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Amianto, in Umbria 95 vittime nell’ultimo anno. De Luca: “Censimento fermo”

Il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle: “Cittadini abbandonati e nessun Fondo regionale istituito: serve un intervento"

Nell’ultimo anno in Umbria si contano 95 morti per amianto. Ma il “censimento è fermo a dieci anni fa e il Fondo regionale non è ancora istituito”, spiega Thomas De Luca, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle. De Luca torna sulla questione tramite una richiesta di accesso agli atti presentata alla direzione regionale Salute e Welfare. 

“Emerge una situazione in netto contrasto con quanto previsto dalla deliberazione n. 84 del 03 maggio 2016 dell'assemblea legislativa dell'Umbria - spiega De Luca in una nota - con cui la Regione si impegnava ad adottare una serie di iniziative in riferimento alla gestione dei manufatti in cemento e amianto. A distanza di cinque anni permangono diverse zone d'ombre. Parliamo di un settore che solo nel 2019 è costato la vita in Umbria a circa 120 persone. Secondo i dati dell'Osservatorio nazionale, risultano essere 95 i morti stimati in Umbria nell'ultimo anno per patologie correlate all'amianto: 25 casi di mesotelioma mortale segnalati sul territorio regionale, 50 decessi per tumore del polmone da amianto e 20 morti per malattie correlate. Addirittura l'ultimo censimento dettagliato dei siti in cui è stata riscontrata la presenza di manufatti in cemento e amianto risale agli anni 2009-2011. Censimento che ha portato alla bonifica di 234 siti dai quali è stato rimosso un quantitativo di manufatti in cemento e amianto pari a poco meno di 2.000 tonnellate. Purtroppo non è stato possibile ricevere risposta sull'istituzione di programmi di sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti. E questo perché, secondo la direzione regionale Salute e Welfare, in assenza di alcuna iniziativa legislativa, il Fondo regionale non risulta, allo stato attuale, istituito. Una mancanza a cui va posto subito rimedio. 

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