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Comune di Terni, canoni idroelettrici: “Legge penalizzante per il territorio. Ennesimo sacco alla nostra comunità”

Intervento del gruppo consiliare del Movimento cinque stelle: “Avevamo chiesto un nuovo patto tra Regione ed Enel sulla scia di quanto avvenuto in altre regioni”

Il gruppo consiliare del Movimento cinque stelle interviene sul tema dei canoni idroelettrici, in corrispondenza dei lavori che stanno interessando la Regione Umbria. Nei giorni scorsi infatti la seconda commissione regionale, presieduta da Valerio Mancini, ha ascoltato l'assessore preposto Roberto Morroni il quale ha illustrato il disegno di legge che disciplina l'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e - contestualmente - ne determina il canone.

L’intervento dei consiglieri: "Il sindaco Latini e la sua giunta hanno ricevuto da mesi, il pieno mandato da parte di tutto il consiglio comunale di tutelare gli interessi della città durante la stesura della legge sui canoni idroelettrici che sta disponendo la regione Umbria, una legge che arriva con due anni di ritardo rispetto a quanto prefissato del governo Conte uno”.

La presa di posizione dei pentastellati: “In queste ore purtroppo si registra un silenzio clamoroso da parte delle istituzioni e della classe dirigente della città sulla proposta partorita dal centrodestra umbro attualmente in discussione nell’apposita commissione. Un atto di ostilità verso gli interessi una città afona, come se mettere nel bilancio del comune 8 milioni di euro annui sia come metterne uno e mezzo. Questo mentre Terni cade a pezzi”. Focus sul territorio: “Va rilevato che la proposta partorita dall’assessore Morroni di Forza Italia non tiene minimamente conto delle istanze del ternano, come se fosse normale che i cittadini della nostra città rinunciassero all’indotto turistico della Cascata per un tempo complessivo di oltre 300 giorni l'anno per far finire il grosso delle compensazioni dei canoni nel bilancio generale della Regione. Uno schiaffo in faccia anche alla Lega ternana che all’interno del consiglio delle autonomie aveva chiesto di inserire come soglia del contributo regionale minimo il 35% delle cifre introitate dalla Regione. Proposta disattesa totalmente senza alcuna reazione da parte dei decisori locali”.

Le considerazioni dei consiglieri: “Riteniamo assurdo che mentre si chiedono soldi alla Fondazione Carit per le luminarie o per mandare avanti tante opere più o meno utili, lasciamo che si perpetui l’ennesimo sacco nei confronti della nostra comunità con un atteggiamento sottomesso, pronti più a difendere le ragioni del capoluogo di regione piuttosto che i diritti dei ternani. Avevamo chiesto un nuovo patto tra Regione ed Enel – concludono - sulla scia di quanto avvenuto in altre regioni per utilizzare l’energia prodotta dal polo idroelettrico di Terni a sostegno delle famiglie umbre e garantire energia, probabilmente per Fratelli d’Italia. Forza Italia e Lega contano più gli interessi della multinazionale che quelli dei cittadini". 
 

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