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L’INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Il ciclone di Terni: Bandecchi non è uno sprovveduto... Ma è una tecnica studiata

Ha fatto scalpore, ha scandalizzato molti e non solo i benpensanti, la rissa andata in scena nell’Aula del Consiglio comunale di Terni, la cifra di quello che è oggi la politica. Non bisogna essere dei “bandecchiani” e neppure degli “anti bandecchiani”, per giudicare quello che ormai avviene non solo nel Consiglio Comunale di Terni ma, sia pure con modalità diverse, con meno irruenze, in molti consessi istituzionali. Senza giustificazioni per un comportamento, quello del sindaco, poco degno e perfino irragionevole, ma è il frutto dei tempi, di una scelta democratica dei ternani che conoscevano il personaggio anche “sputacchino” e per dirla in modo elegante, eccentrico, stravagante, anticonformista. Per la storia e non solo politica dell’ex Presidente della Ternana, il neo sindaco non può essere però etichettato come uno sprovveduto, anzi.

Il sindaco di Terni ha capito, non è il primo, già altri sono ricorsi a comportamenti originali, magari meno dirompenti, che la politica, quella vera, è in profonda crisi e dunque è il momento di metterla in scena con modalità e scenografie diverse. Il primo che lo fece, ma con qualche stile, fu Berlusconi che sostituì le faticose e notturne riunioni nelle fredde e altrettanto fumose sezioni di partito, i defatiganti convegni, i litigiosi congressi, con la TV, con i talk show, poi venne Grillo, con meno stile, con il vaffa e la politica in rete e poi tanti altri, attori non protagonisti ma tutti la con consapevolezza che la politica tradizionale, quella vera era in crisi ma non per sé stessa ma per perdurante assenza di protagonisti, capaci e credibili. Ora, ultimo ma non ultimo, ecco qua’ il sindaco di Terni con una la politica, se così la vogliamo definire, più che urlata, minacciosa, dei pugni protesi, della rissa annunciata, della aggressività verso le controparti. Non è che sia un bel vedere, un bel sentire, forse neppure gradita dalla maggioranza dei cittadini, ma è quello che questi tempi ci propongono.

Il sindaco di Terni ha capito che la destra tradizionale, non parliamo poi della sinistra, hanno ormai strumenti di lettura e di proposta politica rispetto ai quali i cittadini rimangono indifferenti, disaffezionati, perfino ostili. Ecco allora la ricetta del nostro sindaco. Porre la politica su binari diversi, prevalentemente inesplorati, fatta più che da proposte di parole gridate, prosa da scaricatore di porto, con tutto il rispetto della categoria ma diretta, fatta di promesse, senza fronzoli né bizantinismi, immediatamente comprensibile ad una maggioranza di cittadini che al massimo affidano le loro conoscenze alle fake di internet. Sarebbe una illusione contrapporre a questo bagaglio una proposta politica tradizionale per il semplice fatto che scarseggiano primi attori, protagonisti di spessore culturale, con una storia personale e professionale che di per sé li renda naturalmente leader.

Allora la soluzione non può che essere una sola. Contrapporre alle “trovate” del sindaco una politica seria, propositiva, argomentata. Per questo però saranno necessari soprattutto protagonisti nuovi, con spessore culturale, magari chiamando in servizio professionisti, uomini di cultura, gente impegnata nel civile e nel sociale, al di là delle appartenenze, con una preparazione non affrettata, solida. Meno “semiprofessionisti” della politica, più società civile, quella che per il momento, timorosa e disaffezionata, si è ritirata Ed ecco allora il compito della sinistra e della destra di oggi. Fare scouting per nuovi protagonisti, incoraggiare una nuova generazione di politici, tanto dalle parti del sindaco continueranno ad affidarsi alle grida perché in questo tempo il popolo vuole queste, almeno sino a quando non troverà di meglio.

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