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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ast-Arvedi, le reazioni: "Adesso valorizzare Terni come un unicum della siderurgia italiana"

L’assessore regionale Fioroni: così l’Umbria recupera centralità nel Paese. Salvini: l’acciaieria torna italiana, ottimo lavoro di Giorgetti e Salvini. Verini (Pd): garantire livelli occupazionali e produttivi. La posizione dei sindacati e della Fondazione Carit

Il passaggio di proprietà di Acciai speciali Terni dai tedeschi di Thyssenkrupp al gruppo italiano Arvedi non è una notizia soltanto di portata economica ed industriale ma tocca le “corde” più profonde della politica nazionale perché inserita nel più articolato ragionamento sulla siderurgia italiana e delle azioni necessarie al suo rilancio. Naturale dunque che le reazioni al perfezionamento della vendita siano numerose e a più livelli, dalle istituzioni locali a quelle nazionali. Eccone una rassegna.

Michele Fioroni, assessore regionale allo sviluppo economico: “Una notizia importante, non solo per l’Umbria ma per l’intero Paese. Con l’acquisizione di Ast da parte di Arvedi prende corpo il disegno di una filiera tutta italiana dell’acciaio e del ruolo che il nostro Paese vuole giocare nella siderurgia europea e di conseguenza mondiale. Mai come in questa stagione storica ci si è resi conto della strategicità della vicinanza ai comparti utilizzatori dell’acciaio e dell’integrazione a monte e valle con il tessuto manifatturiero del Paese. Una centralità recuperata anche per la nostra regione e l’augurio che, sotto il controllo della famiglia Arvedi, si riesca a valorizzare tutte le specificità che fanno del sito di Terni un unicum della siderurgia italiana in una stagione in cui gli acciai speciali giocheranno un ruolo sempre più importante”.

La politica nazionale

“L’acciaieria di Terni torna a una proprietà italiana dopo essere stata ceduta da un gruppo tedesco. È un’ottima notizia, dopo mesi di polemiche, che conferma l’ottimo lavoro della Lega al governo (e in particolare del ministro Giorgetti) e del sindaco Latini. Il prima possibile tornerò a Terni, anche per ringraziare l’amministrazione comunale e incontrare i rappresentanti dei lavoratori”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

“È un momento storico per la siderurgia nazionale e per la città di Terni - commenta il senatore Lega, Valeria Alessandrini, vicesegretaria regionale Umbria - Dobbiamo fare in modo che questa cessione si trasformi in una opportunità di valorizzazione del sito ternano nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che passi per il rilancio della produttività e dell’occupazione garantendo il rispetto dell’ambiente. Ringrazio il segretario federale Matteo Salvini che si è interessato alla vicenda e ha espresso soddisfazione per il passaggio di Ast Terni a una proprietà italiana. Considerazione che mi sento di condividere in pieno. Grazie al ministro allo sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti il quale ha seguito da vicino le fasi della trattativa. Ora si apre una fase nuova dove sarà importante conoscere le strategie della nuova proprietà Arvedi e le prospettive future di rilancio dello stabilimento ternano nell’ottica di un percorso che auspichiamo guardi sia allo sviluppo dell’azienda che alla tutela del territorio”.

Francesco Zaffini, senatore e coordinatore regionale Umbria di Fratelli d’Italia: “Oggi è stata annunciata la vendita della Acciarieria di Terni al gruppo Arvedi, una notizia che reputiamo positiva perché garantisce l’italianitá dell’azienda, che è importante asset strategico, battaglia da sempre di Fratelli d’Italia. E proprio grazie a un nostro emendamento la siderurgia è stata nuovamente inserita tra i settori strategici su cui estendere la golden power, lasciata scadere a fine anno scorso colpevolmente dal governo. Questo ha consentito di scoraggiare offerte potenzialmente ostili e sicuramente straniere che avrebbero sottratto l’intera produzione e di inox e magari soltanto acquisire quote di mercato e le tecnologie del sito. Invece, questo è stato evitato! Adesso si apre una fase nuova e, onde non ripetere errori del passato, è necessario vigilare per evitare lo smembramento delle attività e lo spacchettamento dei servizi, attraverso accordi tra privati. Vigilanza che, peraltro, FdI aveva già lunedì scorso richiesto al governo e prima della vendita, nel corso di un incontro organizzato dal coordinamento comunale di Terni di Fratelli d’Italia e da Marco Cecconi con tutte le parti sociali ed i livelli istituzionali eletti di FdI della città e della Regione. Ora è necessario conoscere i dettagli della operazione ed il piano industriale. FdI continuerà il suo impegno affinché questo accordo porti al rafforzamento del sito, alla tutela dei livelli occupazionali, rilanciando un’azienda strategica per Terni,

"Ottimo lavoro di squadra, così vince la nazionale”: è quanto ha rilevato il senatore Adolfo Urso, oggi presidente del Copasir, che era stato il presentatore della mozione parlamentare sulla siderurgia, poi approvata in aprile quasi alla unanimità del Senato, che indicava, tra l’altro, la necessità di realizzare un piano siderurgico nazionale, la estensione della golden power al settore e il coinvolgimento delle imprese italiane della filiera siderurgica. “Questa è la strada giusta da perseguire anche per quanto riguarda gli altri siti produttivi nazionali. La siderurgia è un asset strategico fondamentale per la competitività dell’intero sistema produttivo”.e l’Italia intera”.

Walter Verini, parlamentare umbro Pd: “L’acquisizione di Acciai speciali Terni da parte di Arvedi non è una notizia inaspettata. Alla comunità ternana e a quella umbra in generale preme che siano garantiti e mantenuti i livelli occupazionali, difesi e possibilmente aumentati i volumi produttivi e le quote di mercato vista la qualità del prodotto. Inoltre che sia anche l’occasione per coniugare la crescita con l’innovazione in campo ambientale. Il Governo su questi obiettivi non deve solo vigilare ma svolgere un ruolo attivo. Acciai speciali Terni non è una questione solo locale ma riguarda direttamente il futuro della siderurgia del nostro Paese”.

La politica locale

“La notizia dell’acquisto da parte del gruppo Arvedi delle Acciaierie ternane chiude una prima fase di indeterminatezza sull’approdo di questa trattativa, spostando l’attesa sui veri contenuti della nuova fase. Una fase che Fratelli d’Italia auspica possa avere i connotati del mantenimento dei livelli occupazionali e del rilancio delle produzioni industriali, in linea con i livelli qualitativi e quantitativi che hanno fatto la storia delle Acciaierie di Terni. È indubbio che vanno garantiti l’integrità del sito produttivo e anche dell’indotto”. Così i consiglieri Eleonora Pace e Marco Squarta del gruppo Fratelli d’Italia della Regione Umbria.

Per la capogruppo Fd’I, Eleonora Pace, “il ritorno di Ast tra le aziende di proprietà di gruppi italiani è certamente una suggestione che non ci lascia indifferenti e che, speriamo, possa essere il viatico per una più ampia riorganizzazione della siderurgia nazionale. La notizia della vendita non può però rassicurarci totalmente. Del resto, già in passato, nell’allora percorso di privatizzazione delle Acciaierie ternane, le ipotetiche garanzie affidate al capitale italiano finirono dopo pochi mesi in una beffa speculativa che consegnò l’intero sito nelle mani di Thyssenkrupp. Gli interessi nazionali della siderurgia italiana e del sito ternano devono perciò essere verificati alla luce di piani industriali e di garanzie di investimenti. L’Ast dovrà confermare la sua specificità con una rinnovata fase che abbia come cardine le produzioni a maggior contenuto di innovazione. Su questo, il Governo non dovrà limitarsi al ruolo di sensale ma dovrà esercitare tutta l’azione possibile affinché sia garantito un futuro, degno di questo nome, al sito industriale e alle lavorazioni. Un futuro chiaro, definito a tavolino, con un piano di investimenti e possibilmente legato ad una strategia di lungo termine che ci auguriamo tuteli gli attuali livelli occupazionali aprendo nuove opportunità per l’intero territorio. Attendiamo di conoscere le reali intenzioni del gruppo attraverso la presentazione del piano industriale”.

“L’ufficialità della cessione di Ast al gruppo Arvedi apre opportunità interessanti per la manifattura siderurgica italiana che vanno sapute cogliere con la dovuta responsabilità e lungimiranza. Se da un lato la prospettiva di possibili investimenti su Terni da parte della nuova proprietà rappresenta una premessa incoraggiante rispetto alle possibilità di sviluppo della presenza della Acciai speciali sul mercato internazionale, ci sono, dall’altro, alcuni aspetti che richiedono attenzione, visione e una programmazione equilibrata. Quello che auspichiamo è, in primo luogo, un piano industriale efficace per la salvaguardia sia dell’integrità degli impianti e dell’indotto sia dell’occupazione del comparto. Quindi che il governo assuma pienamente un ruolo di accompagnamento e di garanzia attraverso il riconoscimento della centralità dell’acciaio nelle politiche industriali del Paese e una strategia coerente sulla siderurgia. Per arrivare alla dovuta chiarezza sulla annunciata partecipazione di minoranza di Tk nell’assetto societario e sul ruolo della finanza pubblica tramite la Cassa depositi e prestiti e quello eventuale dei fondi di investimento”. Così, in una nota, il segretario regionale del Pd Umbria Tommaso Bori, il segretario provinciale del Pd Terni Fabrizio Bellini e il segretario dem di Terni Pierluigi Spinelli. “Il Partito democratico – aggiungono – continuerà ad impegnarsi a tutti i livelli, politici e istituzionali, e in tutte le sedi, a partire dal consiglio regionale aperto (messo in programma su richiesta delle minoranze) e dall’Agorà sulla siderurgia, per tenere alta l’attenzione su una fase strategica per il futuro di Terni, dell’Umbria e della siderurgia italiana ed europea”.

Valdimiro Orsini, consigliere comunale gruppo misto: “Esprimo soddisfazione per il completamento della procedura di cambio di proprietà di Ast. Innanzitutto perché conclusa in tempi ragionevoli, chiudendo così un periodo di incertezza che poteva creare problemi sia in termini di investimenti che di competizione globale. Soddisfazione inoltre perché si approda a un player internazionale seppur con solide radici italiane.  Un imprenditore italiano in un settore mondiale come l’acciaio è comunque un elemento di vicinanza e di interlocuzione. La siderurgia italiana ha imprenditori che hanno storia e dimensioni per continuare ad avere un ruolo. La siderurgia italiana ha impianti, Terni tra i primi, che sono aggiornati, competitivi e in grado di avere prospettive internazionali. Su questo fronte mi auguro che si possa avere quanto prima un piano industriale all’altezza delle aspettative, che veda il sito di Terni confermare le sue attività ed anzi arricchirle di nuove. Un piano industriale incentrate su due grandi temi: l’occupazione e la questione ambientale.  La conferma degli organici è indice di dimensioni e di ambizioni. Sul fronte ambientale il sito di Terni non può essere minimamente paragonato ad altri impianti italiani che hanno accumulato ritardi storici, ma certo che occorre fare di più per una piena riconversione green e ambientalmente sostenibile.  Lo chiede il mercato, sempre più attento anche alle modalità e alle qualità di produzione, lo chiede una città che intorno alla sua azienda simbolo si è sviluppata e che tutt’ora in essa riconosce prospettive di innovazione, benessere e nuovo sviluppo”.

Alessandro Gentiletti, capogruppo Senso civico in consiglio comunale e gruppo consiliare del Pd: “La notizia dell’acquisto di Ast da parte di Arvedi è un primo punto importante. Per capire se rappresenta davvero per il nostro territorio una notizia positiva, come speriamo, occorre conoscere quanto prima il piano industriale che la nuova proprietà ha in mente. Occorre sapere presto se le nuove politiche aziendali e gli investimenti che saranno realizzati andranno nel senso di una ristrutturazione del polo industriale e quale impatto avranno sull’occupazione. Occorre conoscere in particolare le linee e la quantità della produzione, nonché la rete commerciale, la capacità di approvigionamento di materie prime ed energia, il mercato di prospettiva sul quale la nuova proprietà intende muoversi.  In tutto questo, la logistica e i trasporti avranno un ruolo centrale, sul quale le istituzioni non potranno non giocare una partita decisiva, vista anche la difficoltà di collegamento che la nostra città ha ancora oggi con i porti ed il rischio che questa situazione può produrre in termini di competitività. Su questi temi le istituzioni locali avrebbero dovuto giocare d’anticipo un ruolo dal quale invece sono restati assenti: amministrazione comunale e regionale non hanno chiesto prima di conoscere il piano industriale e le prospettive di sviluppo della nuova proprietà. I trionfalismi e gli autoelogi che si attribuiscono ora appaiono in questo senso inutili, anacronistici e per nulla rassicuranti. Un ruolo centrale nello sviluppo di Ast lo rappresentano poi la ricerca, l’innovazione e la formazione. La facoltà di ingegneria nel nostro territorio nasce per questo, per assicurare management locale al polo industriale. Su questi temi non ci si può sottrarre dal confronto e dagli stimoli, opportuni, che sono stati rivolti alla nostra città anche dal magnifico rettore dell’Università degli Studi di Perugia e che hanno raccolto un silenzio raggelante da parte di chi ha responsabilità di governo. Occorre discutere del futuro di Ast e del ruolo dell’università insieme, non come argomenti separati e senza divisioni politiche. Per questo chiediamo alle istituzioni locali di fare squadra su tematiche cruciali. Di evitare di portare acqua al mulino dei loro sponsor politici nazionali, attribuendosi e attribuendogli meriti che non hanno. Il rischio è che la politica e la città restino marginali su questioni nelle quali si gioca il presente e il futuro dello sviluppo del nostro territorio.  Chiederemo di invitare quanto prima nelle sedi consiliari la nuova proprietà per un dibattito pubblico e trasparente, insieme alle forze sindacali, su queste tematiche.  Cercare di capire i punti chiavi del progetto industriale che hanno in mente e dove l’amministrazione può intervenire, soprattutto nelle politiche infrastrutturali, di logistica e di concertazione, al fine di garantire al meglio gli interessi del nostro territorio”.

Gruppo consiliare M5S Terni: “Finalmente le acciaierie di Terni hanno trovato un nuovo acquirente e una proprietà stabile. La prima bella notizia è che dopo decenni il tricolore tornerà a sventolare su viale Brin. Ma ancora più importante è che questo polo, che a livello produttivo rappresenta il fiore all’occhiello della siderurgia nazionale per qualità e tipologia delle produzioni, potrà fare affidamento sulla guida di un player importante, capace di valorizzare e non disperdere la rete commerciale acquisita. Ovviamente ora ci aspettiamo che oltre alle parole arrivino impegni formali a tutela della dignità e della salute dei lavoratori. In passato a differenza di altri abbiamo sempre posto la questione ambientale al centro. Quella questione mai affrontata dalla giunta Latini. Oggi come ieri continuiamo a ribadire che non c’è futuro per il polo siderurgico ternano, senza che si affronti con massima determinazione la questione ambientale. Chi tende a minimizzare l’impatto sulla salute dei cittadini ternani di anni di produzioni siderurgiche non è credibile e non aiuta a risolvere i problemi. Bastano i dati da record sulle emissioni di PCB e metalli pesanti per smontare le bufale negazioniste che fino all’ultimo qualcuno ha cercato di propinare. Confidiamo che con la guida di Arvedi si colgano le tante opportunità che l’unione europea sta indirizzando con le sue politiche, per abbracciare definitivamente il paradigma della sostenibilità verso una transizione ecologica reale e non di facciata, a cui troppo spesso abbiamo assistito”.

I sindacati

Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Guglielmo Gambardella, coordinatore nazionale del settore siderurgico: “L’acquisizione da parte di Arvedi del polo dell’acciaio inox di Terni è una buona notizia, perché riporta sotto il controllo di una società italiana un pezzo strategico della siderurgia del nostro Paese rafforzando e consolidando la posizione di Acciaierie Arvedi in un mercato sempre più competitivo. Da una parte, quindi, si è realizzato quanto noi avevamo auspicato all’avvio della procedura di vendita da parte di ThyssenKrupp, dall’altra però attendiamo di avviare un confronto per conoscere il piano industriale e gli investimenti che devono avere al centro la salvaguardia occupazionale per dare una prospettiva solida e duratura al sito ternano. Avere la possibilità di confrontarsi con un importante produttore di acciaio italiano, leader del settore siderurgico che ha sviluppato tecnologie ecosostenibili, e non più con una multinazionale estera, è una condizione positiva per comprendere meglio i piani di sviluppo di Ast Terni per la crescita industriale ed occupazionale. Questa vendita dovrà porre fine alla fase di incertezza, durata diversi anni, vissuta da oltre tremila lavoratori ternani, fra indiretti ed indiretti, che hanno subito le decisioni di una multinazionale che non aveva ormai più interesse a investire sull’acciaio inox – concludono – Auspichiamo che questa importante acquisizione possa costituire un tassello rilevante di un piano nazionale siderurgico, con al centro i produttori italiani, che attendiamo di conoscere quanto prima”.

Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil Terni: “Thyssenkrupp ha annunciato oggi la vendita di Acciai speciali Terni al gruppo Arvedi, confermando che l’acquisizione è relativa al sito nel suo complesso, aggiungendo un ulteriore elemento positivo, ovvero, che oltre agli impianti di Terni è inclusa l’organizzazione commerciale associata in Italia, Germania e Turchia. Tuttavia per un giudizio più complessivo aspettiamo di conoscere il piano industriale dell’acquirente, come abbiamo sempre sostenuto, un piano di sviluppo che garantisca i livelli impiantistici, occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto. È necessario e urgente che l’azienda convochi un tavolo formale con la Rsu e le organizzazioni sindacali e contestualmente che si riapra il tavolo presso il ministero dello sviluppo economico. Chiediamo sin d’ora al Governo di mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché vengano tutelate le produzioni più volte dichiarate strategiche nell’ambito del piano nazionale della siderurgia. Il Governo, ThyssenKrupp e Arvedi, valutino se esistono le condizioni per poter richiedere alla Commissione Europea Antitrust di attivare la procedura semplificata al fine di imporre un’ulteriore accelerazione alla transazione, favorendo il confronto con la nuova proprietà al fine di certificare le garanzie di un reale e compiuto piano industriale che sia in linea con le aspettative annunciate”.

La Fondazione Carit “Una bella notizia per i lavoratori e per la città di Terni - spiega il presidente della Fondazione Carit, Luigi Carlini - Il tessuto sociale del nostro territorio ha sofferto come il resto d'Italia le conseguenze pesanti della pandemia. A fronte dei posti di lavoro distrutti, nel terziario più che in altri settori, rincuora sapere che un'azienda come le acciaierie, simbolo e sinonimo di Terni, non è una storia da declinare al passato ma è una certezza che si staglia sul futuro di centinaia di famiglie. Sono certo che una volta definita la vicenda in tutti i dettagli, Terni potrà trovare un nuovo respiro sociale e civile”.

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