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Adolescenti adottivi e diabetici per costruire ponti di dialogo contro l’emarginazione

Gemellaggio fra la Week Ado LAB, campus residenziale per adolescenti adottivi con il primo “Campo insieme” dell’Aild per giovani diabetici.

“Scegli chi vuoi essere”. È questo è il motto che ha caratterizzato anche la sesta edizione del “Week Ado LAB”, un campus esperienziale e laboratoriale dedicato agli adolescenti adottivi, sponsorizzato dai Lions Club Terni Host, Valnerina e dalla Coop Tirreno. Dodici ragazze e ragazzi dai 14 ai 20 anni provenienti dal centro Italia, e con origini disperse in quattro continenti, si sono dati appuntamento ad Acquasparta dal 6 al 9 luglio per condividere il peso del proprio bagaglio di esperienze, elaborare il flusso di emozioni forti che caratterizza il loro periodo di sviluppo, ma soprattutto entrare in profondità all’interno del viaggio che li ha portati ad essere figli adottivi.

L’adolescenza rappresenta un momento critico e di rottura nella fase evolutiva di un minore. È il passaggio, più o meno contrastato, dall’infanzia all’età della maturità. Per i figli adottivi (nazionali e internazionali) questo “tunnel” ha dei coefficienti di difficoltà che aumentano esponenzialmente a causa della ricerca della propria identità e dalla difficoltà di trovare, in merito, risposte certe. I figli adottivi devono fare i conti con le proprie radici culturali e i continui rimandi (per differenze somatiche, di strutture cognitive, linguistiche ed emotive) alla diversità etnica e culturale. In questa fase di vita vibrano al loro interno alcune emozioni che fanno da costante sottofondo: la rabbia, la paura e il dolore.

weekado-2“Questi ragazzi – spiega la dottoressa Margarita Soledad Assettati, ideatrice e responsabile del progetto – sono famelici di relazioni come tutti gli adolescenti. Tuttavia, c’è una necessità in più: quella di essere profondamente compresi da qualcuno che abbia vissuto l’adozione come loro. Un macro tema che connette al suo interno numerose vulnerabilità che li fanno sentire diversi, ai margini della società, quindi profondamente soli. Uno status che genera l’aumento del rischio di comportamenti devianti. Il nostro progetto si orienta proprio verso la strada della prevenzione, mettendo insieme vulnerabilità e punti di forza, limiti e nuove consapevolezze, emozioni e scelte. Solo così questi ragazzi potranno arrivare a capire chi vogliono essere all’interno della nostra società”.

Quest’anno la “Week Ado LAB” ha avuto l’occasione di gemellarsi con un’altra iniziativa rivolta ad adolescenti dai 14 ai 17 anni che vivono direttamente o indirettamente la patologia del diabete. Si tratta del primo “Campo insieme” dell’Associazione italiana Lions per il diabete onlus (Aild) che si svolge a Foce di Amelia dal 7 al 14 luglio ed ha come obiettivi la creazione e il mantenimento di gruppi tra pari che convivono con il diabete, la formazione di un sistema di sostegno tra i giovani e le famiglie, oltra a una maggiore consapevolezza sulla portata e l’impatto del diabete per migliorare le capacità di gestione della patologia e l’aumento della fiducia in sé stessi.

Alcune dinamiche psicoeducative e ludiche hanno consentito di mettere in relazione i due gruppi, evidenziando come entrambe le realtà siano caratterizzate dalla difficoltà di integrazione con i pari, il rischio di emarginazione e le difficoltà relazionali che si possono superare con un lavoro costante di sensibilizzazione nel mondo sociale, culturale e istituzionale.

“Un’esperienza direi unica in cui l’attivazione dei principi di inclusione, condivisione e prevenzione stanno dando i loro frutti - afferma Mauro Andretta, presidente nazionale dell’Aild - Finalmente abbiamo potuto dimostrare che i ragazzi con diabete possono avere un’opportunità esperienziale reciproca tra pari e alla pari con i normoglicemici. I giovani professionisti coinvolti (medici infermieri, dietisti, psicologi e coach di intelligenza emotiva) con tutto lo staff dell’Aild hanno consentito lo svolgimento delle numerose attività programmate in assoluta tranquillità e di questo sono loro grato. Siamo consapevoli – conclude - che il miglior modo per creare una consapevolezza generale rispetto alla complessità e pervasività del diabete, sia proprio partire dalle giovani generazioni. E anche il gemellaggio con la Week Ado LAB dimostra come questi ragazzi sappiano andare oltre ogni differenza e difficoltà mettendo al centro la voglia di vivere”.  

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