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Trasporto disabili, il grido disperato delle famiglie: siamo stati lasciati soli e ora siamo disperati

Servizio a singhiozzo, attese lunghissime e rischio isolamento: lettera a Comune di Terni, Usl 2 e prefetto. “Gettati nella disperazione solo per un piccolo risparmio”

C’è chi è rimasto senza servizio, chi è costretto a viaggi e attese troppo lunghi, chi rischia di restare a casa perché “privato” della possibilità di raggiungere i centri diurni. Tutto questo per un “risparmio di diecimila euro l’anno che ci ha gettato nella disperazione”.

È un grido disperato quello che il comitato dei familiari dei centri diurni ha raccolto in una lettera inviata al sindaco di Terni, alla Usl Umbria 2 e al prefetto della città dell’acciaio e nella quale vengono raccolte tutte le difficoltà che la “rivoluzione” del servizio di trasporto disabili ha portato con sé.

Le famiglie sono state lasciate completamente sole ad affrontare la gestione dei trasporti dei loro familiari. Questo – spiega il comitato - sta provocando una serie di problemi e disservizi per famiglie che, già profondamente provate, si ritrovano con il passare dei mesi ad essere sempre più stanche e disperate”.

Il comitato dei familiari fa poi un elenco delle maggiori criticità, raccontando il caso di tre persone che “presentano disabilità complesse” o sono “molto distanti dal centro di appartenenza” e che “sono rimaste senza servizio nonostante le rassicurazioni dell’assessore. Queste rimangono a casa o vengono portate dai familiari con enormi sacrifici. Nove disabili ultrasessantaquattrenni dal 15 giugno sono senza alcun servizio e alcun contributo. Le famiglie, che sono formate da persone molto anziane, debbono provvedere da sole a trasportare i propri familiari, o li stanno ritirando dai centri rischiando di farli rimanere isolati tra le quattro mura domestiche. Lo scarica barile tra Comune e Usl 2 sta massacrando le famiglie, soprattutto i fratelli o le sorelle di questi soggetti, anch’essi anziani. Le ditte che trasportano le persone con disabilità si rifiutano di fornire il servizio anche con il contributo economico diretto delle famiglie stesse”.

Ancora: “Abbiamo avuto comunicazione da una delle ditte che trasporta sei persone con disabilità motoria in carrozzina che dal 15 luglio sospenderà il servizio e ad oggi non ci risulta che le altre ditte iscritte nell’elenco abbiano pulmini in grado di trasportare persone in carrozzina. Molte persone trasportate nei centri, essendo solo 3 i pulmini a disposizione, hanno ancora tempi di percorrenza lunghissimi anche di 1,30/ 2 ore a trasporto che con il caldo attuale va ad aggravare le loro condizioni fisiche e psichiche”.

“Anche la soluzione prospettata dell’utilizzo del servizio a chiamata del CMT per alcuni casi più complessi, si è rivelato un buco nell’acqua perché tale servizio non ha spazi per trasporti fissi e continuativi come quelli che servivano in questi casi e le persone non hanno trovato posto”.

Le modifiche al servizio sembra che fino ad ora abbiano portato più disagi che convenienze. E la situazione rischia di aggravarsi perché “le due ditte rimaste in elenco, per poter rientrare nei costi, hanno chiamato i familiari interessati comunicando che, se vogliono continuare ad utilizzare il loro servizio, dal 1 luglio devono pagare un abbonamento fisso di 160 euro al mese a prescindere dal numero di trasporti effettuati (siano essi uno soltanto o il massimo di 25), quindi anche qui niente della promessa libertà di scelta”. 

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