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Terremoto nel Pd umbro, De Rebotti e altri tre candidati dicono addio al congresso: "Non siamo stati ascoltati"

Oltre al sindaco di Narni lasciano la corsa alla poltrona di rappresentante regionale del partito anche Massimiliano Presciutti e Alessandro Torrini, insieme al candidato al congresso provinciale di Perugia del PD, Carlo Elia Schoen

Si è aperta ufficialmente un'altra crepa all'interno del Pd umbro. Proprio oggi, 3 aprile, i candidati alla segreteria regionale del partito Francesco De Rebotti, Massimiliano Presciutti e Alessandro Torrini, insieme al candidato al congresso provinciale di Perugia, Carlo Elia Schoen, hanno detto formalmente addio, ciascuno con una missiva personale diretta alla reggenza umbra dem, ritirando le loro candidature congressuali insieme alle liste a loro sostegno.

Lasceranno un segno importante, anche nei giorni a venire, le motivazioni avanzate dal sindaco di Narni De Rebotti, che accusa il partito di poca predisposizione all'ascolto: "Con estremo rammarico - scrive il sindaco di Narni -, per i motivi politici già ampiamente illustrati, e avendo ricevuto solo indifferenti rifiuti in risposta alla nota sottoscritta insieme a Presciutti, Torrini e Schoen, con la presente sono a comunicare il formale ritiro della mia candidatura alla Segreteria regionale dell’Umbria del Partito Democratico e la non partecipazione ad un congresso che, lo ripeto, considero sbagliato politicamente, e illegittimo statutariamente.

Non intendo, inoltre, - prosegue De Rebotti - essere in alcun modo corresponsabile di un congresso organizzato totalmente al di fuori delle norme anti covid vigenti e in palese contrasto con il contegno sempre tenuto dal PD durante la pandemia, improntato alla massima prudenza e al principio di precauzione. 

Desidero ringraziare tutti coloro, e sono tante e tanti, che hanno condiviso questo percorso, a partire dai candidati all’assemblea regionale a mio sostegno che sono stati i primi a chiedermi un disimpegno.

Un pezzo di partito importante, fuori dalle logiche di potere, delle correnti che con passione e disinteresse ha chiesto solo ascolto e partecipazione. Quel partito della base e dei territori - conclude - sempre evocato e mai rispettato. Neanche questa volta".

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