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Treofan, appello alla politica della Filctem Cgil: "Non possiamo più tollerare cattive politiche manageriali"

Nuovo affondo della Filctem Cgil che denuncia un complessivo immobilismo tanto dell'azienda quanto delle istituzioni: "Noi non permetteremo che venga meno un altro gioiello del nostro territorio".

Prosegue l'onda di silenzio bilaterale - dell'azienda e delle istituzioni - sulle sorti della Treofan di Terni. Un immobilismo sul quale non stanno dormendo i sindacati. L'ultimo affondo è firmato dalla Filctem Cgil che non ci sta e lancia un'ulteriore appello: "Siamo ancora convinti che il polo chimico sia un valore aggiunto per il nostro territorio e per l’Italia.

In questi mesi, con la vertenza Treofan, sono stati riaccesi i riflettori che purtroppo, molto spesso, vengono puntati nei momenti di crisi e di difficoltà piuttosto che nei periodi positivi, in cui si potrebbe lavorare per creare condizioni volte al miglioramento anche attraverso progetti specifici per il settore.
Lo abbiamo ribadito più volte: la mancata continuità produttiva di Treofan e la sua chiusura metterebbero a rischio la tenuta dell’intero Polo Chimico, a partire dai posti di lavoro, non solo dei dipendenti dell’azienda, ma anche di quelli che operano nelle ditte terze a supporto della stessa.

Il tavolo ministeriale del 29 settembre prossimo - prosegue la nota del sindacato - sarà decisivo per sancire le sorti della vertenza; come Segreteria e RSU Treofan FILCTEM CGIL crediamo che riportare gli ordini e le produzioni ad alto valore aggiunto, proprie dello stabilimento di Terni, sia determinante e vincolante rispetto le posizioni che verranno prese e le scelte che verranno fatte martedì 29 settembre. Per questo ci aspettiamo che tutte le istituzioni e forze politiche facciano la loro parte per garantire la continuità produttiva: bisogna iniziare a “sporcarsi le mani”, scendere fattivamente in campo, non si può pensare di rimanere spettatori, promettendo supporti economici senza verificare la solidità della proprietà e la reale volontà di rimanere sul nostro territorio.

Ogni vertenza ha le proprie specificità, ma nel caso di Treofan ci sono tutti i presupposti, se lo si vuole veramente, per permettere la continuità produttiva.

È chiaro che essere semplici spettatori è molto più facile e comodo, riempirsi la bocca di tante belle parole, scrivere sulla stampa e sui social elogiando il proprio operato non dando però concretezza, praticità e fattività. Il detto dice: volere è potere"

Infine, un appello bipartisan alla politica: "Ora, istituzioni e politici, è il momento di esercitare il potere. Noi non permetteremo che venga meno un altro gioiello del nostro territorio, che si perdano ancora posti di lavoro senza validi motivi. Non possiamo più accettare che settori e aziende dove non c’è crisi di mercato, dove il Covid non ha dato scossoni, anzi, dove nel periodo di lockdown si è prodotto in maniera superiore alla norma, vengano azzerati per cattive politiche manageriali e immobilismo politico istituzionale"

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