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DOSSIER Gli stipendi non si adeguano all'inflazione, le multe invece sì e sarà una mazzata: +10%. Ecco perchè e i nuovi importi

Scatta l'adeguamento biennale più alto degli ultimi 20 anni. Richiesta al governo per bloccare questa ennesima mazzata potenziale su lavoratori e famiglie

Gli stipendi dei lavoratori non sono soggetti, tranne pochi fortunati, all'adeguamento nel tempo con il caro-vita, con l'inflazione. Restano gli stessi quando il caro-energia dimezza il potere di acquisto di un salario medio-basso o quando le zucchine al mercato arrivano a costare oltre 3 euro al chilo. Per qualche euro in più serve o una contrattazione all'interno dell'azienda o il rinnovo nazionale dei contratti di categoria. Ci vogliono anni e trattative estenuanti. Così non è invece quando bisogna pagare certi balzelli, magari frutto di errori da parte del singolo cittadino, come le multe per la violazione al codice delle strade. Il portale Asapas, specializzato in sicurezza stradale, tra i più autorevoli del settore, ha chiesto ufficialmente al Governo attuale e a quello che uscirà dalle urne del prossimo 25 settembre di congelare, dato il particolare momento di crisi, l'aumento biennale delle sanzioni calcolato sulla base dell'inflazione attuale. Eh già le multe si adeguano al caro-vita. Il tutto previsto per il 1 gennaio 2023.

E non sarà certamente indolore questo "adeguamento" dato che l'inflazione attuale è ai massimi storici rispetto ai tre decenni. Il portale sulla sicurezza stradale calcola l'aumento intorno ad un +10 per cento. Tantissimo. Nel 2011, governo Monti imperante, l'aumento fu del 5% per cento e non fu ovviamente congelato. Ecco un ulteriore salasso per le famiglie e per gli automobilisti che dovranno stare molti attenti a non sbagliare, a parcheggiare dove si può e anche agli autovelox furbetti installati ad arte solo per fare cassa.

Secondo il portale quel 10 per cento in più sarà un lievito importante sui vecchi importi. Alcuni esempi: divieto di sosta da 42 a 46 euro, un accesso non autorizzato alle ZTL da 83 a 91 euro e eccesso di velocità compreso tra 10 e 40 km/h dagli attuali 165 a 181 euro. Sia chiaro questi sono prezzi base che i comuni possono aver aumentato liberamente sui vari territori di competenza.

Se non verranno congelati gli aumenti come richiesto anche da Asapas, dal 2023 gli introiti per i comuni dell'Umbria saliranno ulteriormente. Attualmente possono contare su un tesoretto di  undici milioni e mezzo di euro, di cui a  Perugia oltre quattro milioni Terni 2.452.514 e Foligno 645.127 euro. Un tesoretto virtuale dato che un 1/3 delle multe non sono pagate e nel corso degli anni diventano crediti quasi impossibile da recuperare.  "Di fronte a una situazione economica veramente critica - ha scritto Giordano Biserni, presidente dell'associazione sulla sicurezza stradale - post emergenza Covid, aumenti di bollette e prezzi in generale a causa del conflitto in Ucraina, si rischia che le multe rimangano grida manzoniane ‒ afferma Biserni ‒ perché questi aumenti esaspereranno gli automobilisti e verranno pagati o in minima parte o mai, come dimostrato dai cali di incassi del bilancio dello Stato e degli enti locali, in materia di riscossione volontaria”. Sia chiaro multare chi sbaglia è giusto, ma accanirsi sul poco "liquido" rimasto è roba da un Dracula senza vergogna. O per lo meno facciamo adeguare del 10 per cento anche i salari. Ma questa è un'altra favola ai tempi dell'inflazione galoppante.

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