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Comune di Terni, contrasto alla violenza di genere: “Finanziamento insufficiente per i centri”. Liberamente donna ETS si chiama fuori

L’associazione annuncia: “A rischio la libertà delle donne e la metodologia dei Centri Antiviolenza”. L’intervento di Francesco Filipponi e dei gruppi consiliari di Movimento cinque stelle e Senso civico

Contrasto alla violenza di genere e contestuale gara, per l’affidamento del sistema integrato dei servizi. L’associazione Liberamente donna ETS, nelle scorse ore, ha annunciato di non voler partecipare a tale procedura, dopo aver preso una decisione: “Sofferta quanto condivisa”. A supportare la presa di posizione dell’associazione il capogruppo Pd Francesco Filipponi che ha dichiarato a riguardo: “L'avviso vede un finanziamento insufficiente, indice di una messa in secondo piano da parte del Comune di Terni”.

Secondo il capogruppo: “Le tempistiche procedere all’affidamento dei servizi e la diminuzione delle risorse, a fronte della richiesta di un aumento dei servizi, rimarcano per l’ennesima volta il peso che chi amministra il Comune di Terni attribuisce a questi temi che invece sono di grandissima rilevanza sociale. Ritengo – ha aggiunto il capogruppo Filipponi - che sia un segnale di allarme che non può essere ignorato, dato il lungo percorso che ha permesso di maturare un’esperienza preziosa nella gestione del servizio, fatta anche di fiducia e rapporti umani costruiti nel tempo e con grande dedizione”.

Ulteriore aspetto rimarcato da Francesco Filipponi: “Per quanto riguarda la richiesta del possesso di appartamenti, inserita come prerequisito restringendo drasticamente la platea, pone esperienza e qualità del servizio quasi come elementi di sfondo, dall’importanza relativa. Chi si occupa di politiche che afferiscono all’aspetto più delicato della vita delle persone, ha il dovere di comprendere che, poiché si va ad operare con un materiale umano spesso fragile e che arriva da situazioni complicate e dolorose, c’è l’assoluta necessità di mettere al primo posto la competenza. Prima della dote catastale, dunque, avrebbero dovuto essere premiati altri aspetti, come esperienza, capacità progettazione e di ascolto”.

La riflessione: “Per tutti questi motivi il gruppo consiliare Pd aveva ritenuto di opporsi in Consiglio Comunale. Ribadiamo la nostra contrarietà con la rabbia di chi è costretto a vedere, al pari dei cittadini, belle frasi e uscite social infarcite di ipocriti aforismi ogni 25 novembre. Perché le politiche di contrasto alla violenza – ha concluso - si costruiscono nel corso dell'intero anno, non certo a spot”.

Movimento cinque stelle e Senso civico 

Ad intervenire sul tema anche i gruppi consiliari di Movimento cinque stelle e Senso civico: “La mancata partecipazione dell’associazione Libera…mente Donna al bando per la gestione del centro antiviolenza di Terni conferma quanto temevamo e abbiamo denunciato in Consiglio comunale – dichiarano in una nota – ovvero l’incapacità di questa amministrazione di avviare percorsi partecipativi e di condivisione. L’assenza della realtà che finora, nonostante le difficoltà economiche, ha gestito il centro dimostra che la delibera tanto sponsorizzata dall’assessore Ceccotti non era adeguata e che quanto ci aveva rassicurato in commissione, in ordine alla condivisione dell’iniziativa con le realtà del territorio, non era purtroppo vero. Avevamo chiesto di conoscere i requisiti che sarebbero stati previsti dal bando e indicato come metodo preferenziale la stipula di convenzioni invece che la messa a gara di un servizio essenziale e delicato, dove la competenza e l’esperienza deve essere l’unico elemento discriminante”

Secondo i consiglieri: “Quella che è stata avviata, anche alla luce delle pronunce della Corte costituzionale, era una procedura non necessaria che ora rischia di rivelarsi inadeguata e divisiva di un mondo che deve essere unito. Per questo ci siamo con prudenza e serietà astenuti dal votare la delibera che stanzia importanti risorse per questo settore estremamente delicato. I centri antiviolenza, ed in particolare quello di Terni, fronteggiano ogni giorno emergenze sociali non più tollerabili, che vedono le donne discriminate e oggetto di violenza da parte degli uomini. Per i nostri gruppi consiliari, su tematiche come questa, non serve un’opposizione strumentale e preconcetta, ma serietà e condivisione. Garantire il servizio e la qualità dello stesso è la via maestra da seguire. Ora che il bando si è concluso attendiamo di conoscerne l’esito, sollecitando l’amministrazione a provvedere secondo le norme di legge. Chiediamo fin da subito che venga istituita una commissione di controllo e di garanzia apposita, che l’assessore riferisca nella seconda commissione consiliare e che questioni come queste non siano affidate all’improvvisazione e alla faciloneria che sempre più spesso sta contraddistinguendo il suo operato politico. Assicuriamo massima vigilanza – chiosano i consiglieri - senza partigianeria e strumentalizzazioni di parte che ai nostri gruppi consiliari non appartiene.”

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