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Salvata da un tumore cerebrale, torna a vivere senza danni

Per la prima volta all'ospedale di Terni un'operazione con una tecnica all'avanguardia che ha consentito alla paziente 64enne di non riportare conseguenze

Una malattia subdola che anche nella migliore delle ipotesi rischia di causare gravi danni permanenti. Sconfitta all'ospedale di Terni dove a una 64enne paziente umbra è stato asportato un tumore cerebrale con una tecnica all'avanguardia fino a oggi ancora mai sperimentata al "Santa Maria". 

Un delicatissimo intervento di asportazione di un tumore cerebrale in area eloquente o nobile, quella per intenderci dove ogni minima lesione può provocare un danno permanente, portata a termine con successo dall’equipe di Neurochirurgia guidata da Carlo Conti, in collaborazione con il servizio di neurofisiopatologia diretto da Domenico Frondizi. L'operazione, fanno sapere dall'azienda ospedaliera di Terni, è stata condotta mediante monitoraggio corticale intraoperatorio. "Si tratta di una tecnica evoluta garantita solo da pochi centri in Italia, che conferma come il dipartimento di neuroscienze di Terni sia punto di riferimento nazionale per il trattamento delle patologie oncologiche cerebrali  e per la neurochirurgia elettiva". E la vera buona notizia è che la paziente è stata dimessa dopo tre giorni dall’intervento senza alcun deficit neurologico e in ottime condizioni generali.

“I tumori cerebrali, che già di per sé rappresentano una sfida quotidiana, sono ancora più impegnativi – spiega il dottor Conti - quando si localizzano nelle vicinanze o in corrispondenza di quelle aree cerebrali cosiddette nobili che controllano, ad esempio, il movimento degli arti o il linguaggio. Un qualsiasi danneggiamento di queste aree, che fino a poco tempo fa era ritenuto inevitabile durante un’asportazione chirurgica, causerebbe un deficit neurologico molto invalidante". Oggi invece, attraverso il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio, che a Terni è ormai uno standard per l’attività neurochirurgica elettiva, tali strutture nervose "intoccabili’ possono essere localizzate esattamente, così da essere preservate durante l’intervento. “In altre parole – spiega il dottor Frondizi - viene eseguita una mappatura della corteccia cerebrale, motoria e sensitiva,  con una tecnica neurofisiologica  in grado di guidare in tempo reale l'azione del neurochirurgo.  Nel caso specifico è stato effettuato un monitoraggio continuo dell’area che controllava la motilità e la sensibilità della mano, integrando i dati con quelli ottenuti con le immagini della risonanza magnetica funzionale e del neuronavigatore”.

"Il vero punto di forzanel trattamento di queste gravi patologie  - aggiungono dal Santa Maria - è rappresentato dalla collaborazione di tutti gli specialisti in neuro-oncologia, neurochirurghi e neurofisiologi, oncologi, radioterapisti, radiologi e anatomo-patologi, che all’ospedale di Terni si incontrano con cadenza settimanale.  Grazie alla collaborazione multidisciplinare e al continuo aggiornamento di strumenti tecnologici innovativi l’attività della neurochirurgia diretta dal dottor Carlo Conti, continua a garantire l’alta complessità e gli elevati standard qualitativi  degli interventi.  L’azienda ha inoltre riavviato una collaborazione con il professor Carmelo Anile, direttore della struttura di neurotraumatologia e neurochirurgia del Policlinico Gemelli di Roma, per consulenze specifiche su casi di altissima complessità".

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