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Venerdì, 19 Aprile 2024
Benessere

“La meditazione agisce sul cervello come una fontana di giovinezza”, gli studi di psicologi e ricercatori

Benessere, la rubrica: "Negli Stati Uniti, i ricercatori hanno studiato fotografie di 196 giocatori di baseball, a partire dal 1952, individuando quelli che sorridevano. Poi hanno ricercato quelli ancora in vita nel 2009: coloro che ridevano avevano avuto un grado di mortalità molto più basso”

In questo articolo della nostra rubrica benessere parliamo di alcuni studi e ricerche che sottolineano gli effetti positivi della meditazione. La scienza sembra aver confermato infatti che meditazione e pensiero positivo possono favorire la guarigione e una vita più lunga.

Iniziamo dai due psicologi, Vladimir Bostanov e Philipp Keune, che avrebbero scoperto lazione guaritrice dello spirito sul corpo umano mediante un esame neurologico del cervello dei soggetti prima e dopo un corso di meditazione.

I risultati di questo studio hanno evidenziato come il cervello, dopo il corso di meditazione di otto settimane, abbia significativamente incrementato la propria reattività. Il cervello dei soggetti che lavoravano meditativamente aveva imparato a non rimuginare continuamente, indirizzando le risorse di attenzione liberate concentrandosi sul test.

Meditare aiuta i pazienti a controllare la propria attenzione – ha dichiarato il dottor Keune – e li rende meno inclini a perdersi in pensieri negativi”.

In molti ospedali universitari, oggi psicologi e medici stanno lavorando per abbinare tecniche meditative ricavate da Buddhismo e Induismo alla medicina moderna. Nel suo libro La meditazione per gli scettici, Ulrich Ott vom Bender dellInstitute of Neuroimaging dell’Università di Gießen, illustra come sentiero della meditazione sia utile ad ampliare la coscienza e a liberarsi dagli stereotipi di pensiero e comportamentali acquisiti”.

Anche al Massachussetts General Hospital di Boston è recentemente stata eseguita una ricerca su 15 pazienti, inizialmente agitati, con sonno disturbato e pieni di preoccupazioni.
La diagnosi: disturbi d'ansia generalizzata. Per otto settimane hanno frequentato un corso di meditazione: al termine erano in grado di controllare meglio le loro paure e hanno ricominciato a dormire bene.

Lindagine ha rivelato che il loro cervello, meditando, aveva subito una modificazione positiva; zone della corteccia prefrontale (deputata alla coscienza di sé) registravano una irrorazione sanguigna superiore, così come le aree deputate alla regolazione del sentimento. Inoltre si evidenziava una maggiore connessione tra la corteccia prefrontale e lamigdala, il centro della paura nel cervello, rispetto ai pazienti che non avevano meditato.

Anche la psicologa Bethany Kok, sta indagando il potere di guarigione della mente. La scienziata americana studia in particolare il nervo vago.
Insieme ai colleghi della University of North Carolina la Kok ha portato avanti un interessante esperimento: per 9 settimane, 65 donne e uomini ogni sera dovevano annotare in un questionario i sentimenti e le esperienze sia positivi che negativi della giornata.
La metà del gruppo partecipava poi a un corso di meditazione dove si imparava ad esprimere emozioni come amore, gentilezza e compassione.
Bethany Kok ha presentato il risultato della ricerca sulla rivista Psychological Science: ebbene, il tono del nervo vago di coloro che meditavano è aumentato in modo significativo.

Chi alimenta buoni sentimenti migliora il tono del proprio nervo vago – conclude Kok, che oggi lavora al Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia – e questo a sua volta è collegato con una buona salute e probabilmente con un allungamento della vita”.

Il nervo vago, da sempre poco conosciuto, potrebbe rappresentare il collegamento decisivo tra sentimenti positivi e salute fisica. Le conoscenze acquisite – così il dottor Thomas Schlaepfer dalla Clinica di Psichiatria e Psicoterapia dellUniversità di Bonn – rendono molto verosimile che il nervo vago sia proprio la struttura di collegamento tra corpo e anima”.

È lo spirito ad edificare il corpo scriveva Friedrich Schiller otre due secoli or sono. Ed ecco che – passo dopo passo – le neuroscienze riconoscono quello che il poeta, peraltro anche medico, sosteneva: lanima può cambiare il corpo.

Nellessere umano vi sono elementi chiave per la guarigione – sostiene Winfried Rief, del Dipartimento di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’Università di Marburg – egli, se vuole, può influenzare il suo recupero anche con gravi malattie fisiche”.

Per guarire con lo spirito si ha bisogno della connessione tra anima e corpo”, dice lo psicologo Manfred Schedlowski, dell’Istituto di Psicologia Medica e Immunobiologia Comportamentale dell’Università di Essen.
Sia che io mediti o che il mio medico susciti unaspettativa di me, produco dei cambiamenti biochimici che raggiungono i miei organi attraverso il sangue e i nervi”.

Che un atteggiamento positivo verso la vita e la salute siano collegati, viene confermato anche dagli studi epidemiologici.
Negli Stati Uniti, i ricercatori hanno studiato fotografie di 196 giocatori di baseball, a partire dal 1952, individuando quelli che sorridevano.
Poi hanno ricercato quelli ancora in vita nel 2009. Il risultato: coloro che ridevano avevano avuto un grado di mortalità molto più basso!

Alla Duke University Medical Center hanno scoperto che anche la fede garantisce maggiore serenità. In uno studio su 3851 anziani in North Carolina, coloro che pregano e meditano, hanno avuto una vita più lunga.

Di grande importanza ed efficacia naturalmente anche il rapporto medico-paziente; da molte ricerche condotte negli ultimi anni si è visto come un rapporto di fiducia nei confronti del medico possa aiutare enormemente il paziente ad attivare le forze di guarigione latenti in lui.

Infine, alcuni ricercatori statunitensi hanno recentemente riconosciuto come cuore e spirito siano strettamente legati. Hanno studiato 201 uomini e donne con problemi coronarici, di cui la metà praticava la meditazione trascendentale. Questi ultimi hanno potuto ridurre il proprio stress e rinforzare il cuore, con il risultato che quelli che meditavano hanno subito un minor numero di attacchi di cuore e ictus e hanno vissuto più a lungo.

Insomma – concludono gli scienziati giustamente affascinati da questa straordinaria capacità dell’essere umano – la meditazione agisce sul cervello come una fontana di giovinezza.

Essa incrementa la materia grigia nelle regioni del cervello che sono collegate ad attenzione, concentrazione e memoria. In questo modo, contrasta attivamente stati di tensione e di esaurimento. Inoltre, non rafforza solo il cervello, ma anche i processi vitali del corpo.
Insomma, il sistema immunitario funziona meglio, la pressione sanguigna diminuisce, aumenta l’attività degli enzimi.

Ma meditare ci permette di fare anche la cosa più importante di tutte: comprendere chi siamo veramente, ma di questo ne parliamo un’altra volta.

Ci rileggiamo presto.

*Sono un’anima in cammino nel suo percorso di ricerca ed evoluzione. Ho creato VisioneOlistica.it per diffondere risorse utili per il proprio benessere naturale, la crescita personale e spirituale. In questa rubrica ti racconto quello che ho imparato nel mio percorso, cercando di offrirti spunti utili per il benessere di corpo, mente e spirito.

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