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L’Umbria meridionale e l’atto scomparso: “Terni e Spoleto unite fanno paura per chi ha portato l’acqua ai mulini del nord”

Il consigliere Luca Simonetti del Movimento Cinque Stelle: “In campagna elettorale e nelle linee programmatiche del sindaco Leonardo Latini quella del riequilibrio territoriale pareva essere una priorità”

Accorpare Spoleto sotto la provincia di Terni. Un tema che da anni suscita interesse e dibattito, ed è tornato in auge nelle scorse settimane. Nato circa tre anni fa, il comitato ‘Spoleto in provincia di Terni’ si compone di una sessantina di cittadini che caldeggiano tale opportunità. La polemica relativa al nosocomio spoletino ha fatto riemerge l’argomento, il quale è stato ripreso dal consigliere comunale Luca Simonetti.

“Sono passati due anni da quando il Movimento Cinque Stelle ha presentato nel consiglio comunale un atto di indirizzo per valutare concretamente la possibilità di dare vita alla nuova provincia di Terni e Spoleto. Un atto prima rinviato in commissione dal consiglio comunale e poi scomparso a colpi di menefreghismo da parte del centrodestra”. Afferma Simonetti.

“È chiaro che Terni e Spoleto unite fanno paura a chi per decenni ha beneficiato di un sistema regionale che ha portato l’acqua sempre e soltanto ai mulini del nord. Basti pensare alle partite strategiche quali quelle delle infrastrutture, della sanità, dell’università, dei fondi strutturali, tanto per citarne alcune. Eppure – sottolinea il consigliere - in campagna elettorale e nelle linee programmatiche del sindaco Leonardo Latini quella del riequilibrio territoriale pareva essere una priorità. Oggi sappiamo che non è così, anche su questo tema il sindaco è assente. Tutte le peggiori scelte della Regione si accettano in silenzio, d'altronde abbiamo visto a Spoleto cosa accade a chi si mette contro il partito egemone. La disciplina verso i capibastone viene prima degli interessi dei cittadini. Altro che riequilibrio territoriale, complice l’emergenza sanitaria l’Umbria meridionale è diventata terreno di saccheggio della giunta Tesei”.

Scelte e prospettive

“Basta vedere le scelte fatte per gli ospedali di Narni, Amelia, Spoleto, Pantalla o quelle rispetto gli ospedali da campo, dove a Perugia, guarda caso, è finito quello inviato dal Governo e dall’Esercito con tanto di allestimenti e personale medico. A Terni invece una struttura generosamente offerta dalla Croce Rossa ma da attrezzare completamente con presidi sanitari e personale. Assurdo anche il silenzio dinanzi alla ex Milizia, 3000 mq di struttura già pronti che con pochissimo potrebbero ospitare decine di degenti Covid mentre Coletto e Bertolaso pensano di portare in modo itineranti i pazienti umbri e 45 tra medici infermieri ed OSS. Questo mentre a Spoleto manca il personale sanitario, così come in tutte le strutture mediche di questa parte dell’Umbria dimenticata da Dio”.

“La vertenza dell’Umbria meridionale oggi come ieri è sempre più attuale – conclude - inutile continuare a parlare di strisce pedonali rifatte. Il futuro di Terni passa innanzitutto attraverso le questioni fondamentali per il suo futuro, prima fra tutte, il riconoscimento del suo ruolo nel contesto regionale".  

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