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Riapertura scuole, Gentiletti: “Anche a Terni si poteva rinviare”

Il consigliere comunale di Senso civico: “Quanto meno l’amministrazione avrebbe dovuto incontrare le parti interessate prima di decidere”

Alessandro Gentiletti, consigliere comunale Senso civico 

Domani riprende la scuola. In bocca al lupo alle studenti e agli studenti di ogni ordine e grado, ai loro docenti e al personale amministrativo. Un intenso dibattito in questi giorni ha attraversato il paese e la nostra città. Si poteva rinviare anche a Terni, come in altri comuni, la riapertura delle scuole. Magari qualche giorno, per permettere di far fronte ai disagi derivanti dal grande numero di contagi che attraversa la città. Certamente, al di là delle decisioni, si dovevano incontrare le rappresentanze sindacali contrarie ad una riapertura acritica e quei comitati dei genitori giustamente desiderosi di far tornare alla vita sociale i loro figli. Bisognava fare il punto dei problemi e la sintesi insieme. Avrebbe dovuto farlo il sindaco di Terni, che invece ha scelto per l'ennesima volta di far finta di niente, di isolarsi dalla città ed abdicare al suo ruolo di guida.  La solitudine nella quale è stata lasciata Terni dal primo cittadino in questi giorni critici pesa più del solito, cosi come il suo assordante silenzio sulle tante problematiche che ci siamo trovati a vivere. Le difficoltà del tracciamento, gli sforzi del personale sanitario, le paure e le aspettative delle famiglie, non hanno trovato nel sindaco Latini un interlocutore pubblico, con il quale tutti fare squadra nei confronti della Regione. Un sindaco che, a differenza di altri, non ha neanche inteso sostenere pubblicamente la campagna vaccinale, evidentemente per non scontentare i pochi che sono contrari ad un farmaco così importante. Su tutti questi temi le opposizioni, nelle loro diversità, sia quelle politiche che civiche, hanno cercato di fare la loro parte. Ho proposto da tempo una cabina di regia dove tutte le forze, sia di governo che alternative,  potessero assumersi la responsabilità di un momento così importante come questo. Un coordinamento permanente della città, visto il momento straordinario, che proprio il sindaco doveva guidare. Invece, dopo tre anni, ci troviamo a dover pagare ancora il costo del vuoto politico che domina questa amministrazione,  sempre più succube di quanto si decide a Perugia. Impegnata soltanto ad accendere e spegnere le luci, a spartire le deleghe e inventarsi incarichi per tacitare le ambizioni delle sue rissose ed inconcludenti componenti. Quando la parola tornerà agli elettori potrebbe essere troppo tardi per rimediare a questi anni di ignavia politica.            

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