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Via libera al piano di programmazione del sindaco. Latini: "Ecco la nuova Terni"

Nell’atto di programmazione è stato dato risalto ai temi della modernizzazione, dell’innovazione digitale, del recupero delle aree e dei volumi inutilizzati della città, dell’emergenza stradale, dell’efficientamento della macchina comunale. IL DISCORSO DEL PRIMO CITTADINO

Discusso e approvato in tarda serata dal Consiglio Comunale, con 20 voti a favore e 9 contrari, il Documento Unico di Programmazione 2019-2023 – Dup – strumento che consente l’attività di guida strategica ed operativa dell’Ente. Il documento si pone in continuità con il percorso tracciato dal precedente Dup 2018-2020 collegato all’Ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato ed è stato predisposto recependo le indicazioni politico-strategiche provenienti dagli organi politici che hanno provveduto a delineare in maniera più definita i temi della pianificazione strategica maturati nel corso di questo primo anno di mandato, e i nuovi obiettivi operativi provenienti dalla Direzioni. In particolare nell’atto di programmazione è stato dato risalto ai temi della modernizzazione, dell’innovazione digitale, del recupero delle aree e dei volumi inutilizzati della città, dell’emergenza stradale, dell’efficientamento della macchina comunale, del verde urbano, delle grandi opere e del rilancio culturale e turistico della città.
All’atto sono stati presentati 68 emendamenti firmati per la stragrande maggioranza dai Cinque Stelle, 3 dal Pd, 1  Terni Civica e 1 dalla giunta comunale. Con il suo emendamento Michele Rossi chiede  che l’area di vocabolo Staino di proprietà comunale sia alienata non con una destinazione commerciale (6.500 metri quadri di vendita) ma come  area destinata a servizi comuni.
La giunta invece va a modificare il piano delle opere pubbliche allegato al Dup. Il nuovo piano differisce, in sintesi, da quello precedente per quattro punti: previsto nel 2020 mutuo di 500 mila euro per il nuovo archivio comunale; eliminati due milioni di mutui propri per il cofinanziamento del Palazzetto dello Sport allo Stadio a fronte di un’entrata, ripartita in tre anni, di 2 milioni derivante dall’intervento della Fondazione Carit; eliminazione del finanziamento per il cimitero centrale in quanto è previsto il ricorso al project financing; mutuo di 214 mila euro per il cofinanziamento dell’adeguamento antisismico della scuola di Cardeto a vocabolo Fiori. 
In base a un accordo tra maggioranza e opposizione sono stati approvati 16 emendamenti presentati dai Cinque Stelle e dal Pd, quello presentato dalla giunta e anche quello di Michele Rossi sull'area Staino. 
Il documento, come previsto dalla legge, si compone di una sezione strategica relativa ad un orizzonte temporale pari alla durata del mandato amministrativo che sviluppa e concretizza le linee di mandato del sindaco e individua gli indirizzi strategici, ovvero le direttrici fondamentali lungo le quali dovrà dispiegarsi l’azione dell’Ente. Il Dup include inoltre la sezione operativa, con un orizzonte temporale triennale corrispondente al bilancio di previsione finanziario, che comprende una serie di programmi/obiettivi operativi declinati a partire dagli indirizzi strategici. Nel rispetto del principio di coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio, il Dup costituisce il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione, pertanto costituisce presupposto indispensabile anche per l’approvazione del bilancio finanziario di previsione 2019-2021.

IL DISCORSO DEL SINDACO

"E’ trascorso meno di un anno da quando abbiamo presentato in consiglio comunale il nostro primo Documento Unico di Programmazione - ha detto il sindaco Leonardo Latini nel suo intervento in consiglio comunale - un anno di amministrazione della città, della macchina comunale, della gestione finanziaria dell’Ente molto complicato, a causa di una serie di fattori frenanti.
Tuttavia questo primo anno si chiude da un lato con una grande fatica, ma dall’altro con soddisfazione per il raggiungimento di buona parte degli obiettivi che ci eravamo prefissati nel primo Dup.
In più, questo primo anno di amministrazione, con le sue enormi difficoltà, le sue emergenze quasi continue, le sue luci e le sue ombre, ci ha consentito di mettere meglio a fuoco i nostri obiettivi strategici, di pesarli, di precisarli e di perfezionarli rispetto alla loro prima enunciazione nel DUP 2018. Un anno d’esperienza, di messa a fuoco delle questioni, di battaglie per cercare di riparare le falle e di riportare la nave sopra la linea di galleggiamento, un anno che ci ha consentito, in definitiva di capire meglio, confrontandoci quotidianamente con la realtà, le aspettative, i problemi e i sogni dei nostri concittadini, di definire quale debba essere l’idea di città alla quale vorremmo portare il nostro contributo come amministratori pro tempore.
A questo proposito si è sviluppato un dibattito sull’identità di Terni all’interno del quale qualcuno – a mio parere erroneamente – vorrebbe vedere –  due partiti contrapposti, quello del progresso e quello della conservazione. 
Noi, anche tramite questo Documento di programmazione, ma soprattutto con la nostra azione giornaliera, vorremmo lanciare un messaggio da condividere con il consiglio comunale e con tutti i cittadini, vorremmo cioè che quanto avvenuto in questo primo anno, ovvero l’apertura alla partecipazione e all’ascolto di mille idee per progetti grandi e piccoli, agli investitori che tornano a interessarsi al nostro territorio, alla collaborazione con enti pubblici e soggetti quali le Fondazioni e la Fondazione Carit in particolare, possa ora finalmente iniziare a germogliare.
Noi non vogliamo una città che neghi una parte di sé stessa. Terni ha una storia lunghissima, che l’ha riempita di stratificazioni e di una complessità che ne caratterizza ancora oggi l’identità. E’ una città nella quale è possibile ancora leggere molte e diverse città, nella quale la modernità stessa si è innestata non sul nulla, ma in un luogo e in una comunità umana che l’hanno per certi versi plasmata.
Terni, nonostante la crisi, nonostante le incertezze, nonostante i tanti fallimenti di questi ultimi decenni sui modelli alternativi di città che non si sono realizzati, sui quali non possiamo continuare a piangere, né possiamo più usare come alibi, nonostante tutto questo dicevo, conserva un’anima popolare, con una grande voglia di partecipazione e di fare comunità. Terni si porta inoltre dentro il Dna di città dinamica e aperta al cambiamento.
Sull’altro piatto della bilancia, rispetto a questo dinamismo e a quest’anima popolare, che credo la Lega abbia saputo in questi ultimi tempi interpretare al meglio, c’è il limite di una classe dirigente non sempre all’altezza, della necessità dunque di far nascere una nuova classe dirigente. Noi ci stiamo provando, con una formula semplice: niente chiusure, porta aperta a tutti coloro che sono portatori di idee e progetti validi, senza steccati, oltre la logica delle appartenenze, a condizione che siano idee e progetti per il bene di Terni. Stiamo cercando cioè di mobilitare tutte le risorse e le intelligenze che per troppo tempo erano state messe da parte o che addirittura avevano preso altre strade, fuori città.
Noi non siamo né tradizionalisti nostalgici, né postmoderni cioè fautori di quella modernità liquida che illusoriamente vorrebbe superare le identità e le connessioni tra le persone e i luoghi. Noi siamo ternani e come tali ci sentiamo di far parte di un luogo complesso e potente in quanto agli effetti che produce su di noi, e come tali, come ternani, non siamo chiusi in noi stessi, ma siamo perfettamente in grado di confrontarci con il mondo, siamo capaci di leggere tutte le stratificazioni della nostra città e le indicazioni che ne derivano, con i piedi per terra e con le orecchie tese ad ascoltare le novità.
Vorremmo poter dunque aiutare i ternani, a ritrovare ispirazione e idee dalla nostra cultura millenaria e dalla nostra modernità, la cui impronta ha prodotto effetti così forti sull’immagine attuale di Terni. Cerchiamo, forse per la prima volta, di tenere tutto insieme.
In primo luogo la sfida al futuro, con l’innovazione digitale, il recupero ambientale, un nuovo sviluppo compatibile, con il sogno e poi con il progetto di quella che anche in questo Dup abbiamo chiamato Terni dynamic, green, smart city, ovvero una città che grazie ad un uso consapevole delle tecnologie, sia dinamica, verde e intelligente e recuperi il ruolo che l’ha caratterizzata per quasi tutto il Novecento, ovvero quello di città più all’avanguardia del Centro Italia. Possiamo farlo attraverso strumenti e finanziamenti specifici, con l’apporto delle aziende e delle multinazionali già presenti sul territorio, con una nuova concezione del rapporto tra istruzione e mondo del lavoro, con un focus specifico sul ruolo del nostro polo universitario, sviluppando i settori della ricerca, della tecnologia, della sanità, con connessioni superveloci e infrastrutture più moderne.
Possiamo farlo anche e soprattutto recuperando e rilanciando il ruolo territoriale di Terni. Non ci possiamo infatti permettere di giocarci il nostro futuro da soli, chiusi dentro mura che peraltro non abbiamo quasi più. Dobbiamo fare rete con i territori vicini, stringere nuove alleanze strategiche, dobbiamo reclamare un ruolo forte in Umbria, nella parte Sud della nostra regione, nei rapporti con l’area metropolitana di Roma, ma anche con la Sabina e con le regioni appenniniche. Per questo Terni deve chiedere, pretendere e ottenere migliori connessioni stradali, ferroviarie e digitali.
In questa stessa direzione la nostra città deve ritrovare la sua vocazione di mercato naturale, di piazza di scambio, di luogo d’incontro di un’area vasta.
Abbiamo già lavorato su alcune infrastrutture strategiche e su altre ci stiamo per impegnare, augurandoci anche che il prossimo e auspicabile cambio politico alla guida della Regione Umbria possa trarre linfa vitale proprio da questi nostri territori e dalla loro voglia di cambiamento, riconoscendo la nostra forza e la nostra dinamicità, così riallocando in modo equilibrato e direi giusto le risorse regionali in termini di servizi e trasferimenti.
La centralità di Terni, rispetto alle regioni circostanti e all’intero Paese, unita a una nuova idea di valorizzazione della nostra cultura, anche quella più profonda legata ai nostri paesaggi e alla storia meno recente, può essere un’altra chiave da utilizzare in settori nei quali finora la città e il suo territorio non hanno sviluppato strategie specifiche. Mi riferisco in questo caso al turismo, e in particolare al turismo sportivo, legato agli sport popolari, a quelli tradizionali e infine a quelli paralimpici e capace di portare nel nostro territorio migliaia di nuovi ospiti. Per questo la nostra amministrazione sta portando a compimento una nuova strategia, progettando e rilanciando infrastrutture finalmente adeguate a questa grande scommessa, a cominciare dal palasport, che dovrà poi legarsi ad un adeguato sviluppo della ricettività cittadina e del comprensorio, anche in questo caso con metodologie nuove e al passo con i tempi. Pensiamo poi ad uno sviluppo privilegiato per gli sport outdoor che necessitano anch’essi di infrastrutture adeguate, pensiamo ad una gestione ancor più moderna ed efficace della nostra maggiore eccellenza, la Cascata delle Marmore, ma pensiamo anche ad un ruolo nuovo di Terni come centro congressuale, capace dunque di attrarre eventi e di offrire ai visitatori, l’immagine di un centro vivo, attrattivo, vivibile e piacevole.
Per questo abbiamo lavorato molto sul fronte delle manutenzioni delle opere pubbliche e del verde, ottimizzando al massimo le scarse risorse esistenti per far sì che la città potesse tornare, per ora presentabile e poi – ci auguriamo in un prossimo futuro - di nuovo bella e attrattiva. I risultati, come ci riconoscono molti cittadini, iniziano in effetti a vedersi.
Affinché tutto quanto detto finora non resti soltanto una mera enunciazione, abbiamo lavorato, così come ci richiede l’attuale normativa ad una strategia declinata in nove diverse idee di città, che avevamo già abbozzato nel DUP dello scorso anno.
Una strategia che si specifica poi in obiettivi concreti, che determinano le stesse previsioni del bilancio dell’Ente e che saranno a loro volta condivisi e attuati dalle singole direzioni comunali, alle quali vanno fin d’ora i miei ringraziamenti per il lavoro svolto, così pure come a tutti i dipendenti comunali ai quali in questo primo anno di amministrazione abbiamo chiesto un impegno maggiore proprio a causa della situazione di emergenza nella quale ci siamo trovati. La strategia di questo DUP non trascura dunque alcune idee forti, condivise con i cittadini nella precedente campagna elettorale, come quella della città risanata (a partire dal bilancio e dai conti pubblici), della città amica, con un Comune aperto ai cittadini e con servizi adeguati alle attuali tecnologie digitali, una città più sicura per la quale lavoriamo ogni giorno per supportare e sostenere il preziosissimo lavoro delle Forze dell’Ordine, ricordando sempre che una maggior sicurezza si costruisce soprattutto attraverso la prevenzione, partendo proprio dalle scuole dove abbiamo dato il via a importanti progetti come Ama la tua città - I4school condiviso con Questura e Prefettura; una città più libera, dove come dicevo poc’anzi ognuno possa portare il proprio contributo e venga messo in grado di sviluppare le proprie idee anche nel confronto con la nostra amministrazione. Una città attrattiva e creativa che, come appena specificato, utilizzi la cultura e il turismo quali leve fondamentali per migliorarsi e per un nuovo tipo di sviluppo; diventando anche una città più bella, decorosa e vivibile, oltre che più verde e meno inquinata. Infine abbiamo lavorato e stiamo lavorando per una città sociale, dove al primo posto abbiamo messo in bisogni e le aspettative delle famiglie, cercando di utilizzare tutte le risorse disponibili e distribuendole in maniera più efficace così da allargare la platea dei destinatari. Infine, abbiamo delineato gli step, i passaggi affinché Terni sia una città protagonista disegnando, attraverso una rinnovata rete di alleanze territoriali, il suo nuovo ruolo nell’Italia mediana".

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