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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Virus a scuola, due contagi e tutti a casa: così è un disastro. Ecco perché

Quasi 750 classi in quarantena in Umbria con poco più di 1.500 studenti positivi e famiglie costrette al paradosso della didattica a distanza. Serve un cambio di rotta

Lo spauracchio della didattica a distanza tiene col fiato sospeso studenti e famiglie. A Terni, in Umbria e nel resto d’Italia. Sulle disastrose conseguenze innescate dall’isolamento dei ragazzi si è detto tanto. Anche se non tutti hanno ascoltato. E soprattutto, non lo hanno fatto abbastanza.

Partiamo però dai numeri. Secondo i dati forniti dal nucleo epidemiologico dell’Umbria, alla data del 27 gennaio sul territorio regionale ci sono 739 classi in quarantena, dall’asilo alle superiori. Gli studenti positivi sarebbero 1.559 su un totale però di circa 9 o 10mila under 18 positivi al Covid. Soltanto uno su 6 si sarebbe insomma contagiato fra i banchi di scuola. Dire questo con esattezza sembra complicato. Però, prendiamolo per buono. E anzi, questo conferma: la scuola è relativamente sicura.

Comunque: significa che, mediamente, ci sono due contagiati per ogni classe. Ora, le regole per la quarantena sono diverse a seconda della scuola che viene presa in esame. All’infanzia, ad esempio, basta un contagiato per gruppo classe e si va tutti a casa. Alle elementari due, alle superiori due o tre a seconda della situazione vaccinale della classe.

Questo cambia poco la sostanza: perché circa 1.500 studenti positivi su poco meno di 750 classi, fa due virgola qualcosa positivi per classe. Considerando che – mediamente – una classe è composta da una ventina di alunni, il risultato è questo: un positivo ogni dieci. Gli altri diciotto, o sedici o venti che siano, sono negativi. Ma vanno tutti in dad.

Ed eccoci al punto. Che non è soltanto quello degli effetti nefasti della didattica a distanza e dell’isolamento di bambini e adolescenti. Eccoli, in sintesi, in base ad un monitoraggio realizzati dalla Società italiana di pediatria condotto in otto regioni tra cui l’Umbria e secondo il quale durante la pandemia (marzo 2020-marzo 2021) mentre gli accessi totali degli under 18 ai pronto soccorso si sono quasi dimezzati (-48,2%), prevalentemente a causa della paura dei contagi, quelli per patologie di interesse neuropsichiatrico sono andati in controtendenza registrando un incremento dell’84% rispetto al periodo pre-Covid (marzo 2019/marzo 2020). In particolare, sono aumentati del 147% gli accessi per “ideazione suicidaria” seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%).

La fascia d’età più colpita dai contagi Covid in questa fase della pandemia è quella tra 6 e 10 anni con una incidenza – in Umbria – che supera i 4mila casi ogni centomila abitanti. Sono i bambini delle scuole elementari che, con due contagi in classe, finiscono in dad per dieci giorni. Se già lasciare un adolescente da solo in casa di fronte al computer per seguire le lezioni – a patto che le segua – è pericoloso e controproducente, farlo con un ragazzino delle elementari e impossibile. Oltre che penalmente rilevante.

Ora però, che succede? Che succede soprattutto se i genitori lavorano entrambi e non possono restare in casa con lui, lei o loro? La soluzione è, quasi sempre, quella dei nonni. Che si possa o non si possa fare per ragioni di isolamento ma anche per semplici questioni tecniche (connessioni internet che saltano, pc che si bloccano, classroom e varie suite per seguire le lezioni a distanza…) non è questo il tema. Per evitare i contagi, lasciamo bambini isolati perché potenzialmente contagiati o contagiosi assieme ad over 60, ossia a quella fascia d’età che più rischia le conseguenze del Covid. Contraddizioni su contraddizioni.

Lasciamo fuori le questioni dei pro vax e dei no vax e le varie polarizzazioni che sono più letali di qualsiasi altro virus. Concentriamoci sulla sostanza. E su quelle famiglie e quei bambini e ragazzi per cui piombare in dad significa sprofondare in un baratro senza senso, complicatissimo. Concentriamoci sul fatto che, due anni dopo, siamo ancora in una situazione precaria in cui, ogni mese o quasi cambiano le regole. Lunedì 31 gennaio dovrebbero arrivare nuove indicazioni sulla gestione dei casi Covid a scuola, sulle quarantene e così via. Lunedì 31 gennaio, ossia, quasi ventiquattro mesi dopo l’inizio di questa emergenza.

Concentriamoci sul fatto che, ad esempio, le Regioni hanno chiesto al Governo di stabilire che la dad venga attivata soltanto per gli studenti effettivamente positivi. E già sarebbe qualcosa.

Concentriamoci sul fatto che le famiglie, in questo benedetto Paese, sono comunque e sempre il primo ed ultimo baluardo di fronte a qualsiasi problema. Ma il problema è che sono quasi, sempre, sole.  

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