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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Perché un cittadino ternano dovrebbe votare Orlando Masselli?”

Lettera aperta di Arnaldo Casali, direttore Istess: “Imbarazzante siparietto nelle ultime settimane. Giorgia Meloni si rende conto di quello che stanno combinando i suoi dirigenti?”

E’ imbarazzante quello che sta succedendo nelle candidature alle prossime elezioni amministrative. Il sindaco di Terni che si decide a Perugia, la partitocrazia che divora l’amministrazione senza più nemmeno l’apparenza di un servizio ai cittadini.
Cinque anni fa Leonardo Latini ha rappresentato una novità non solo per il colore politico, ma anche perché non veniva dalla politica ma dalla società civile. Non a caso nella sua giunta c’erano autorevoli tecnici. Oggi l’alternativa proposta da chi non lo vuole più non è una figura completamente nuova ed estranea, ma un suo assessore iscritto al partito che nel frattempo si è guadagnato la maggioranza. Che è come dire apertamente: il problema del sindaco non è che ha lavorato male, ma che è iscritto al partito sbagliato.
Ora io vorrei che qualcuno mi spiegasse per quale motivo il cittadino ternano medio, tendenzialmente di sinistra, ma che cinque anni fa ha votato Latini perché disgustato dalle spartizioni di poltrone fatte per decenni, perché ora dovrebbe votare sindaco l’assessore Orlando Masselli, come si legge negli articoli che si rincorrono da giorni.
C’è una parvenza di logica in questa farsa, in quello che appare solo come un delirio di onnipotenza che dimostra – peraltro - di non aver imparato nulla dalla parabola di Matteo Salvini, finito in poco tempo dalle stelle alle stalle per l’ansia di avere “pieni poteri”?
Lo capiscono, i dirigenti di Fratelli d'Italia, che non sono loro ad aver vinto le elezioni, ma Giorgia Meloni? Che è solo il carisma e l’autorevolezza di questa donna ad aver portato il partito che aveva il 4% ad essere la prima forza politica del Paese?
E Giorgia Meloni si rende conto che in Umbria si sta dilapidando di fronte ai cittadini il patrimonio di credibilità che lei ha faticosamente acquisito in nove anni?
È una cosa imbarazzante e incomprensibile, il siparietto a cui stiamo assistendo. La prova che la politica, che sembrava aver toccato il fondo dieci anni fa, si è messa a scavare, scavare, scavare - per citare Jerzy Stuhr nel Caimano  - fino ad arrivare agli antipodi.
A questo punto ci sarebbe quasi da sperare che dietro l’assurdo tira e molla interno alla maggioranza si nascondano trattative con Stefano Bandecchi (come anche certi recenti battibecchi sembrerebbero suggerire) perché altrimenti un tale miope autolesionismo non si spiega. Perché se i Fratelli dell'Umbria non stanno pensando di sostenere Bandecchi ma mirano davvero a far fuori il Sindaco per candidare un loro assessore, o - ancora peggio - a indebolire il Sindaco per tenerlo in pugno e manovrarlo per i prossimi cinque anni, allora stanno davvero tentando il suicidio: come partito, come coalizione e come amministrazione.
Se invece vogliono passare con Stefano Bandecchi, mi chiedo: pensano davvero che un uomo che si presenta come l’uomo forte al comando, un imprenditore capace di sputare addosso ai tifosi della Ternana, un tizio che non ha paura di mettersi contro un'intera città, possa finire ostaggio di un partito alleato?
In ogni caso, vorrei davvero capire con quale faccia e quale logica, possano presentarsi ai cittadini dicendo: C'è bisogno di un cambiamento! Bisogna mandare a casa chi c'era prima per portare a Palazzo Spada chi c'era prima, ma di un altro partito!
Davvero l’impressione è che si sia perso qualsiasi senso di servizio civico. Incoraggiati, probabilmente, anche da un’opposizione allo sbando, incapace di fare fronte comune. Ma essere convinti di tirare un rigore a porta vuota non è un buon motivo per mirare  sul palo.
Certo è che in una tale desolante situazione, il vero sconfitto è - paradossalmente - il Movimento 5 Stelle. Paradossalmente, perché in realtà è quello che ha presentato il candidato più dignitoso: Claudio Fiorelli è senza dubbio una figura autorevole: un medico serio, giovane, con cinque anni di esperienza come consigliere comunale e molti di più come attivista.
Il problema è che il Movimento 5 Stelle era nato per spazzare via la partitocrazia ed era diventato la prima forza politica italiana proprio sull'onda dei cittadini che si riprendono la politica. A dieci anni dal suo ingresso in parlamento, il M5s si è venduto per un piatto di lenticchie tutta la sua credibilità trasformandosi esattamente in quei partiti contro cui puntava il dito. Ma non è questa la principale sconfitta. Dieci anni fa Grillo, a chi gli chiedeva a quale percentuale mirasse rispondeva: “Al 100%. E quando l'avremo raggiunto ci scioglieremo”. Perché il suo obiettivo non era scendere in campo, ma ripulire il campo. Restituire la politica ai cittadini.
Invece mentre il M5s diventava un partito come tutti gli altri, i partiti si riprendevano tutti gli spazi di democrazia in modo ancora più sfacciato, aggressivo, arraffone di prima.
Se dieci anni fa i partiti avevano perso qualsiasi contatto con i cittadini, oggi il contatto è tornato, ma è quello del Sovrano cantato da Gioachino Belli che dal palazzo “mandò in piazza al popolo quest’editto: Io sono io, e voi non siete...".                                                                                  *direttore Istess
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