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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Umbria rossa? Oggi la decisione. Preoccupazione per le reinfezioni anche dopo il vaccino

Attesa la decisione che dovrebbe arrivare in serata. Al vaglio del nucleo epidemiologico regionale il movimento delle varianti del virus e i casi di reinfezione

Sono ore frenetiche in regione per il vaglio dei dati sull'andamento epidemiologico, che dovranno portare alla decisione di trasformare - o meno - l'Umbria in "zona rossa". Dopo le valutazioni esposte in conferenza stampa dalla direzione della sanità umbra e dal nucleo epidemiologico, lo spettro della chiusura totale in tutto il territorio regionale è quanto mai realistica. 

Il virus, in questa nuova ondata, sta prendendo la strada del sud arrivando così alle porte di Terni, unica città che ancora resiste al picco di contagio (ieri i nuovi positivi erano 9). Ma l'orientamento della regione è quello preventivo: "Se serve portare Terni in zona rossa per evitare la diffusione delle infezioni, perché no", ha affermato senza mezzi termini l'assessore Coletto. Non una "punizione ingiusta", decisione che per altro spetterà al comitato tecnico scientifico, ma che, al contrario, vorrebbe preservare la città dalla circolazione delle varianti. 

Preoccupazione per la circolazione delle varianti

Ed è proprio sul nodo delle varianti inglese e brasiliana che si sta concentrando l'attenzione della direzione sanità che sta coinvolgendo a doppio filo l'Istituto Superiore di Sanità. Il nucelo epidemiologico regionale, infatti, ha selezionato e inviato all'Iss 300 campioni di tamponi positivi per effettuarne il sequenziamento e ricevere dati che possano offrire una mappa dello stato di mutazione e circolazione del virus quanto più realistica possibile.

Il nodo reinfezioni anche dopo il vaccino

Ma un dato ancor più preoccupante messo sul tavolo della direzione regionale della sanità dal nucleo epidemiologico, è il nodo delle doppie infezioni sia dopo una prima positività, sia a seguito del vaccino. È lo stesso dott. Cristofari che presenta due dati che stanno mettendo in allarme la direzione sanità: il primo è relativo a 42 soggeti che hanno contratto il virus una seconda volta dopo la prima guarigione.

Il secondo, forse ancor più preoccupante, indica che delle 98 persone che si sono reinfettate dopo la somministrazione del vaccino, 31 soggetti hanno contratto il virus in un lasso di tempo che va dagli 8 ai 14 giorni dell'incoculazione, ovvero dopo il tempo di latenza necessario.

Secondo Cristofari, l'ipotesi al vaglio delle ricerche è una capacità reinfettiva importante della variante brasiliana. 

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