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Giovedì, 5 Ottobre 2023
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“La stazione di Terni è la porta urbana dell’Umbria. Trasformare il Tacito in Freccia abbattendo i tempi di percorrenza”

Intervento dell’ex assessore Alberto Pileri: “Non dobbiamo accontentarci della fermata del Frecciarossa ad Orte”

Uno snodo nevralgico per il trasporto ferroviario del centro Italia. La stazione di Terni infatti è collocata a poco meno di venticinque chilometri dal passaggio dell’alta velocità, lungo la direttrice Roma-Firenze, ad appena novanta dalla capitale e detiene uno scalo merci di primo piano, in attesa dello sviluppo della piastra logistica attualmente al palo. Nelle ultime settimane è tornato di ‘moda’ il tema dell’alta velocità, a seguito di interlocuzioni tra l’amministrazione comunale e Trenitalia e, come spesso accade, ha portato con sé ulteriori questioni di dominio pubblico legate alle infrastrutture ed alle tipologie di treni in circolazione.

Alla nostra redazione di www.ternitoday.it è intervenuto Alberto Pileri, ex assessore della giunta Raffaelli. La sua attenta e dettagliata ricostruzione consente di dare una connotazione adeguata alla ‘Porta urbana dell’Umbria’ ed alla linea Orte-Falconara, focalizzando l’attenzione sul territorio umbro. “La stazione di Terni è tra le più importanti del centro Italia per il transito di convogli – oltre cento giornalieri – sia passeggeri che merci. Una collocazione strategica, lungo la trasversale Roma-Ancona, a venticinque chilometri da Orte e novanta dalla capitale. Possiamo dunque affermare che siamo la città meglio collegata a Roma, raggiungibile in circa cinquanta minuti di viaggio. Una stazione che possiamo definire, senza ombra di dubbio, la vera ‘Porta urbana dell’Umbria’.

L’approfondimento sulla Roma-Ancona: “Sono circa trecento chilometri di tratta. Rispetto alla ferrovia che collega la capitale a Pescara detiene una rilevanza: collega infatti tre regioni (Lazio, Umbria e Marche ndr), con quasi otto milioni di abitanti. Il suo prolungamento da Orte a Civitavecchia consentirebbe di collegare due importanti porti come di quello di Ancona e l’altro di Civitavecchia. Entrambi interessati da consistenti investimenti per il loro adeguamento e sviluppo. Se vogliamo aggiungere un dettaglio demografico, un numero maggiore degli abitanti di Sicilia e Calabria rapportando il tutto alla costruzione del ponte sullo stretto. Risale all’epoca dello Stato pontificio e l’industrializzazione e lo sviluppo della mobilità su treno è stato principale vettore di trasporto. Fino all’ultima guerra il tratto Orte-Terni era a doppio binario. Tuttavia, a causa dei bombardamenti, venne ricostruita seguendo il vecchio sedime che costeggiava il percorso del Nera”.

Il protagonismo nel Piano nazionale dei trasporti: “La giovane Regione Umbria ebbe un ruolo preponderante, grazie ai parlamentari umbri che si adoperarono per dare rilevanza assoluta alla Orte-Falconara, andando ad incrociare la direttissima Roma-Firenze. Il primo raddoppio interessò la Terni-Narni (1977/1979) in affiancamento. Il secondo tratto tra Nera Montoro e San Liberato e successivamente il segmento rettificato tra San Liberato-Orte, poiché troppo a ridosso del laghetto. L’ultimo intervento risale alla realizzazione della galleria tra Narni e Nera Montoro”. L’ex assessore tiene a precisare che: “Negli anni novanta venne completato il raddoppio tra Foligno e Campello, con caratteristiche analoghe alla direttissima. Infine nel 2000 finanziato il progetto Spoleto-Campello. Tuttavia a ventitré anni di distanza non è stato concluso il raddoppio ferroviario”.

Il Frecciarossa può essere un’opportunità, anche se prima occorre fare un doveroso preambolo: “E’ importante insistere sul raddoppio delle tratte umbre, ai fini dell’abbattimento dei tempi di percorrenza. La strozzatura ce l’abbiamo tra Terni-Spoleto. Una volta entrata a regime la Campello-Spoleto, avremo fino a Foligno 25 chilometri di raddoppio senza interruzioni. Ipotizzando il completamento (aggiungendo l’ipotesi Terni-Spoleto ndr) si potrebbero risparmiare tra i 15 e 25 minuti, rispetto allo stato attuale. Occorre altresì contestualmente portare avanti il progetto di adeguamento e velocizzazione della Foligno- Perugia – Terontola”.

L’alta velocità a Terni, il messaggio è chiaro da parte di Alberto Pileri: “Non dobbiamo accontentarci della fermata del Frecciarossa ad Orte. Ricordo – ad esempio – che da alcuni anni dalla stazione di Perugia Fontivegge parte un convoglio specifico". Una proposta aggiuntiva: "L’intercity Tacito, in tal senso, potrebbe trasformarsi in Freccia rossa, argento o bianca non importa il colore del gatto, l'importante che prenda il topo. Tuttavia è necessario che a binario vigente si possa percorrere un’ora e cinque minuti la Terni-Perugia, riducendo le fermate, da cinque a tre in Umbria, prima dell’immissione sull’alta velocità attuale e non all’interno della ‘vecchia’ direttissima come accade ora arrivando alle 4 ore e trenta minuti per arrivare a Milano. Fare un ragionamento unitario, coinvolgendo realtà come Foligno e Spoleto, dovrebbe rappresentare una valida soluzione con benefici multipli per tutti i fruitori dei rispettivi comuni ed aree di interesse. In tal senso – afferma Pileri – la Fondazione Carit potrebbe recitare un ruolo importante”.

Infine una riflessione: “Le attenzioni vengono concentrare sull’aeroporto di Perugia quando l’infrastruttura principale è il treno. Dobbiamo pensare ai cittadini ‘normali’ quelli che utilizzano i mezzi di trasporto prossimi e spendibili. Il tema deve tornare centrale – conclude – senza pregiudizi o preclusioni”. 

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