sul settore turistico sotto varie forme. 

E come invece anche gli artigiani possono contribuire ad essere protagonisti di un rilancio del territorio dal punto di vista turistico per poi anche beneficiarne in termini di ritorno economico? Un passo è già stato compiuto con l'accordo tra Confartigianato Umbria e l'associazione Piccoli borghi d'Italia presieduta da Fiorello Primi per la valorizzazione delle botteghe artigianali, ma la strada l'ha indicata chiaramente nella relazione introduttiva alla tavola rotonda il docente di marketing turistico, Giancarlo Dall'Ara. "Le persone vanno messe al centro dell'accoglienza che è l'essenza stessa dell'esperienza turistica", ha evidenziato parlando degli artigiani che vanno a sostituire la figura dello "storyteller" divenuta ormai essenziale nella promozione con quella dello "storymaker" che diventa centrale nel turismo esperenziale che sempre di più cercano i visitatori, sia italiani che soprattutto stranieri. "L'accoglienza - ha detto Dall'Ara - è il marketing che funziona di più ed è la precondizione per poter fare una promozione efficace e sostenibile. Sono le persone che accolgono, non i dépliant, o i siti web. Occorre però imparare a progettare l'accoglienza e a non lasciarla allo spontaneismo. Tutti in questo hanno un ruolo, operatori, istituzioni e residenti,e si riesce a fare molto anche con investimenti contenuti, mettendo le persone al primo posto".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Turismo, la metà dei visitatori è "fantasma"

TerniToday è in caricamento