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Turismo, l’onda della ripresa. Ma lo “straniero” non si è fermato a Terni

I dati: forte incremento di arrivi e presenze da Olanda, Usa, Belgio. Tra le città del Ternano, c’è solo Orvieto nella top ten delle “destinazioni estero”

Il bicchiere è mezzo pieno. Ma sorseggiandone il contenuto, si potrebbe riflettere sull’altra faccia della medaglia. Si parla di turismo e i dati diffusi nelle scorse ore dalla Regione confermano anche su Terni il trend positivo di arrivi e presenze. Numeri che dicono anche un’altra cosa: “Forte aumento dei turisti stranieri”. Che però non si sono “fermati” a Terni.

Le cifre sono già note: “Nello scorso mese di luglio – dice il report dell’Osservatorio ragionale del turismo - si sono complessivamente registrati in Umbria 288.781 arrivi e 919.580 presenze con un incremento percentuale rispetto allo stesso mese 2021 pari al +9.5% negli arrivi e +17.7% nelle presenze e del +58.9% negli arrivi e +78.9% nelle presenze rispetto al 2020. Positivo l’andamento anche su luglio 2019, con un incremento degli arrivi del +10.4% e delle presenze del +9.4%”.

La statistica viene ribadita attraverso l’analisi dei flussi negli esercizi alberghieri che “registrano complessivamente, rispetto al 2021, un incremento del +11.2% negli arrivi e +18.5% nelle presenze, determinato dal forte aumento dei turisti stranieri (+120.2% arrivi, +125% presenze) a fronte di una diminuzione dei turisti italiani (-7.1% arrivi, -3.3% presenze). Il confronto con luglio 2019 evidenzia complessivamente un incremento dei flussi (+2.9% arrivi, +9.6% presenze), determinato dal sostenuto aumento dei turisti italiani (+13.4% arrivi, +16.3% presenze) a fronte della diminuzione dei turisti stranieri (-16.6% arrivi, -2.2% presenze). Anche gli esercizi extralberghieri registrano complessivamente, rispetto al 2021 – rileva il report - un incremento del +7.9% negli arrivi e +17.3% nelle presenze, determinato dal forte aumento dei turisti stranieri (+57.5% arrivi, +58.5% presenze) a fronte di una diminuzione dei turisti italiani (-12.4% arrivi, -12.3% presenze).  Il confronto con il 2019 registra un aumento dei flussi complessivi (+19.2% arrivi, +9.3% presenze) e variazioni positive sia di italiani (+23.6% arrivi, +12.9% presenze) che di stranieri (+13.7% arrivi, +6.7% presenze)”.

L’analisi permette però di trovare altre informazioni. Nella top 10 degli arrivi di turisti in Umbria – ad esempio - la prima città di provenienza è Roma, seguita da Milano, Napoli, Torino, Bari, Perugia, Firenze, Bologna, Ancona, Padova. Le prime dieci città per scelta dei turisti italiani sono Assisi, Perugia, Foligno, Spoleto, Orvieto, Gubbio, Cascia, Terni, Passignano sul Trasimeno, Castiglione del Lago. Terni, insomma c’è.

Nella top 10 degli arrivi di turisti in Umbria compaiono, in prima posizione, i Paesi Bassi, seguiti da Usa, Belgio, Gran Bretagna, Germania, Francia, Polonia, Svizzera, Danimarca e altri. Nella classifica delle “destinazioni estero” figurano - dalla prima - Assisi, Perugia, Orvieto, Castiglione del Lago, Passignano sul Trasimeno, Magione, Gubbio, Spoleto, Tuoro sul Trasimeno e Todi. E Terni non c’è.

Di ritorno dei turisti stranieri – dopo gli evidenti problemi innescati dell’emergenza Covid – si è parlato anche a commento degli ottimi dati relativi agli ingressi alla cascata delle Marmore. Il sito naturalistico nel 2021 ha fatto registrare circa 440mila presenze con un tra giugno, luglio ed agosto. I dati dal primo gennaio allo scorso 7 agosto parlano di 268mila accessi, a fronte di 187mila del 2021. Al conto vanno poi aggiunti i circa 22mila ingressi fatti registrare nel fine settimana del Ferragosto 2022.

I turisti sembrano insomma esserci e il settore si sta rimettendo in sesto dopo gli scossoni degli ultimi due anni. Il rischio è quello di non mettere a terra i buoni frutti così da trasformare la “scampagnata” in occasione di lavoro e sviluppo del territorio, lasciandosi sfuggire una fetta consistente di pubblico.

Prova del fatto che il turismo è ricchezza, sono i dati relativi all’offerta turistica regionale che rispetto a luglio 2021 è “complessivamente aumentata nel numero di esercizi (+5.2%) rimanendo sostanzialmente stabile nel numero di posti letto (-0.6%) ed è costituita da 6.005 esercizi per complessivi 96.134 posti letto: gli esercizi alberghieri sono 459 con 25.600 posti letto; gli esercizi extralberghieri sono 5.546 con 70.534 posti letto”.

Prossimi step: disinnescare i possibili effetti di un aumento continuo del costo dell’energia per evitare che le imprese del settore vengano falcidiate dai conti. E strutturare l’offerta del territorio per trasformare Terni nel “baricentro” del turismo dell’Umbria sud. Strategia che potrebbe funzionare anche per i turisti italiani visto che, su dieci che arrivano in Umbria, almeno tre entrano da Orte o comunque da questa parte di territorio. Quindi passano “per” Terni, ma non (sempre) si fermano.

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