Turismo a Terni, la verità dei numeri: meno arrivi, aumentano le presenze. Meglio che nell’Amerino e nell’Orvietano
I dati raccolti da Aur: nel comprensorio della città dell’acciaio la permanenza media supera i due giorni e mezzo, in crescita rispetto a quattro anni fa e più che nel resto del territorio provinciale
A voler fare i pignoli, ci si potrebbe “attaccare” a quel migliaio di turisti spariti mettendo a confronto i dati del primo quadrimestre di questo 2023 con quelli dello stesso periodo di quattro anni. Facendo però scorrere l’indice sui numeri, si scopre che sì, è vero: Terni e il suo comprensorio al momento fanno registrare un minor numero di arrivi. Ma – mettendo uno sull’altro questi stessi primi quattro mesi dell’anno – i turisti che passano da queste parti si fermano di più rispetto a quanto non facessero nel 2019. E la permanenza media nel comprensorio ternano è la più alta registrata in tutti i territori dell’Umbria del sud. Almeno da gennaio ad aprile.
Sono numeri che arrivano dall’approfondimento che Aur – Agenzia Umbria ricerche. ha dedicato alla partenza del settore turistico regionale nei primi quattro mesi del 2023. "Le presenze turistiche del primo quadrimestre 2023 - scrive Giuseppe Coco nel suo approfondimento - superano nettamente quelle dei corrispondenti periodi usati come benchmark [1]. In valori assoluti, si va dai +103.378 rispetto al 2019 ai +282.285 rispetto al 2017; in termini di variazioni percentuali si oscilla dal +7,9% rispetto al 2019 al +25,1% rispetto al 2017".
Oltre che a livello generale, la ricerca si focalizza anche sui dati dei singoli comprensori, rilevando che “fanno da traino per il settore l’Assisano, il Trasimeno e il Perugino. Inoltre, sono degne di nota le buone performance anche delle aree della Valnerina-Cascia e dell’Amerino”.
Il trend non è evidentemente rispettato però da tutti i territori. Nel confronto 2019-2023, il comprensorio ternano perde ad esempio qualcosa in termini di arrivi, passando da 43.143 a 42.413, ma aumenta la permanenza media dei turisti visto che le presenze passano da 100.465 del 2019 a 109.421 di questo 2023. Di fatto, la permanenza media si stabilizza attorno ai due giorni e mezzo. Che è fra l’altro il dato migliore registrato in tutto il resto del territorio provinciale. Il comprensorio orvietano, ancora, perde sia in termini di arrivi (da 52.071 del 2019 a 45.434 del 2023) che - di conseguenza - di presenze, passando dalle 90.235 di quattro anni fa alle 82.207 di questo primo quadrimestre 2023 (meno di due giorni di permanenza media). L’Amerino è invece l’unico territorio della provincia che cresce in termini numerici. Gli arrivi erano 7.291 nel 2019 e oggi sono stati 8.734, mentre le presenze sono passate da 6.254 del 2019 alle 8.237 di questo primo quadrimestre, con una presenza media che si aggira attorno ai due giorni.
Luci e ombre si alternano insomma attorno ad un comparto che, in realtà, nasconde un potenziale enorme che può diventare un carburante fondamentale per la crescita socio-economica del territorio. Prova nel è il fatto che proprio il settore turistico trascina il numero degli avviamenti al lavoro previsti in Umbria nel periodo luglio-settembre e porta la regione sul podio d’Italia per numero di assunzioni nel prossimo trimestre.
Ad evidenziarlo è il bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, con i dati che si basano su un ampio e continuo monitoraggio del sistema imprenditoriale: ben 110mila le aziende coinvolte, che esprimono le proprie previsioni sulle chiamate al lavoro che prevedono di effettuare nei mesi successivi.
In dettaglio, per luglio 2023 in Umbria le imprese hanno programmato 7.800 assunzioni, con un aumento del 37,8% (+2.140 avviamenti) rispetto a luglio 2022, quando le assunzioni erano state 5.600. Si tratta dell’incremento percentuale più elevato tra tutte le regioni italiane: dopo l’Umbria, al secondo posto le Marche (+36,7%), quindi la Toscana (+33,9%), l’Emilia-Romagna (+22%) e il Lazio (+20,1%).
Un quadro, quello di luglio, che nella sostanza si conferma per il trimestre luglio-settembre. Anche in questo caso l’Umbria, con un aumento degli avviamenti programmati del 32,3% rispetto allo stesso trimestre 2022, è la prima regione italiana, seguita dalle altre tre regioni del Centro (Toscana +29,7%, Lazio +28,2%, Marche +26,7%) e dall’Emilia-Romagna (+20,5%). In dettaglio, nel trimestre luglio-settembre 2023 le imprese umbre hanno programmato 20.070 assunzioni, +4.900 rispetto alle 15.170 dello stesso trimestre 2022.
A trainare l’incremento delle assunzioni programmate, in tutte le regioni e in particolare in Umbria dove crescono del 140,4% a luglio e del 119,3% nel trimestre luglio-settembre, le imprese della filiera turistica. Nella regione bene anche il commercio (+37% a luglio e +43,4% nel trimestre) e le costruzioni (+51,7% e +54,1%).
A luglio 2023 in Umbria le assunzioni programmate dalle imprese della filiera del turismo crescono del 140,4% rispetto a luglio 2022 (passando da 1.140 a 2.740) e rappresentano il 35,1% del totale delle assunzioni programmate nella regione. Cifre molto più elevate di quelle già alte del dato nazionale. Stesse tendenza se si guarda al trimestre luglio-settembre, dove le assunzioni nella filiera del turismo umbro crescono del 119,3% (da 2.950 a 6.470), rappresentando il 32,3% degli avviamenti al lavoro programmati nella regione, mentre a livello nazionale l’incremento è del 93,7% (da 249.180 a 351.090), rappresentando il 27,5% degli avviamenti totali in Italia.